Il presidente della Val d'Aosta depone al processo per il casinò di Giovanni Trovati

Il presidente della Val d'Aosta depone al processo per il casinò I due ex consiglieri de accusati di tentata concussione Il presidente della Val d'Aosta depone al processo per il casinò L'aw. Bionaz dichiara che i due imputati accusavano di evasione fiscale la società che gestisce la casa da gioco - Tuttavia non sapeva che avessero preso contatti personali con i responsabili del Casinò - Altro teste il rag. Bordon, assessore alle Finanze della Regione - Il Tribunale esclude dalla causa le registrazioni su nastri magnetici perché equiparate a lettere anonime (Dal nostra inviato spedalo) Milano, 14 giugno. Alla dodicesima udienza del processo per la tentata concussione ai danni del casinò di Saint Vincent hanno deposto l'avv. Cesare Bionaz, presidente attuale della regione Valle d'Aosta, e il ragioniere Mauro Bordon, assessore alle Finanze, tutti e due democristiani. Inoltre il tribunale con sua ordinanza ha affermato che le registi-azioni su nastro magnetico « carpite » senza la presenza di un pubblico ufficiale sono da considerarsi alla stregua di lettere anonime. Pertanto è stata stralciata dagli atti la registrazione del colloquio tra il conte Cotta, procuratore della Sitav, la società che gestisce la casa da gioco, e Ottavio Vittone, funzionario della Valle. E nello stesso tempo 6 stata respinta la registrazione con la quale uno dei due ex consiglieri de. imputati, l'avv. Giuseppe Torrione (l'altro è il medico dott. Gheis) si proponeva di dimostrare che in udienza non aveva detto il vero il teste prof. Mario Imperia, membro della segreteria centrale della de inviato da Roma in Aosta nell'estate 1965, quando accaddero i fatti di cui si discute. Secondo l'accusa i due ex consiglieri Torrione e Gheis chiesero al conte Cotta, a beneficio personale, 600 milioni minacciando in caso contrario di opporsi al rinnovo della concessione della casa da gioco alla sua società, la Sitav. Essi avrebbero agito con il concorso del Vittone. I due imputati si difendono sostenendo si di aver chiesto i 600 milioni ma per la Valle ed a titolo di risarcimento per asserite evasioni fiscali che negli anni precedenti la Sitav avrebbe compiuto relativamente alle mance. Dicono ancora che il conte Cotta corse a denunciarli, battendoli sul tempo, perché temeva che essi si rivolgessero alla magistratura e lo accusassero di un tentativo di corruzione. Terzo punto di difesa: tutti 1 partiti della Regione, dal comunista al democristiano all'Union Valdótaine votarono a favore del rinnovo della concessione alla Sitav, perché avevano ricevuto sovvenzioni proporzionate al numero dei consiglieri regionali che avevano in Valle. Stamane in udienza l'avv. Bionaz ha dichiarato che il Gheis sosteneva la necessità di opporsi al rinnovo per la Sitav, accusandola di evasione fiscale e diceva di avere le prove. Torrione, a sua volta, ripeteva che il Gheis aveva le sue buone ragioni per opporsi alla Sitav. A domanda dell'avv. Sbisà, di parte civile, il teste ha aggiunto: < Io perà non Ito mai saputo che i due fossero in contatto con il conte Cotta e stessero trattando. Venni a saperlo solo dopo che il Consiglio aveva votato il rinnovo». Il Consiglio si tenne il 12 luglio. La sera del giorno dopo Bionaz uscendo dal suo studio vide nella piazza un gruppo di persone attorno al Torrione, il quale appariva concitato. Si avvicinò. « Tra me e Torrione c'erano rapporti di amicizia, anche se eravamo di correnti politiche diverse. Gli chiesi che cosa avesse. Rispose che era stato convocato dal Procuratore della Repubblica che gli aveva contestato l'accusa ' di tentata concussione. Mi raccontò dell'incontro con Cotta e Gheis quando venne stilata una copia di contratto, senza firma e senza sigla, perché non accettato. Gli domati dai perché mai non mi aveva detto nulla. "Volevo — parole del Torrione — avere prima la prova della facilità con la quale il conte Cotta tenta di corrompere i consiglieri re gionali ". Ma potevi almeno parlare con gli amici. Non lo sapeva nessuno del partito! Rispose Torrione: "Non agii di mia iniziativa. Malagutti (era segretario allora della de) lo sapeva, mi aveva dato l'incarico di prendere un'ini zia t iva " ». Bionaz: « Conclusi il collo quia con il Torrione dicendo che era uno strano modo di condurre il partito ed alzai le spalle: se ti ha autorizzato Malagutti... Rividi Torrione un mese dopo e mi ripetè d'es 1 sere stato autorizzato da Ma lagutti ». Pres.: « E lei ha contestato l'episodio al Malagutti! ». Bionaz: « Certo, ma mi disse che erano tutte storie e scivolò sull'argomento ». Pres.: « L'avv. Torrione si riteneva vittima di un tentativo di corruzione! ». Bionaz: « Proprio così ». L'imputato Torrione ha chiesto la parola per alcune precisazioni: voleva spiegare perché il Bionaz non era stato messo al corrente degli incontri con la Sitav. Lui Torrione era della corrente di «Rinnovamento ». mentre Bionaz era « doroteo ». « Tra le due cor, renti non c'era buon accordo tanto che si arrivò al defene- strumento di Malagutti da segretario regionale». Bionaz: «Non è esatto dire de]enestramento. Al posto di Malagutti la direzione di Roma ha inviato un commissario che attualmente regge il nostro partito nella Valle ». Avv. Sbisà (parte civile): « E' vero quanto dicono gli imputati che l'ordine del partito era di votare per il rinnovo alla Sitav! ». Bionaz: « Escludo che ci /ossero diretrit;e del partito. Aggiungo però che io giunsi ad Aosta il giorno S. tre giorni prima della riunione consigliare e non partecipai ai precedenti incontri di gruppo ». Il rag. Mauro Bordon, secondo teste dell'udienza, ha parlato delle vivaci discussioni sostenute con il Gheis perché questi insisteva Dell'affermare che la Sitav era colpevole di evasioni liscali. Bordon: « Voleva che lutti i consiglieri de lo affiancassero nella sua azione di denuncia. Assicurava di essere documentato. Alla mia risposta negativa, ebbe a dire addirittura che, se non lo affiancavamo, ci denunciava per collusione con la Sitav. Ed io gli gridai: "Se mi denunci per collusione, io ti denuncio che sei matto ". Per me mancava la possibilità di provare le asserite evasioni ». Gheis: «Io vi avevo offerto tutta la mia documentazione. Nessuno di voi volle vederla ». Bordon: «Non concordo. Almeno non ricordo che mi abbia offerto la documentazione. Non nascondo che fui stupito di «oh vederlo al Consiglio regionale nel pomeriggio del 12 luglio quando si votò il rinuovo ». Torrione: «Ma se l'avete sbatiuto fuori con la forza ». Bordon: «D'altronde anche se noi della de avessimo votato contro il rinnovo, non sarebbe servito a nulla. Eravamo in minoranza. La maggioranza già aveva deciso per sì. Con noi o senza di noi, il contratto con la Sitav passava». Nelle udienze passate ed in istruttoria si era detto che il prof. Imperia andando 11 giorno 9 luglio a Saint Vincent a parlare con il conte Cotta e con il conte Zorli (uno dei soci della Sitav), assicurò che i consiglieri de avrebbero votato a favore, meno due, Torrione e Gheis, ma che Torrione era ricuperabile se la Sitav avesse offerto 30 milioni per la sede del partito in Aosta. Imperia, quando depose, accennò a questo fatto come ad una facezia. Il rag. Bordon. interrogato su questo punto stamane ha detto: «Imperia andò a dire che la de votava a favore. Meglio, che presumeva che la de votasse a favore, e lasciò cadere come battuta scherzosa la frase per un aiuto alla sede della de di Aosta ». Presidente: « Può essere più che la Sitav doveva versare 30 milioni! ». Bordon: «Penso che si possa ragionare cosi. Imperia può aver detto ai conti Cotta e Zorli: visto che il contratto in fondo è favorevole alla Sitav, la Sitav sganci qualcosa per il partito ». L'attuale assessore alle Finanze della Val d'Aosta ha smentito che da Roma la de abbia fatto pressioni perché i consiglieri regionali votassero per o contro il rinnovo. «Mi stupisco che qualche consigliere sia venuto qui a deporre in questo senso. Noi eravamo liberi. E aggiungo, ancora regionale, ci lasciò liberi agire secondo coscienza ». Nelle passate udienze era stato detto che la de eli Roma aveva ordinato di votare a favore per un accordo preso con la Sitav (come Io avevano preso gli altri partiti) e che per questo aveva ricevuto 450 milioni. Questo accorcio sarebbe stato firmato dal dott. Orlando, capo della segreteria politica della de. Il presidente, accettando la richiesta della difesa, ha citato il dott. Orlando per il giorno 19. Il processo riprenderà venerdì pomeriggio. Giovanni Trovati Presidente: « Può essere più preciso su questo punto! Per-\altlMIIIIIIIIIIIIIIIIIIItlllllllllllllllllllllllMIIIIIIIt