Per la ripresa dell'edilizia

Per la ripresa dell'edilizia Per la ripresa dell'edilizia La relazione del presidente dell'Istituto Case Popolari, aw. Dezani - Il periodo felice per i costruttori durò dal '56 al '63: si edificarono in media da 75 mila a 100 mila vani all'anno; poi avvenne la crisi - Le proposte degli esperti per ridare fiducia al mercato degli alloggi - Un piano per realizzare il Centro direzionale nella zona di corso Vittorio e corso Inghilterra Ripresa edilizia torinese e stimoli da adottare per promuoverla: se ne è discusso ieri mattina, nel Salone della Cassa di Risparmio, per il ciclo di conferenze organizzate da « Torino si rinnova ». La relazione Introduttiva è stata presentata dall'avv. Dezani, presidente dell'Istituto Case popolari. L'epoca d'oro dell'edilizia cominciò con il 1956, quando i vani costruiti salirono da una media annua di 30 mila a quasi 90 mila. Si mantennero per due anni a questo livello, ricaddero a 75 mila nel 1959, risalirono a oltre 100 mila nel «boom» del 1963 Da allora è avvenuta la crisi: l'anno scorso si è scesi a 25 mila. Le cause? L'avvocato Dezani le distingue in due ordini. Primo, estranee al settore edilizio. Mancanza di chiarezza nella legislazione (con particolare riguardo all'intervento di organi fiscali); la legge urbanistica e la «167» prospettate al pubblico con deformazioni e commenti contrari alla realtà. Secondo, cause collegate, all' organizzazione dell' edilizia: molte imprese sorte su basi poco più che artigianali, operavano con capitali insufficienti e a costi non competitivi; costruzione di troppi immobili con caratteristiche « di alto livello»; mancanza di un organismo capace di creare un contatto diretto tra la domanda e l'offerta immobiliare. Per ovviare a quest'ultima carenza una relazione del prof. Giani e del dott. Barattini — pure presentata ieri — propone di costituire un Istituto Fiduciario, senza scopo dì lucro. Era stato concepito inizialmente come assistenza ai privati per pratiche relative ai « mutui agevolati » per l'acquisto dell'alloggio in base alla legge 1179. La legge è ormai avviata a scadenza, ma l'Istituto manterrebbe la sua utilità come * Borsa degli alloggi ». Qui dovrebbero giungere tutte Je offerte di appartamenti e gli acquirenti potrebbero averne facilmente notizia con assistenza tecnica ed economica. « La sede più opportuna — ha rilevato l'avv. Dezani — è la Camera di Commercio, un ente pubblico, per evitare il pericolo che l'istituto si trasformi in uno strumento di parte*. Ma, a Torino, le speranze di una piena ripresa edilizia sono soprattutto affidate alla realizzazione del Centro direzionale, progettato tra via Braccini e via Cavalli, corso Ferrucci, via Osasco e corso Castelfidardo. Da tredici anni se ne parla, il prof. Vaudetti ha calcolato che ce ne vorranno altri 12 per realizzarlo, dal momento in cui il progetto urbanistico vincitore del concorso indetto dal Municipio diverrà esecutivo. Come affrettare tempi ? La relazione Giani-Barattini propone la costituzione di due organismi. Primo, una società finanziaria per azioni, che promuova le operazioni di prefinanziamento dei mutui e raccolga il risparmio per la formazione del capitale necessario. Secondo, un istituto immobiliare che sovrintenda alla esecuzione delle opere. Il Centro direzionale sarà costituito da tre nuclei. A nord sull'area del mattatoio e delle caserme, sorgerà il centro amministrativo, con i palazzi della Regione della Provincia, del Comune e del Provveditorato agli Studi. Nella zona interna, gli uffici direttivi di imprese private, supermercati, negozi, esercizi pubblici e locali di divertimento A sud. alberghi, centro dei congressi e zona residenziale: « La definizione di Centro direzionale non deve applicarsi in senso restrittivo. Non si deve cioè pensare a un quartiere destinato soltanto a banche e uffici. Vi debbono sorgere anche, opportunamente disseminali, edifici d'abitazione ». Per la realizzazione del nucleo nord — che dovrebbe essere il primo a sorgere — il prof. Vaudetti ha calcolato che occorra un capitale di 5 miliardi e mezzo. « Un miliardo e (*;o milioni — ha rilevato l'avv. Dezani — potrebbero essere coperti con mutuo fondiario, garantito da ipoteca di primo grado; altri 550 milioni con mutuo ipotecario. L'Istituto finanziario dovrebbe reperire altri due miliardi di capitale sociale: cosa non impossibile, perche' una parte sarà sborsata dagli enti pubblici, l'altra da aziende in cerca di sedi idonee ». Questo capitale sociale permetterebbe il lancio di un prestito obbligazionario nella misura di un miliardo e 400 milioni: « Il suo collocamento — sostiene l'avv. Dezani — dovrebbe essere abbastanza facile a condizione di garantire un tasso non inferiore al 6 per cento, un prezzo di emissione a 95 lire per 100 nominali*. li coftvetffic* di cr Torino si l'jfittovno

Persone citate: Dezani, Vaudetti

Luoghi citati: Torino