Le cure «termali» per i mali del fegato di Angelo Viziano

Le cure «termali» per i mali del fegato La prima giornata del convegno di Chianciano Le cure «termali» per i mali del fegato Verso un maggiore sfruttamento (nell'ambito del Mec) del patrimonio idrominerale italiano: ampia relazione del prof. Arata - Discussi i rapporti tra turbe digestive e patologia epatica; l'impiego dei radioisotopi (Dal nostro inviato speciale) Chiaitciano, IO giugno. Possiamo chiamarlo «la Biennale del fegato» questo Simposio internazionale di epatologia, che, inauguratosi stamane, è giunto ormai alla sua quinta edizione, con sede permanente in questa specifica stazione termale di fama europea. Ogni volta si fa la disamina critica di quadri morbosi, vecchi e nuovi, in cui il fegato è protagonista oppure è coinvolto per risentimenti inflittigli da malanni di altri visceri. La riunione odierna, sotto la regìa della Società italiana di epatologia, presieduta dal prof. Condorelli, clinico medico di Roma, si è proposta, come preannunciammo, di puntualizzare, analizzare e discutere i risultati delle più recenti inchieste sulle correlazioni funzionali, fisiologiche e patologiche, tra stomaco e fegato, con le annesse strutture biliari, c pancreas. Quest'ultimo è la ghiandola famosa come fabbrica dell'ormone insulinico antidiabetico; ma assai prima già ben nota per la fornitura di succhi digestivi qualificati, il che qui ci interessa. Le allocuzioni introduttive si sono polarizzate sul problema del termalismo sociale (diritto di tutti i bisognosi ad usufruire del comune patrimonio idrominerale del nostro sottosuolo), del cui programma ha ampiamente riferito il prof. Arata. Che anche le malattie epatiche e biliari abbiano riflessi sociali è comprensibile appena si pensi all'assenteismo dal lavoro non certo trascurabile che, nelle loro multiformi manifestazioni, esse causano. Questo concetto è stato sviluppato dal sen. prof. Giuseppe Alberti, presidente della Commissione igiene e sanità del Senato, richiamandosi all'influenza delle speciali cure tdropiniche nella profilassi delle sequele dell'epatismo. Una giusta rivalorizzazione delle nostro fonti idrominerali, d'altra parte, si rende oggi necessaria nel momento in cui si avvia a sviluppo, nel concerto del Mercato comune, un pool termale europeo. Passati al lavori scientifici, relazioni ad alto livello sono stato svolte dai professori: Zumino e Arrigo, Messini, Fieschi, Condorelli, Valdoni, Cassano, Francaviglia, Bucko, Sotgiu, Krondl, Sposito, e collaboratori. Come aveva previsto il Condorelli, da questa prima giornata di lavori più che una sintesi è derivata un'antologia di cognizioni rstremamente importanti per la soluzione di molteplici prò blnmi particolari. I fisiologi C. Zummo e L. Arrigo, di Genova, che hanno dato la stura alla prima serie di relazioni, hanno con eluso che vari dati sperimen tali attualmente indicherebbero che lo stomaco, con le sue attività digestive degli alimenti, avvia non solo l'assorbimento specie di proteine e di grassi, ma concorre, unitamente al pancreas ed al fegato, a promuovere l'equilibrio del ricambio plastico (costruttivo dei tessuti) e della regolazione dei grassi. Aumenta, dunque, la quotazione dello stomaco e si acuisce l'opportunità di non maltrattarlo. Opportunità che promana pure dal fatto che oltre tutto elabora il noto fattore intrinseco antianemico, la cui secrezione risulta condizionata da correlazioni dirette tra stomaco e fegato. Circa le influenze, ieri da noi prospettate, psichiche e neuroumorali sulle modificazioni della attività epatobiliare e pancreatica il prof. Messini, dì Roma, ha apportato un cumulo veramente significativo dì argomentazioni e di dimostrazioni. Tra l'altro, mediante metodiche che si valgono dell'impiego di radioisotopi si è rilevato possibile persino l'influenzamento psichico della circolazione del fegato. Dimostrativo è risultato, del resto, lo studio di taluni quadri morbosi presentanti particolari combinazioni tra una malattia del cervello ed una del fegato, oppure del cervello e del pancreas. Vi sono inoltre oggi dati per configurare una forma di «ansietà biliare » ed una di «, ansietà pancreatica^ Al vaglio della crU tica costruttiva sono passate anche altre suggestive prove sulle influenze emotive (legate talora a taluni tipi di alimentazione) su condizioni nervose e umorali che presiedono a secrezioni, escrezioni e movimenti di varie strutture dell'apparato digerente. Si può cosi dire che la conoscenza dei rapporti tra psichismo e controllo delle funzioni viscerali è alla svolta di nuove conquiste, con la chiarificazione dei circuiti mediatori, nervosi e umorali. Un danno funzionale sul fegato può riversarsi nei portatori di ulcera gastro-duodenale diversamente a seconda della durata della sintomatologia ulcerosa prima che arrivi ad imporsi l'intervento chirurgico. Il Valdoni, attraverso una elevatissima casistica, ha rilevato il maggior danno nel pazienti con storia a meno di un anno ed in quelli di oltre dieci anni; mentre il numero di casi con danno epatico è risultato minore nel periodo intermedio di durata. Infine, un danno del fegato può essere Indotto anche da disturbi dell'assorbimento (alimentare) intestinale; esso nelle linee generali corrisponde a quello stesso descritto nella denutrizione e in altre svariate condizioni come ad esempio l'intossicazione alcoolica cronica, la tubercolosi polmonare cronica, il grave deperimento canceroso, eccetera. Domani il congresso affronterà specificamente la delimitazione cllnica e la terapia della dispepsia epatica. Angelo Viziano

Luoghi citati: Genova, Roma