Perizia per il contadino che uccise il bimbo malato

Perizia per il contadino che uccise il bimbo malato Perizia per il contadino che uccise il bimbo malato A Salerno - L'imputato, quarantatreenne, te* meva che il piccolo, di 6 anni, potesse contagiare di tbc i fratelli - Il processo sospeso (Dal nostro inaiato speciale) Salerno. 9 giugno. Il contadino Nicola Calabrese, quarantatreenne, che uccise il figlio di 6 anni per timore che potesse contagiare I fratellastri dì tbc, ha ottenuto oggi dalla Corte di Assise di Salerno di essere sottoposto a perizia psichiatrica. Nel procedimento penale è coinvolta anche Filomena Trotta, di 31 anni, matrigna del piccino. I due Imputati, presenti in aula ed accusati di omicidio premeditato ed occultamento di cadavere, hanno accolto con soddisfazione la decisione della Corte malgrado i mormorii indignati del pubblico. L'avv. Domenico Petrone, difensore del Calabrese, nella scorsa udienza, aveva ottenuto dalla Corte di richiedere al manicomio di Nocera Inferiore la cartella cllnica di Aniello Calabrese, padre dell'accusato, morto a 47 anni in quell'ospedale psichiatrico. Stamane, ripreso 11 dibattito, il presidente dott. Gentile ha dato lettura di un certificato del manicomio dì Nocera in cui è confermala la follia del ricoverato, deceduto dopo un mese di degenza perché affetto da acuta manìa di persecuzione. Subito dopo, tra gli avvocati difensori e il rappresentante della parte civile si è acceso un dibattito per la richiesta dì sottoporre l'imputato Nicola Calabrese a perizia psichiatrica. L'avvocato Giovambattista Ferrazzano, patrono della Trotta, ha sostenuto che soltanto la perfetta conoscenza della personalità del Calabrese « porrà dare una spiegazione logica alla efferatezza del delitto e alla inspiegabile, fobia per la malattia del figlio, sottoposto ad indicibili sevizie ». Il p.m. dott. Nicola Glacumbì, sottolineato come l'agghiacciante crimine maturò in un ambiente di grettezza e violenza, ha dichiarato di non opporsi alla richiesta di una indagine sulle facoltà mentali del Calabrese, pur rilevando la mancanza di gravi e fondati indizi che la giustificassero. Si è battuto, invece, energicamente contro l'istanza della difesa, 11 rappresentante di parte civile, avv. Domenico D'Ambrosio,, il quale ha descrìtto l'uccisione del piccolo Aniello come l'ultimo atto di un calvario patito per anni dall'infelice bimbo. «Nicola Calabrese — egli ha detto — pur di sfuggire all'ergastolo non deve ricorrere alla follia. Condivido pienamente il concetto della difesa circa l'opportunità di fare piena luce sull'orrendo delitto. E' comune a tutti gli esseri umani una certa paura per le malattie contagiose, ma essa non può essere considerata una anomalia del carattere tale da considerare l'imputato incapace di intendere e volere. Come si può giudicare pazzo Nicola Calabrese quando tutto il suo astuto comportamento prima e dopo il crudele crimine lo accusat Egli non ha ucciso il figlioletto In una improt;rlsrt crisi di follia, ma giorno per giorno con inauditi maltrattamenti, sperando che la esile costituzione del bimbo non resistesse alle atroci sofferenze e la sua morte apparisse cos'i un evento naturale». La Corte, dopo una permanenza di un'ora in camera di consiglio, ha accolto la richiesta dei difensori. a. |.

Luoghi citati: Nocera Inferiore, Salerno