Chiara risposta all' «Unità» del direttore dell' «Espresso» di Eugenio Scalfari

Chiara risposta all' «Unità» del direttore dell' «Espresso» Chiara risposta all' «Unità» del direttore dell' «Espresso» Il foglio comunista si è inserito in una polemica fra Eugenio Scalfari e Arrigo Benedetti sul Medio Oriente - Ha attaccato Benedetti - Scalfari lo difende e replica: « Dite cose false e assurde » Roma, 16 giugno. Arrigo Benedetti si è dimesso dall'incarico di collaboratore del settimanale * L'Espresso », in seguito alla polemica sorta con il direttore Eugenio Scalfari sugli avvenimenti del Medio Oriente. Sull'ultimo numero del settimanale, nella consueta rubrica «Diario italiano», Arrigo, Benedetti ha scritto, sotto il titolo « La cultura vince », che Israele aveva vinto combattendo « contro i resti di civiltà decaduto, le quali possono incuriosire gli archeologhi o gli antropòloghi, mentre nei loro aspetti politici sono da giudicarsi solo brutalità anticulturale di massa». E aggiunge: « Gli israeliani hanno vinto perché si identificano col mondo moderno, il quale ha costantemente prevalso quando è stato aggredito da popoli vulnerabili per la loro rozzezza spirituale ». Il direttore del settimanale ha precisalo, nello stesso numero e nella stessa pagina che « per la prima volta il settimanale dissentiva dalle opinioni di Arrigo Benedetti ». Accanto allo scritto è apparsa infatti una nota di Eugenio Scalfari in cui si affermava che i giudizi espressi da Arrigo Benedetti « introducono concetti che rischiano di generare equivoci e confusioni » perché « la cultura non vince mai, né perde, le guerre militari: vince altre guerre, per nostra fortuna incruente *. « Se le guerre fossero sempre vinte da popoli colti e lìberi, avremmo consacrato la brutalità dei fatti anziché il valore delle idee. Ogni uomo, per il fatto di essere uomo, è pari al suo simile. Se è tecnicamente più arretrato la responsabilità maggiore grava su chi poteva aiutarlo e non lo fece. E tutti hanno diritto alla loro libera espressione, al loro avanzamento autonomo, e al non vedersi fare oggetto dì confronti umilianti e di prò tettorati non più tollerabili ai giorni nostri ». Nel contrasto di opinioni è subito intervenuta oggi l'Unità definendo «razzista» lo scritto di Benedetti e aggiungendo che anche nel 1935 quando l'Italia tornò in Etiopia prosperò l'equivoco che era «la cultura a vincere sulle barbarie ». A l'Unità Eugenio Seal fari risponde con la seguente lettera: «"Scalfari replica a uno scritto razzista di Arrigo Benedetti": questo è il titolo che leggo su "l'Unità" di oggi la qua le trae spunto, per montare questa cosi scoperta provocazione, da un civile dibattito di opinioni svoltosi tra Benedetti e me sull'ultimo numero de " L'Espresso ". Un'accusa di razzismo lanciata contro Arri go Benedetti non vale la pena neppure d'essere discussa. Benedetti non ha bisogno di al cuna testimonianza in suo fa vore: 30 anni di durissime e quasi sempre solitarie batta glie democratiche e antifasciste testimoniano per lui. Quel l'accusa non è diretta solo con tro Benedetti ma anche con tra "L'Espresso", che Benedetti ha fondato e col quale ha reso costante testimonianza di antifascismo e di democrazia Essa quindi non colpi sce chi la riceve ma squalifica definitivamente chi la fa». « "l'Unità" — prosegue Seal fari — coglie quest'occasione per tentar di salvare in qualche modo la linea po lìtica del partito comunista italiano nei confronti della crisi medio-orientale e di Israe le, e tende ancora una volta a presentare Israele come ag gressore. come paese militarista e razzista, perturbatore della pace internazionale ed erede, a danno dei popoli arabi, delle logore tradizioni del colonialismo ottocentesco «E' un tentativo penoso — conclude il direttore de "L'Espresso". — Che Israele sia stato aggredito è fuori d'ogni possibilità di discussio ne; che Nasser e gli altri capi arabi siano i responsabili della crisi e di tutto quanto ne potrebbe sfortunatamente se guire, è cosa certa; è del pari certo che, di fronte alle dichiarazioni di neutralità del l'America e delle altre nazio ni occidentali, l'Unione Sovie tica continua a chiedere con insistenza la condanna d'Israe le da parte dell'Onu e (cosa gravissima) continua a rifornire di armi i paesi arabi affinché la miccia da essi ac cesa non si spenga. In queste condizioni, ogni tentativo d confondere le opinioni si ri vela assolutamente inutile ». Premiati a Tolentino i migliori caricaturisti cini». Ancona, 16 giugno (e. g.) I premi della quarta Biennale internazionale della caricatura intitolata a Cesare Marcorelli sono stati assegnati a Tolentino dalla giuria composta da L. Borgese, Chiappelli, Gec e Mari. Il primo premio è stato conferito a Bovarini di Milano (residente a Parigi) per il bianco e nero « La famiglia »; il secondo al torinese Riccardo Chicco per «Cinema» (collage), il terzo a Nicola Ciarretta per «Puc-