Ho visto le bombe siriane cadere nel lago di Tiberiade

Ho visto le bombe siriane cadere nel lago di Tiberiade IL NOSTRO INVIATO SUL FRONTE DELLA GALILEA Ho visto le bombe siriane cadere nel lago di Tiberiade Per tutta la giornata di ieri gli arabi hanno sparato con accanimento su « kibbuzim » e villaggi - Gli israeliani hanno contrattaccato in forze occupando Koneytra, a 60 chilometri da Damasco - La battaglia era decisiva per il controllo delle acque, indispensabili ad Israele per irrigare il deserto del Negev Prima che l'Onu annunciasse che la tregua era stata accolta sia da Israele sia dalla Siria, il nostro inviato Francescu Rosso ci aveva mandato da Tiberiade quesia corrispondenza sugli aspri coni battimenti della giornata (Dal nostro inviato speciale) Tiberiade, 10 giugno. La guerra continua con immutata violenza sul fronte siriano. Laggiù, oltre il lago di Tiberiade, le artiglierie siriane continuano a •ovesciare valanghe di pro-z Mi/i i-ila tj II ,,li, o ri ri ,lr.,-r,iettili su Enghev, da dove siamo appena tornati, e dalle colline concentrano il fuoco anche su Almagor sull'estrema sponda settentrionale del lago di Tiberiade. E' uno strano sabato, strano e inesplicabile come tutto ciò che accade in questo angolo di mondo dove la logica non serve a nulla. Mentre i cannoni siriani tuonano fino ad arroventarsi sul villaggio di Enghev, sulla sponda orienta- le, distruggendo case e mie-, ' , :',J,. . ,. tendo vittime, qui, sulla sponda occidentale, fra Tiberiade e Cafarnao, schiere di bagnanti giocano sulla spiaggia, si tuffano nelle acque in cui l'apostolo Pietro gettava le reti. Contrasto assurdo, d'ac cordo; ma qui, in MedioOriente, ogni tentativo diapplicare i paradigmi dellalogica occidentale sarebbe altrettanto assurdo. Questa guerra tra Siria e Israele, ad esempio, può sembrare una partita a scacchi gio-cata da ciechi appunto perché sembra una guerra inutile, addirittura pericolosa, perché potrebbe mettere in moto altre forze ben più igrosse; ma acquista una .precisa evidenza se inquadrata nel gioco c nella mentalità medio-orientale. Nella calda giornata esti\va Israele ha mosso la pedina per il controllo delle acque che gli sono indispensabili a continuare la ciclopica impresa di redimere il deserto del Negev. Tutto il lago di Tiberiade era già suo, ma il confine con la Siria passava proprio al limite della spiaggia orien- \Me m cui gli israeUani non l " hanno mai potuto mettere piede nei diciannove anni della loro indipendenza. Il solo punto in cui il suo territorio si allargava un poco, una profondità di appena due chilometri, è quella lìngua di terra su cui appunto sorge Enghev e un poco più oltre il kibbuz di Tel Kazir. Per diciannove anni i terroristi e le artiglierie siriane che dominano dalle alture hanno tenuto sotto il fuoco gli abitanti di quei \'illnn? 0 .M ,. . 1 villaggi, spesso distruggen- do le piantagioni di banane Da ieri, poi, hanno intensificato il fuoco rendendo impossibile l'esistenza alla gente in quella zona. Come e perché la bomba siriana sia riesplosa quasi nello 'stesso momento in cui, sia ìpure tre ore dopo l'Egitto, \il delegato siriano accetta \ va la risoluzione di cessare il ' fuoco, rimane un grosso imbroglio tipicamente medio-orientale. nndcvtgPer far iacere questi ni-\cdi di artiglieria, dicono le\gfonti ufficiali israeliane, le\vtruppe che si trovavano\nnell'estremo nord della Ga- \Ulea si sono mosse ed han- sc MBASUO —Naqurat ■ Naharia - HAI FA 5S2 ISRAELE ÈSlì lYunisf. Rafah0 corrili kr EIArish -Natanya \TELAVIVi affermano a Washington, o abbia ideato egli stesso la melodrammatica commedia, resta il fatto che il gesto assume dimensioni politicomilitari di enorme importanza. Sconfitto, travolto, annientato sul campo di battaglia, egli voleva il successo politico e lo ha ottenuto. Le folle egiziane drogate dalla propaganda lo hanno implorato di restare per guidarle alla vittoria nella guerra santa; l'Assemblea nazionale riunita in seduta notturna ha fatto altrettanto. Ubbidendo al volere popolare, Nasser ha accettato il reincarico ed eccolo nuovamente in sella disposto ad ideare chi sa quali manovre per ripartire all'attacco. Cose che accadono in Medio Oriente. Ma la presenza di Nasser ha significati inquietanti perché egli, ad esempio, non vorrà trattare la pace con Israele. Egli non ha più esercito, non ha più aviazione, le truppe israeliane controllano tutta la costa orientale del Canale di Suez e presidiano l'intera penisola del Sinai e gli impediscono ormai qualsiasi azione militare anche se arriveranno le truppe dell'Algeria che ha dichiarato di non accettare l'imposizione dell'Onu di cessare il fuoco. Una battaglia campale sembra ormai impossibile, ma Nasser giocherà altre carte, quella dei Fedayn, cioè dei terroristi, ad esempio. Israele è un piccolo paese con due milioni e mezzo di abitanti e non può presidiare vastissimi territori occupati se non mantenendo la mobilitazione generale. E' su questo terreno che Nasser probàbilmente sì muoverà, .mettendo in moto le organizzazioni terroristiche, sia la « Olp », cioè l'organizzazione per la liberazione palestinese comandata da Mohammed Shukeiri, di cui non si sa più nulla ma che certamente è rifugiato a Damasco, sia la «Al Fatah», dominata dal Gran Muftì, colui che organizzò il complotto per uccidere Abdullah, che prima risiedeva al Cairo e in seguito, dopo esser stato cacciato da Nasser, ha riparato or! Amman sot¬ to la protezione di re Hussein, il nipote dello stesso Abdullah, che egli ha fatto uccidere. Cose da Medio Oriente anche queste, perché Shukeiri odia il Muftì, re Hussein odia Shukeiri e non si fida del Muftì, Nasser li detestava tutti fino al momento in cui è scoppiata la guerra. Però in questo momento il ritorno di Nasser potrebbe significare una rappacificazione generale e una ricostituzione dell'unità araba che la stupefacente vittoria israeliana pareva avesse infranto. Terroristi e sabotatori, organizzati da istruttori cinesi e algerini allenati alla guerriglia, possono formare le nuove schiere di Nasser che quasi certamente tenterà di trasformare il Medio Oriente in un più vasto Vietnam. Sono supposizioni e opinioni personali però, anche se suggerite dalla constatazione di alcuni fatti. Ma, ripeto, in Medio Oriente tutto è sempre sfumalo, incerto. Per esempio, perché mai Nasser, che ieri ha recitato da grande attore dinanzi alle telecamere la commedia delle dimissioni, non si è poi recato all'Assemblea per ricevere da trionfatore la nuova investitura? In una radiotrasmissione in arabo, re Hussein di Giordania ha smentito che gli americani e gli inglesi abbiano dato appoggio all'azione militare israeliana. Eppure martedì scorso, due giorni dopo lo scoppio della guerra, egli inscenava con Nasser quella conversazione per radiotelefono che gli israeliani hanno captato e registrato per fornire poi la prova che re Hussein evidentemente ha saltato il fosso. Sa che il suo nemico più irreducibile è Nasser e per salvare il suo trono ora tenta gli approcci con Israele, sia pure affermando che il suo esercito ha valorosamente combattuto subendo perdite gravissime. Indirettamente ha addossato alla disfatta dell'esercito nasseriano la colpa di tutto ciò che è accaduto in questi cinque drammatici giorni. -l Si potrebbe quindi direa che, crollato il fronte pa--ìlestinese in Giordania, lao - guerra di Palestina conti- nua in Siria. E tutto ciò-\ha una sua precisa logica-'se lo si vede nel contestoa e a dell'aspra contesa per il controllo delle acque. Quando gli israeliani decisero di costruire la gigantesca stazione di pompaggio sulle sponde del lago di Tiberiade, chiamato anche Mar di Galilea, per convogliare poi le acque fin nell'estremo deserto del Negev con acquedotti lunghi almeno cinquecento chilometri, gli arabi reagirono con veemenza minacciando la guerra contro Israele o la deviazione del corso del Giordano che alimenta il lago di Tiberiade per poi uscirne e sfociare nel Mar Morto. Ciò accadeva all'inizio del 1965. Gli israeliani continuarono a pompare l'acqua dal lago evangelico e gli arabi non fecero la guerra; però rimaneva l'incognita di ciò che avrebbero potuto fare per deviare o sbarrare con dighe le acque del Giordano che nasce in Siria, sulle pendici del mon- te Hebron. Con la loro as.surda decisione di riprendere le ostilità, i siriani hanno offerto agli israeliani il pretesto di muoversi. Oramai essi sono in territorio siriano e possono control lare tutto il corso del fiu.\me, sacro per il battesimo\di Gesù, pressoché dalle{sorgenti fino alla foce de-'finitiva nel Mar Morto. Che cosa avvenga sugiialtipiani della Siria non èaffatto chiaro. Il delegatosiriano al Consiglio di Si-curezza affermava ancorastamane che gli israeliani, » e i i 0 o e e o e n e r a hanno occupato El Koneytra, venti chilometri oltre il confine e distante una sessantina di chilometri da Damasco. Il delegato israeliano sosteneva che i siriani continuavano a sparare dalle alture contro i villaggi di frontiera e sul lago di Tiberiade, e questo è vero perché abbiamo visto i proiettili cadere su Enghev e nel lago, poco oltre la sponda, sollevando schianti spumosi di acqua. Il delegato israeliano, inoltre, chiedeva a Thant di inviare sul posto il generale Odd Bull per constatare di persona quale era la verità dei fatti. Il generale svedese Odd Bull comandava le forze dell'Onu che controllavano la linea di armistizio fra Giordania Siria e Israele. Dopo che re Hussein aveva occupato il suo quartier generale a Gerusalemme, il generale Odd Bull si è trasferito in un albergo attendendo istruzioni. Il segretario generale Thant. glie le ha inviate ed egli stamane si è recato nella Galilea settentrionale con alcuni ufficiali suoi collaboratori. Sulle contrastanti versioni non si hanno finora notile precise e nemmeno se ne e,, e\hanno sulla posizione che e\Occupano attualmente le 0 j truppe israeliane. E' molto [improbabile, come si sente no varcato il confine siria-no avanzando in una zona di aride ondulazioni identi-che a quelle che abbiamo veduto anche noi in terri- torio israeliano. Non biso-gna dimenticare che solo re-centemente. dopo la prima guerra mondiale, sono avvenute le attuali suddivisioni nazionali; per secoli e secoli anche la Siria considerata Palestina. era \dire da voci incontrollabili, \che gli israeliani vogliano \spingersi fino a Damasco. - E' un'ipotesi poco attendiò'bile anche perché la Russia, \che già protesta e minaccia \Israele, sarebbe costretta a i prendere una posizione più netta. La Russia ha dato alla Siria garanzie politico-militari, una formula alquanto ambigua, anch'essa medioorientale. Garantisce l'integrità territoriale della Siria o è soltanto una garanzia di aiuti militari? Su questo punto gli israeliani ne sanno certo più di noi e se agiscono così vuol dire che hanno fondate ragioni per farlo. Comunque gli osservatori dell'Onu diretti dal generale Odd Bull sono sul posto e riferiscono ora per ora a Thant gli sviluppi degli avvenimenti. Le notìzie ufficiali si potranno sapere probabilmente solo da New York perché gli israeliani hanno messo il silenziatore sulle informazioni. L'operazione che essi stanno svolgendo sul fronte siriano è estremamente delicata. Un metro di terra in più o in meno po- \trebbe provocare conseguenze imprevedibili non soltanto in Israele ma in campo internazionale. Più che di un'azione militare, perciò, si deve parlare di un'azione politica che si svolge con l \diplomatica cautela ì Questa almeno e la sen\sas:im,e che abbiamo avuto \sm sul luo90 dove anc0' \ra si sPara rabbiosamente, \sìa tornando a Tel Aviv per è\Megrafare. Ieri la citta era o\'mbandierata Per la -\nea ottona, dell'esercito a\lsmehano e ien sera' doP0 i\amttro notn di oscuramen l o e i o e , i e i à e a o è i e e e o e to e coprifuoco, sono tornate a risplendere le luci nelle strade e nelle case con le finestre spalancate. Ieri sera Tel Aviv esultava perché il trionfo pareva totale. Nasser era apparso alla televisione e con drammatica teatralità aveva annunciato la sua decisione di dimettersi per ritornare un comune cittadino fra i tanti. Le operazioni sul fronte siriano sembrava dovessero concludersi rapidamente. La gente è andata a dormire certa che l'indomani avrebbe trascorso il più felice sabbah della storia israeliana. Ma nella notte molte illusioni sono cadute, tutto è tornato in discussione. La guerra sul fronte siriano continua con la possibilità di altre pericolose complicazioni anche se le truppe israeliane sono saldamente attestate sulle alture da cui possono muovere per accerchiare le postazioni siriane che continuano a sparare sui villaggi di frontiera della Galilea. Nasser è risalito sul trono da cui aveva fatto finta di scendere; un gesto da grande attore, se vogliamo, però anche da sottile poli tico. Glie lo abbia consigliato Vinogradov, il vice-mini stro degli Esteri russo inviato al Cairo come amba sciator tdii Francesco Rosso Carristi israeliani reduci dal fronte siriano festeggiati dalla popolazione al ritorno a Tiberiade (Telefoto Ansa)