Seicento tedeschi hanno chiesto di andare volontari in Israele di Tito Sansa

Seicento tedeschi hanno chiesto di andare volontari in Israele Seicento tedeschi hanno chiesto di andare volontari in Israele (Dal nostro corrispondente) Bonn, 6 giugno. Il cancelliere Kiesinger sarà ospite del presidente Johnson a Washington il 7 e l'8 luglio. L'annuncio era atteso da mesi. Dato quest'oggi dal segretario di Stato Von Hase, è passato nell'indifferenza generale. In questo momento non interessa il trattato di non proliferazione nucleare né l'offensiva diplomatica di Bonn nell'Est europeo, non emozionano le questioni della Nato né il ritiro di reparti ameri-cani della Germania, né alcun altro problema che Johnson e Kiesinger potranno discutere. Ai tedeschi interessa esclusivamente il conflitto nel vicino Oriente e le conseguenze che esso potrebbe avere. Il governo, uno speciale « Stato maggiore per le crisi », i direttivi dei partiti, sindacati, associazioni ed enti politici e umanitari si sono riuniti oggi in sedute straordinarie per esaminare la situazione creata dalla guerra e per studiare provvedimenti per alleviare i disagi delle popolazioni. Benché ufficialmente la Germania federale si dichiari neutrale, fedele alla politica della non ingerenza, è palese che la maggior parte delle simpatie, ufficiali e no, è per Israele. E' vero che parecchie decine di uomini (in età matura) si sono rivolti al rappresentante della Lega araba a Bonn offrendosi come volontari contro gli ebrei; ma è altrettanto vero che il numero di coloro che si sono presentati all'ambasciata israeliana a Bad Godesberg è di gran lunga superiore: circa seicento. Il governo di Bonn — ha detto oggi il segretario di Stato Von Hase — impedirà con ogni mezzo che uomini in età di reclutamento (tra i 18 e i 15 anni) vadano ad arruolarsi nelle file dei volontari israeliani o arabi. Nulla verrà invece fatto per ostacolare coloro che vorranno servire come medici o Infermieri. Alle autorità di frontiera verranno date disposizioni per un severo controllo delle mète verso le quali sono diretti quanti espatriano. Si prevede però — se il conflitto arabo-israeliano dovesse protrarsi — che molti volontari fingeranno di recarsi in vacanza in Italia o altrove per poi raggiungere indisturbati le zone di combattiménto. Un appello « aiuto per Israele » è stato lanciato dalla società tedesco-israeliana ed è stato pubblicato da diversi giornali, sottoscritto da parlamentari, da professori universitari e da religiosi, cattolici ed evangelici. L'appello si rivolge al giovani, agli scolari e agli studenti « delle due parti della Germania » affinché appoggino moralmente Israele. «Se l'opinione pubblica tedesca dovesse deludere ancora una volta — ammoniscono gli estensori dell'appello —, i crimini del passato e le loro conseguenze ricadranno ancora una volta su di noi » Si sono uniti scrittori, sindacati, i quali hanno offerto per Israele la somma di 3 milioni di marchi (circa 470 milioni di lire), parlamenti ragionali, giunte comunali, partiti, associazioni di ogni gene- K*?"f" ?f^f*1',™ «"T ralmente Israele. Gli aiuti alle popolazioni delle zone di combattimento sono invece destinati a tutti, senza distinzione tra arabi e Israeliani. Tito Sansa

Persone citate: Johnson, Kiesinger, Von Hase