L'esercito egiziano sotto accusa per l'umiliante disfatta nel Sinai di Igor Man

L'esercito egiziano sotto accusa per l'umiliante disfatta nel Sinai L'esercito egiziano sotto accusa per l'umiliante disfatta nel Sinai Le forze preparate in 11 anni per la "rivincita", si sono sfasciate in poche ore -1 comandi hanno dato una prova clamorosa di inefficienza - L'amarezza e il rancore dei giovani ufficiali sono un pericolo per il regime (Dal nostro inviato speciale) II Cairo, giugno. Cinquemila e cinquecento ufficiali prigionieri, ventimila morti, un numero incalcolabile di feriti, seicentocinquanta carri armati perduti, quattrocentodieci aeroplani distrutti in gran parte al suolo, centinaia di autocarri e di missili terra-aria presi dal nemico: sono le cifre approssimative del primo, affrettato bilancio della disfatta egiziana. La terza in vent'anni. Nel '48 l'esercito era marcio, corrotto da una corte d'origine straniera contro cui insorsero i giovani colonnelli di Nasser. Nel 1956 ci fu lo sbarco anglo-francese a Porto Said... Ma adesso? Tutti parlano di « collusione » angloamericana con Israele, però quanti ci credono veramente? Gli stessi russi stanno conducendo una inchiesta per individuare le responsabilità del disastro, che fanno risalire non tanto alla indiscutibile superiorità degli israeliani quanto so prattutto alla incapacità degli alti comandi egiziani. Dal grado di maggiore in su, tranne poche eccezioni, gli ufficiali si sono comportati da inetti. Esautorati gli alti gradi, centinaia di ufficiali superiori si trovano in carcere o sotto residenza sorvegliata, accusati di « incapacità e leg gerezza ». Uscito pressoché indenne dal primo disastro di Suez l'esercito egiziano, in questi undici anni, era diventato per volere di Nasser, una classe di eletti che il rais pretendeva « forti, dignitosi, colti ». In realtà l'esercito era solo una casta, un sindacato di interessi e di potere. Superati i vecchi complessi di inferiorità, gli ufficiali di Nasser entrano nei consigli di amministrazione, dirigono enti statali, sfondano nella buona società, sposano le figlie di coloro che la « rivoluzione » ha condizionato. Venuti dal popolo, dalla piccola borghesia contadina, gli ufficiali, a mano a mano che crescono i privilegi e aumenta l'autorità, ripudiano le proprie origini e ricercano un benessere sfacciato, l'intrallazzo, le prepotenza. Invocano la guerra, forse perché sono convinti che non ci sarà mai, sopportano malvolentieri la campagna dello Yemen e quando viene il momento « tanto atteso » di misurarsi con « l'odiato nemico di sempre», per distruggerlo, scappano oppure tradiscono. Com'è possibile che undici anni di meticolosa, continua preparazione alla guerra, e tanti miliardi di buon materiale bellico siano stati spazzati via nelle prime ore d'un conflitto durato in tutto ottantaquattro? Il genio strategico di Dayan, il coraggio de gli ebrei, la loro superiorità mitteleuropea di fronte alla incompatibilità del musulmano con la macchina, la eccellenza dei servizi segreti israeliani non bastano da soli a spiegare una simile disfatta Cinque aviotrasporti maroc chini carichi di truppa rima sti in Libia, perché il per messo di atterrare in Egitto non giunse mai; i « Mig » algerini che girano come im- pazziti perché nessuna torre di controllo sa dirgli dove pdlmturdrdSlplg posarsi; i pezzi di ricambio diretti a X che arrivano a Y; le comunicazioni tanto pessime che i comandi debbono trasmettere gli ordini alle unità nel Sinai attraverso radio Cairo... Tanti episodi del genere hanno suscitato ripercussioni profonde. La notte sul 9 giugno, quando già si parlava di colpo di Stato da due giorni, mentre l'ammiraglio Ezzat, capo della Marma, e altri ufficiali superiori si dichiaravano « solidali col maresciallo Amer », giovani capitani e tenenti giuravano sul Corano che non avrebbero più ubbidito « a nessuno », se prima l'esercito non fosse stato « purificato ». Nasser riuscì a sormontare la crisi; ma l'esercito è disfatto, gli alti gradi sotto epurazione, e lo Stato, scosso da fermenti rivoluzionari, minaccia di franare. Igor Man * NASSER STA PROCESSANDO CENTINAIA DI UFFICIALI

Persone citate: Amer, Dayan, Ezzat, Nasser

Luoghi citati: Cairo, Egitto, Israele, Libia, Porto Said, Suez, Yemen