Quasi unanime condanna contro De Gaulle in Francia di Sandro Volta

Quasi unanime condanna contro De Gaulle in Francia Quasi unanime condanna contro De Gaulle in Francia Imbarazzo fra gli stessi gollisti per fe dichiarazioni anti-lsraele del Generale Allo scoppio della guerra, Malraux voleva andare volontario a Tel Aviv; altri ministri erano decisi a dimettersi per la « neutralità » proclamata dalla Francia - Una crisi di governo pareva inevitabile; fu scongiurata dalla rapida vittoria israeliana (Dal nostro corrispondente) Parigi, 22 giugno. Si dice che nel giorni Immediatamente precedenti l'apertura delle ostilità nel Medio Oriente, quando i capi arabi minacciavano di sterminio Israele, André Malraux aveva deciso di partire per Tel Aviv per arruolarsi volontario nelle forze israeliane, e ci volle tutta l'autorità del generale De Gaulle per convincerlo a rinunziare. Non erano motivi di religione o di razza che avevano spinto il vecchio scrittore a prendere quella decisione, perché Malraux non è ebreo, ma un impulso spontaneo di coerenza col suo passato di combattente di tutte le guerre per Is libertà. Non fu d'altronde il solo membro del governo a sen tirsi in una posizione di grave disagio quando il generale annunziò la politica di equidistanza fra le due parti e, per un momento, si profilò perfino la possibilità d'una crisi ministeriale. Poi. però, la rapidità della vittoria di Israele e, con essa, la fine della minaccia di sterminio che aveva pesato sul suo popolo, risolsero le crisi di coscienza che avevano agitato molti ministri ed esponenti gollisti- tutti finirono infatti per accettare la neutralità proclamata ufficialmente dal governo francese. Ma. dopo la dichiarazione fatta ieri dal generale De Gaulle e confermata stasera, sia pure in una forma molto più sfumata, dal ministro degli Esteri Couve de Murville all'Assemblea delle Nazioni Unite, non si può più parlare di neutralità della Francia Il Presidente della Repubblica ha preso nettamente posizione contro Israele, accusandolo di aggressione senza tener conto delle circostanze che hanno portato a sparare il primo colpo di fucile E' andato anche più in là accusando l'America di essere responsabil? del conflitto trascurando il fatto che, se veramente è Israele l'aggres sore, la responsabilità ricade piuttosto su chi Ano all'ulti mo giorno prima dello sciupio delle ostilità ha fornito agli israeliani aerei, armi e munizioni; e cioè la Francia. Infine, condizionando la pace nel Medio Oriente alla questione del Vietnam, il generale De Gaulle ha dato l'impressione di considerare gli interessi tanto degli arabi quanto degli israeliani come merce di scambio nelle contese dei grandi. In queste condizioni, si capisce il malessere in cui si sono venuti a trovare oggi gli ambienti gollisti, malessere che è, d'altronde, comune anche all'opposizione democratica, che è contraria all'intervento americano nel Vietnam, ma rifiuta la condanna d'Israele. Oggi, infatti, la federazione della sinistra democratica e socialista ha diramato un comunicato in cui afferma: « Poiché Israele è riuscito a svincolarsi dalla stretta che lo minacciava, la liquidazione della crisi attraverso una condanna unilaterale dello Stato israeliano e il ritorno alla vecchia situazione di fatto non contribuiscono né alla coesistenza né ad una pace duratura » Soltanto i comunisti aderiscono incondizionatamente alla tesi del generale: « Queste dichiarazioni — scrive. Infatti VHumanité —, che partono dal riconoscimento delle realtà, sono di natura, crediamo, da esercitare un'influenza salutare. Perché, nel momento in cui campagne menzognere s'impiegano a sfruttare sentimenti sviati e perfino pregiudizi razziali, importa di stabilire la verità dei fatti. Il linguaggio tenuto dal generale De Gaulle vi contribuisce incontestabilmente ». Nei commenti di tutti gli altri giornali il disagio appare evidente fin realtà — scrive Le Bionde — si tratta dell'inquietudine di un uomo davanti allo squilibrio progressivo, a profitto degli Stati Uniti, di un mondo bipolare, fra i due pilastri del quale egli avrebbe voluto fare intendere la voce della Francia ». Secondo Paris-presse, è « mia tempesta che ha fatto levare nel mondo e in Francia, compresi gli ambienti gollisti, la mld«fcnadGcefmltpsmaddichiarazione letta ieri alla fi- \ ne del Consiglio dei ministri » Il giornale d'ispirazione gover-l nativa afterma poi: «Couve. de Murville. se fosse stato a\ Parigi, ne avrebbe probabile mente smussato qualche angolo ». Le Populaire, organo del partito socialista, scrive: « L'allineamento della politica francese sulla politica souierica è un fatto acquisito ». Infine, per Le Figaro, « il diritto all'esistenza di Israele, che la dichiarazione del generale De Gaulle riconosce, è un diritto che in certe circostanze deve essere difeso. Il ricorso alla forza deve essere condannato, ma ci sono dei casi in cui l'abbandono diventa un delitto. Monaco, nel 1938, non impedì l'annessione della Cecoslovacchia sei mesi dopo. Come dare la colpa a Israele di avere tratto la crudele lezione di quel sinistro precedente? ». Sandro Volta

Persone citate: André Malraux, De Gaulle, Malraux