Israele avanza su tutti i fronti Nasser blocca il Canale di Suez Le forze israeliane marciano verso Porto Said di Francesco Rosso

Israele avanza su tutti i fronti Nasser blocca il Canale di Suez Le forze israeliane marciano verso Porto Said Si deli usa una vittoria più clamorosa ohe noi '56 Israele avanza su tutti i fronti Nasser blocca il Canale di Suez Le truppe di Tel Aviv conquistano Gaza ed altri importanti centri strategici nel Sinai - L'Egitto ammette: «Si combatte su suolo arabo» - Ma spiega la sconfitta con l'assurda accusa che l'aviazione americana e quella inglese appoggiano l'offensiva di Israele - Il Cairo rompe le relazioni diplomatiche con Washington ed espelle tutti gli americani - Sugli altri fronti: occupata la Gerusalemme araba, le truppe israeliane penetrano in Giordania - Raggiunto alle Nazioni Unite l'accordo per ordinare la sospensione immediata dei combattimenti sulle posizioni occupate Le forze israeliane marciano verso Porto Said Poderosa azione dei carri armati nel deserto - L'offensiva di Israele si sviluppa su tre direttrici - Il grosso deUe truppe egiziane concentrato nel sud del Sinai per difendere l'accesso ad Akaba - Tel Aviv è tranquilla: quasi cessati gli allarmi aerei, l'aviazione di Nasser ha subito perdite gravissime (Dal nostro Inviato speciale) Tel Aviv, 6 giugno. Gaza, El Arish, Khan YuniSj Rafah, Bir Lahfam, Abbou Egueila, città egiziane, sono state occupate oggi dalle truppe di Israele dopo furibondi combattimenti. Così, nel secondo giorno di guerra, i soldati di Israele sono riusciti ad assicurarsi il controllo dell'intiera fascia Ti Gaza, di grandissima importanza strategica. L'azione offensiva israeliana, che è stata fulminea, si delinea ora con sufficiente - chiarezza. Occupata la fascia di Gaza, gli israeliani puntano verso Porto Said, non tanto per giungere all'accesso del Canale di Suez, quanto per aggirare lo schieramento egiziano. Nella zona meridionale le forze corazzate israeliane, infiltratesi a ventaglio nello schieramento nemico, procedono verso l'estremo sud, ed anche verso il nord, per rinchiudere in una sacca le truppe egiziane colà concentrate. L'epicentro della battaglia nel Sud è sempre il deserto del Sinai dove si susseguono scontri fra mezzi corazzati. Anche laggiù l'offensiva di Israele si svolge con successo. E' di oggi la notizia che gli israeliani hanno occupato Um Kutef. Si calcola che l'Egitto avesse schierato lungo tutto il fronte del Sinai circa 100 mila uomini - appoggiati da 800 carri armati. Si sa che le perdite egiziane nel Sinai sono gravi, anche se mancano dati e notizie ufficiali al riguardo. E' una sconfitta che per dimensioni supera quella già disastrosa del 1956, se si considera il fatto che stavolta Israele è sola nel fuoco della battaglia, mentre allora era sostenuta da inglesi e francesi che attaccarono Porto Said e tentarono lo sbarco. Inoltre, nel 1956, Siria e Giordania non si mossero. Stavolta, per contro, esse sono entrate in azione accogliendo anche truppe irakene e saudite. Così Israele si trova impegnata su quattro fronti quello egiziano, quello giordano, quello siriano e, in misura quasi trascurabile, quello libanese che per ora non dà molto aiuto ai « fratelli » arabi. Sul fronte giordano, gli israeliani sono in vantaggio, avendo occupato oggi Janin, 50 km. a sud-est di Haifa, oltre al villaggio di Latrum, 30 km. ad est di Tel Aviv. Janin è la prima città giordana caduta nelle mani degli israeliani. Siriani, egiziani e giordani hanno attaccato oggi in Galilea. Le truppe siriane, che erano sostenute da carri armati ed artiglieria, hanno puntato sul kibbuz di Shaar Yashiv, ma sono state poi respinte. A Gerusalemme gli scontri fra israeliani ed arabi sono più che mai cruenti, in mezzo a duelli di artiglieria. Il confine giordano, a nord e a sud di Gerusalemme, è stato varcato in due punti dalle truppe israeliane. Gli israeliani hanno occupato i villaggi di Beit Ixa e Nebi Samuel. Schfaat e Zur Baker sono cadute, del pari, in mano israeliana. FI quadro del conflitto, dopo due giorni, appare nettamente favorevole agli israeliani. La fulmineità della loro azione, la rapidità dell'avanzata con attacchi a sorpresa di audacia incredibile hanno procurato a Israele una superiorità strategica di valore incalcolabile. Gli israeliani hanno tolto al nemico ogni possibilità di offensiva aerea e ne hanno anche annientato le operazioni di copertura delle truppe corazzate. Senza dubbio il dominio dell'aria è in mano israeliana. L'attenzione generale è concentrata quasi intera mente sul fronte egiziano, dove il successo degli israe liani è stato tra i più eia morosi. Nasser sta racco gliendo la messe di odio che ha seminato in questi ultimi dieci anni ed è una messe decisamente araba. Per quanto egli voglia diminuire la gravità della sconfitta subita affermando di essere stato aggredito da Israele e gridi che gli Stati Uniti hanno incitato Israele alla guerra fornendogli tutto, dalle armi al denaro, non può nascondere l'intensità della disfatta. Il suo linguaggio è già mutato. Mentre ancora domenica incitava le folle mu sulmane alla guerra santa per cancellare Israele dalla terra e vendicare l'attacco del 1956, oggi, secondo informazioni captate qui dal l'Egitto, si è rivolto ai suoi soldati incitandoli a difendere il sacro suolo della patria: un'esortazione che fi nora non ha avuto molto successo, perché si direbbe che le sue truppe si ritirino ancor più velocemente di quanto fecero nel 1956. Al seguito di queste truppe sul fronte settentrionale del Sinai è morto il fotografo americano Paul Schuter, della rivista Life. La travolgente avanzata israeliana ha messo a soq quadro tutte le grandi po teme. Il presidente Johnson ha ordinato di cessare immediatamente il fuoco; la Russia a sua volta ha chiesto che le truppe israelia ne ritornino sulle posizioni in cui si trovavano il 5 giugno, cioè sulle vecchie frontiere. Alle Nazioni Unite si cerca un compromesso per far cessare la guerra, ma l'unico che finora ha preso una decisione perentoria è De Gaulle, che ha messo ^embargo sulla fornitura di pezzi di ricambio degli aerei Mystères e Mirages di cui dispongono gli israeliani, ed è una decisione che ha accresciuto l'impopolarità del generale perché colpisce esclusivamente Israele. Infatti le forniture militari francesi alla Giordania sono di scarso rilievo e conta poco che egli abbia incluso anche re Hussein nella lista dei colpevoli. Non si sa molto di quanto accade nel resto del mondo, ma le iniziative delle grandi potenze hanno scarsa possibilità di riuscita in questo momento, soprattutto se l'offensiva nell'estremo sud del Sinai, dove le truppe egiziane oppongonOancora una forte resistenza agli attacchi israeliani, dovesse avere successo. Gli egiziani hanno concentrato in quel settore le loro truppe meglio addestrate ed armate con lo scopo di difendere l'accesso allo stretto di Tiran che controlla il Golfo di Akaba. La popolazione israeliana è calma, non si abbandona a dimostrazioni di entusiasmo, attende lo sviluppo degli avvenimenti sopportando cori esemplare fermezza le restrizioni imposte dalla mobilitazione generale. Gli allarmi aerei, che sono stati frequenti ieri, stanotte sono diminuiti di numero e le sirene sono state silenziose a Tel Aviv tutta la mattina. I bombardamenti aerei sulla più popolosa città israeliana si sono ridotti ad una sola bomba caduta nella piazza Masarta, dove ha fatto qualche danno. Gli irakeni hanno invece bombardato Natanya ieri sera ed ancora stamani provocando due morti e ventisei feriti. Stamani è partito da Tel Aviv diretto a New York e poi a Washington il ministro degli Esteri Abba Eban per riprendere i colloqui con il presidente Johnson e partecipare ai lavori del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, convocato in seduta straordinaria per discutere la crisi del Medio Oriente. Dopo un giorno di chiusura l'aeroporto di Tel Aviv è stato riaperto ai voli commerciali ed anche questo è un indice della situazione. Evidentemente all'Egitto sono rimasti ben pochi aerei e questi pochi deve averli concentrati a sostegno delle sue truppe corazzate che contrastano l'avanzata delle forze israeliane nel Sinai meridionale. Francesco Rosso BEIRUT* :M-A-R-E ÉM^E5D3|zfTHEzRTRfA^N:E-lQ Damie El Mansuraì Il I I