Equilibrata lotta Ford-Ferrari nelle prime fasi della «24 ore»

Equilibrata lotta Ford-Ferrari nelle prime fasi della «24 ore» 4/iior corsa di Le Mans assistono 250 mila spettatoti Equilibrata lotta Ford-Ferrari nelle prime fasi della «24 ore» Le vetture americane sono più veloci di quelle italiane, ma devono fermarsi sovente ai boxes per rifornirsi di carburante - Con un litro di benzina non percorrono neanche due chilometri - La Ford di Salmon prende fuoco: il pilota riesce a fermarsi e ad abbandonare l'abitacolo - Ha riportato leggere ustioni - Battuto da Hulme il record sul giro: 3'23"6, pari a 238,014 km orari - Amon (Ferrari) esce di pista: illeso JDojpa «ove ore era Imi i&sstsa. la M"oM*tl di CFujrMiey (Dal nostro inviato speciale) Le Mans, 10 Riugno. Dalle Iti di oggi è cominciata la « 24 Ore » di Le Mans, questa favolosa corsa automobilistica che ogni anno sospinge piloti e macchine verso limiti paurosi. I duecento orari di media, per l'intera gara, sono ormai largamente superati; si raggiungono sul giro i 235 e più, e sul lungo rettilineo di Hunaudières le vetture più potenti toccano i 330-340. Al pubblico questo piace molto: anche oggi si calcola che almeno duecentocinquantamila persone siano arrivate sul circuito della Sarthe. Sull'asfalto dei 13.461 metri dello scorrevole tracciato, si è aperta la lotta tra le Ford, le Ferrari e la Chaparral, e a giudicare dalle prime ore di corsa l'esito del confronto appare incertissimo. Il dominio iniziale è delle macchine americane, ma quelle italiane seguono bene il ritmo di gara, che prima di notte era superiore ai 225 orari. Indubbiamente, sia le Ford sia la Chaparral vantano una velocità di punta superiore: sul citato rettifilo di Hunaudières un impianto elettronico ha rilevato i 343 orari per la più rapida delle Ford, i 320 per la Chaparral, i 305-310 per le Ferrari «ufficiali» del tipo «330 P-l ». Per contropartita, le Ford consumano una maggior quantità di carburante (1,7-1,8 chilometri per litro) e ogni [)oco più di un'ora sono costrette a fermarsi per rifornirsi, mentre le vetture italiane riescono a percorrere due o tre giri in più (oltre due chilometri per litro), ed è proprio questo uno dei motivi che alla distanza potrebbe pesare sul risultato finale, giacché in definitiva le Ferrari, ogni quattro rifornimenti della Fórd, ne effettueranno tre soli. Cinquanta quattro vetture hanno iniziato la corsa, cui presenziano anclie Henry Ford II e il dott. Giovanni Agnelli con il fratello dott. Umberto. In mattinata si era svolta una piccola, significativa cerimonia: la dedica del piazzale antistante il Museo dell'automohile, che sorge nel recinto del circuito, al nome di Pininfari- La Ford dell'americano Dan Gurney al comando della corsa poco dopo la partenza na, presenti i figli del grande carrozziere torinese scomparso l'anno scorso, che era anche un appassionato sportivo e collaboratore della Ferrari Subito dopo il via alla corsa, dato dal ministro francese della Gioventù e dello Sport, M. Francois Missoffe, si verificava alla seconda curva un groviglio di macchine, e balzava al comando la Ford «Mark II* di Bucknum e Hawkins, che concludeva la prima ora di corsa ad oltre 229 di media, seguita dalle Ford « Mark IV :» (cioè il modello 1967) di Gurney-Foyt e di McLaren-Donohue, dalla Chaparral di Hill-Spence e dalle Ferrari di Amon-Vaccarella e di Rodriguez-Baghetti. Abbandonava dopo pochi giri la « Lola » di Surtees. Po; cominciavano i rifornimenti e i cambi di piloti al volante, e le soste ai boxes ingarbugliavano la situazione; Bucknum lamentava guai meccanici e perdeva la prima po- sizione a favore di Gurney-1 Foyt (quest'ultimo è il recen-i te vincitore della «500 Mi-i glia» di Indianapolis ed esor-l disce in una corsa europea);! la Chaparral restava al secondo posto; Andretti-Lucien Bianchi (Ford) al terzo, McLaren-Donohue al quarto, Scarfiotti-Parkes al quinto. Alle 17,23 prendeva fuoco la Ford « privata » dell'inglese Salmon. duecento metri prima | della curva di Mulsanne. Il pilota riusciva a fermarsi sul I terrapieno di sabbia della curI va stessa e ad uscire dalle l fiamme, mentre i vigili del fuoco, intervenuti con eccezionale prontezza, domavano l'incendio. Salmon riportava leggere ustioni alle inani e al viso, e veniva avviato all'ospedale di Le Mans. Poco dopo, la vecchia Ferrari di Grossmann finiva a sua volta sulla sabbia di Mulsanne, senza conseguenze Successivamente, Dennis Hulme, pilota insieme a Ruby della Ford numero 4, effettuava una serie di giri velocissimi, culminati nel tempo-record di 3'23"6710. pari a 238,014 chilometri orari (il record precedente apparteneva dall'anno scorso a Gurney, con poco più di 230). Allo scadere della terza ora era ancora prima la Ford di Gurney-Foyt, seconda la Chaparral di Hill-Spence. terza la Ford di McLaren-Donohue, quarta la Ferrari di ScarfiottiParkes, quinta ad un giro la Ferrari di Amon-Vaccarella. La media era superiore ai 224, favorita- anche' ila una temperatura abbastanza fredda, che ha evitato grosse rìiftlcoltà per la tenuta dei pneumatici Forse anche per questo motivo la selezione, al calare della sera, risultava nettamente inferiore agi; ultimi anni: appena quattro ritiri. Alle 20, dopo quattro ore di gara, le posizioni subivano qualche variante: dietro a Gurney-Foyt restava la Ford di And retti-Bianchi (ma con un giro di distacco); la Chaparral era terza, McLaren quarto davanti a Scarfiotti. La media dei primi risultava an cora aumentata: 225.656. Lo sforzo cominciava a fiaccare macchine e piloti: nellel r 'me ore della notte si ave-' Ve.io altri sette ritiri, tra cui quello della Ferrari di Guichet-Muller. Alle 22, dopo un quarto esatto di corsa, era sempre primo l'equipaggio Gurney-Foyt (media 223 orari), seguito da McLaren-Donohue, da Hill-Spence, Scarfiotti-Parkes a un giro, AmonVaccarella a un giro, Andretti- BLcciscsc Bianch: a due giri, SchlesserLigier (su Ford) a due giri. Poco dopo si aveva notizia che la Ferrari di Amon-Vac carella, mentre era al volante il neozelandese, usciva di strada in rettilineo a causa di un principio d'incendio. Se condo un'altra versione, il pi Iota sarebbe uscito di propo sito per fermarsi e uscire dal la macchina prima di essere investito dalle liamme. E' confermato ohe il pilota non ha avuto nessun danno. Comunque, la «24 Ore» perdeva uno dei suoi più brillanti protagonisti. Verso le 23, Scarfiotti-Parkes passavano all'offensiva, superando d'un balzo la Chaparral di Hill e la Ford di Andretti: 11 ritardo dell'equipaggio italiano da Gurney-Foyt era di un giro, ma la situazione appariva ancora lungi dall'essere decisa. A mezzanotte, ScarfiottiParkes erano di nuovo scesi in terza posizione, con due giri di ritardo da Gurney e un giro da MacLaren; altre due Ford si trovavano al quarto e al quinto posto. Dopo nove ore di gara la classifica era la seguente: 1. Gurney-Foyt (Ford) media 223.110; 2. MacLaren-Donohue (Ford) a 3 giri; 3. Andretti-Bianchi (Ford) a 3 giri; 4. Scarfiotti-Parkes (Ferrari) a 3 giri; 5. Hill-Spence (Chaparral) a 5 giri. Ferruccio Bernabò

Luoghi citati: Indianapolis