I testi accusano i due fratelli del delitto all'osteria di Sanremo

I testi accusano i due fratelli del delitto all'osteria di Sanremo I testi accusano i due fratelli del delitto all'osteria di Sanremo II processo alle Assise di Imperia - I gestori del locale hanno dichiarato: «Uno ha intimato "alzate le mani", l'altro ha fatto fuoco» (Dal nostro corrispondente) Imperla, 6 giugno. Nuova sfilata di testi stamane alle Assise di Imperia al processo contro i fratelli Carmelo e Rocco Lipari e il loro nipote Domenico Gullace accusati del delitto dell'* Osteria del Ferri » di Sanremo. In particolare Rocco Lipari che aveva negato la sua partecipazione alla sparatoria è stato smentito da alcuni testimoni. Stamane sono ritornati per primi sulla pedana dei testi moni i coniugi Raffaella e Domenico Carrocci, gestori del locale ove 11 25 agosto del 11965 avvenne la tragica sparatoria che provocò la morte di Rocco Papasergio ed il ferimento grave di Francesco Carbone. 1 coniugi Carrocci, che erano parsi un poco reti centi nel corso della loro pri ma deposizione, avvenuta una settimana fa. e che erano stati diffidati dal presidente G*ra- vagno a dira la verità, oggi hanno finalmente parlato, ed hanno affermato, fra l'altro, nel corso di un contraddittorio con il dott. Molinari, dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di Sanremo, che Rocco e non Carmelo Lipari aveva gridato alle due vittime: «Alzate le mani», prima che 11 fratello maggiore esplodesse i sette colpi. In contrasto con 1 due coniugi Carrocci, 11 cuoco torinese Agostino Carbotta ha sostenuto che l'intimazione « alzate le mani » era stata profferita da Carmelo Lipari. Il Carbotta però ha ricordato una ben grave circostanza a carico di Rocco Lipari: ha In fatti confermato che l'uomo teneva in mano al momento della sparatoria un pugnale guardando minacciosamente Francesco Carbone. Il dott. Molinari che fece le prime indagini, ha dichiaratoche a suo parere il movente | domani. del delitto è dovuto alla rivalità esistente fra Carmelo Lipari e Francesco Carbone, appartenenti a due diversi clan di immigrati e che non è da escludere che tale inimicizia fosse acuita dalla gelosia per qualche donna. Il dott. Molinari dopo aver tratteggiato la figura dei fratelli Lipari in modo non certo lusinghiero, definendoli « ambiziosi, sanguinari ed amorali » ha così proseguito: «Carmelo Lipari, negli ultimi tempi, si era avvicinato alla polizia, dando quasi l'impressione di voler rfiventarc un confidente per quanto avveniva nel suo ambiente ». L'imputato a questo punto alzandosi, ha gridato: «Non è vero, non lo avrei fatto mai, neppure se mi avessero offerto tutto l'oro del mondo*. L'udienza è stata quindi sospesa. Il processo riprenderà b. g.

Luoghi citati: Imperia, Lipari, Sanremo