L'Italia ritiene che spetti all'Onu cercare la pace nel Medio Oriente di Nicola Caracciolo

L'Italia ritiene che spetti all'Onu cercare la pace nel Medio Oriente II discorso «II BSos*o ali 'Assommi Iblea. yewMewralo L'Italia ritiene che spetti all'Onu cercare la pace nel Medio Oriente Il Presidente del Consiglio dichiara: occorre che arabi e israeliani riconoscano il rispettivo diritto all'esistenza e si impegnino a vivere in pace; ma la parte delle Nazioni Unite nella pacificazione è essenziale - « Si tratta — ha detto Moro — di gettare le basi per una soluzione ragionevole dei problemi che da tanti anni travagliano il Medio Oriente. E dare un giusto e stabile assetto alla regione, accettato liberamente dalle parti » - « L'Italia non ha dimenticato le sofferenze del popolo israeliano. Ma è consapevole del moto di sviluppo dei Paesi arabi » - L'intervento del ministro inglese Brown (Dal nostro inviato speciale) New York, 21 giugno. II Presidente del Consiglio Aldo Moro ha preso oggi la parola di fronte all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. « Il recente tragico conflitto che noi abbiamo visto delincarsi — ha detto —, diventare sempre più minaccioso ed infine scoppiare in una regione a noi cosi vicina, ha scosso e turbato profondamente il popolo e il governo italiano»: che non hanno dimenticato, ha aggiunto, e i valori spirituali e storici, le sofferenze del popolo israeliano la cui consistenza politica come Stato ha avuto riconoscimento dalle Nazioni Unite ». Ma che d'altra parte sono coscienti del « moto di rinnovamento .e di sviluppo dei popoli arabi ». L'Italia non appena si è delineata la crisi ha fatto di tutto, tramite le Nazioni Unite ed 1 governi interessati, per impedire che la guerra scoppiasse e poi per giungere al cessate il fuoco. « Si tratta ora — ha proseguito Moro — di gettare le basi per una soluzione ragionevole, pacifica e giusta dei problemi di fondo che hanno travagliato per tanti anni il Medio Oriente». Quali sono questi problemi? A scadenza immediata, soccorrere « le vittime della guerra, i feriti, i nuovi profughi, le popolazioni colpite ». Inoltre una serie di problemi di fondo non risolti, e cioè « il ritiro e il disimpegno delle truppe », dare c un giusto assetto territoriale alla regione, che dovrà essere accettato liberamente dalle parti ed avere carattere stabile ». L'Italia non accetta l'impostazione sovietica e quella dei Paesi arabi secondo la quale il ritiro delle truppe israeliane dai territori arabi occupati deve precedere qualsiasi soluzione politica del conflitto. E' dell'opinione che 1 due problemi siano strettamente legati tra loro. Se il ritiro degli israeliani avvenisse senza dare alla regione un nuovo assetto ci sarebbe il pericolo « di una nuova conflagrazione regionale che potrebbe persino sfociare in una guerra generale ». Oltre a ciò l'Assemblea deve affrontare il problema dei profughi palestinesi, la questione della libertà di navigazione nel golfo di Akaba e a Suez (che gli arabi hanno sempre negato agli israeliani) quello della libertà di accesso per tutti ai Luoghi Santi di Gerusalemme e preparare un piano « per, lo sviluppo economico di tutto il Medio Oriente ». Secondo Moro, « non è ancora giunto il momento di offrire formule o soluzioni definitive per far fronte a questi problemi ». La premessa essenziale è che le parti riconoscano il rispettivo diritto all'esistenza, all'indipendenza e all'integrità territoriale e si impegnino a convivere pacificamente. Il ruolo che le Nazioni Unite debbono svolgere in questa situazione è centrale. In primo luogo tutti i membri dell'organizzazione dovrebbero impegnarsi solennemente ad operare per « facilitare il processo di distensione e di riavvicinamento tra le parti ». Per giungere a ciò sarebbe utile, ad esemplo, un accordo per evitare le esportazioni di materiale militare e quindi una nuova corsa al riarmo nel Medio Oriente. In secondo luogo le Nazioni Unite sarebbero il punto ideale d'incontro tra le parti. Un'iniziativa interessante a questo proposito, ha spiegato Moro, è quella dell'India, la quale ha proposto che le Nazioni Unite nominino un rappresentante speciale nella regione al fine « di ridurre la tensione e ristabilire condizioni di pace ». Per finire, le Nazioni Unite « potrebbero essere 10 strumento per affrontare i problemi essenziali umanitari della regione ». Moro ha concluso con un appello a Israele, ai paesi arabi e a tutti i membri delle Nazioni Unite perché si adoperino per ristabilire la pace. La parte del discorso di Moro in cui il Presidente del Consiglio dice che non è ancora giunto il momento per presentare proposte definitive, è estremamente significativa. Va inquadrata nel lavoro svolto dalla delegazione italiana che, in questi giorni, è stata estremamente attiva ed ha avuto una serie di contatti di primo ordine. Ieri, come abbiamo scritto. Moro, il ministro degli Esteri Fanfanl e il sottosegretario agli Esteri Lupis sono stati a colazione dal segretario di Stato Dean Rusk con il quale hanno parlato per quasi due ore. Nel pomeriggio hanno visto il segretario dell'Onu Thant, il ministro degli Esteri israeliano Abba Eban, il Primo Ministro siriano, e la sera sono stati invitati dal primo ministro dell'Urss Kossighin con il quale sono rimasti per circa tre ore. L'atteggiamento italiano è esplicito. L'accordo per il Medio Oriente deve essere effettuato per il tramite delle Nazioni Unite. Non esiste in questa situazione un problema di mediazione italiana. E' vero tuttavia che in questa situazione l'Italia è uno dei pochi paesi che conservi eccellenti rapporti sia con gli arabi sia con gli israeliani e con tutte le. potenze grandi o piccole interessate alla crisi. E* quindi in condizione di poter obbiettivamente facilitare il dialogo tra le parti. Comunque si è ancora in una fase preliminare. Non si può prevedere l'andamento dell'assemblea prima di sapere come si evolveranno in questa situazione 1 rapporti russo-americani. In assemblea generale hanno parlato il ministro degli Esteri inglese George Brown, 11 ministro degli Esteri danese Jens Otto Krag, il presidente del Consiglio esecutivo della Repubblica Federale jugoslava Mika Spiljac e il vice primo- L'on. Moro durante il discorso alTAssemblea Generale dell'Onu (Telefoto A. P.] ministro della Rau Mahmoudi Fawzi. Brown, dopo aver una volta di più energicamente negato che le forze armate inglesi abbiano in qualsiasi maniera collaborato con gli israeliani nella recente guerra e dopo aver polemizzato per alcune delle affermazioni fatte l'altro ieri da Kossighin, ha non di meno aggiunto di essere d'accordo con il primo ministro sovietico sul fatto che le grandi potenze possono efficacemente contribuire al ristabilimento della pace. Perché si giunga a ciò, Brown ha detto che è necessario vengano rispettati quattro principi: 1) integrità territoriale di tutti i Paesi della regione. E' necessario che venga risolto il problema dei rifugiati; 2) riconoscimento del diritto all'esistenza e alla libertà di tutti gli Stati della regione. E a questo proposito Brown ha notato come Kossighin nel suo intervento abbia anch'egli riconosciuto che Israele ha diritto ad esistere; 3) diritto alia libera navigazione per tutti (quindi anche per gli israeliani) attraverso il canale di Suez e il golfo di Akaba; 4) impedire che i Paesi del Medio Oriente continuino a dedicare, arrestando il proprio sviluppo economico, somme enormi agli armamenti. Brown inoltre ha fatto appello agli israeliani perché non decidano di annettersi la parte araba di Gerusalemme, conquistata nei recenti combattimenti, mettendo le Nazioni Unite di fronte a un fatto compiuto Il rappresentante della Rau. Fawzi, dopo aver ringraziato l'Unione Sovietica per l'appoggio che sta dando ai Paesi arabi, ha accusato Israele d'aver aggredito gli arabi con la complicità degli inglesi e degli americani (non ha tuttavia ripetuto l'accusa che aeroplani inglesi e americani avrebbero bombardato l'Egitto) e ha chiesto l'immediato ritiro delle truppe israeliane dietro le loro frontiere. Il delegato jugoslavo ha difeso con molta energia il punto di vista arabo. Nicola Caracciolo