Israele non rinuneia ai suoi diritti su Akaba di Nicola Caracciolo

Israele non rinuneia ai suoi diritti su Akaba Israele non rinuneia ai suoi diritti su Akaba Ferma dichiarazione del rappresentante di Tel Aviv all'Onu - L'Egitto mantiene la sua intransigenza - Il Consiglio di Sicurezza non riesce a trovare una via d'intesa : rinviati i lavori a domani (Dal nostro corrispondente) Washington, 3 giugno. Il rappresentante israeliano all'Onu, Rafael Gideon, ha dichiarato oggi al Consiglio di sicurezza che Israele non rinuncia ai propri diritti sul golfo di Akaba: «Soltanto una totale non interferenza nel traffico marittimo sul golfo è accettabile da Israele ». Il Consiglio avrebbe torto, ha proseguito, a sminuire l'importanza del gesto di Nasser: « Per Israele chiudere questa arteria è un atto altrettanto grave quanto un tentativo di portar via una parte del nostro territorio ». L'atteggiamento di Nasser, ha proseguito Gideon, ha dei precedenti estremamente gravi: nel 1939 Hitler, bloccando Danzica, pretendeva anche lui d'aver compiuto un'azione perfettamente legittima e che non avrebbe dovuto allarmare nessuno. Per Gideon la situazione può risolversi soltanto se tutte le parti si impegneranno a non compiere «o/fi di belligera n-za » (secondo il diritto internazionale il blocco del golfo è un atto di belligeranza). La mobilitazione delle truppe israeliane, ha detto il rappresentante di Tel Aviv, non ha intenti aggressivi. « E' naturale — ha spiegato — che il mio governo abbia messo il Paese sul piede di guerra. Due eserciti si fronteggiano in Medio Oriente. Uno si prepara ad attaccare Israele e l'altro a difenderlo. In questa situazione qualsiasi incidente potrebbe avere le più gravi conseguenze. «Il golfo di Akaba lega il nostro Paese all'Asia e all'Africa — ha concluso Gideon — é il nostro più importante por- to per l'esportazione dei ferii- lizzanti di cui i paesi dell'Asia e dell'Africa hanno tanto bi- sogno e per l'importazione del petrolio. Israele è deciso a te- ner duro sulla questione del golfo ». Da parte egiziana identica intrar.'igenza. Ieri è stato annunciato, in occasione della visita di Wilson a Johnson, che l'Inghilterra e gli Stati Uniti avevano deciso di convocare una conferenza di Potenze marinare che dovrà riaffermare solennemente il diritto al libero passaggio per il golfo di Akaba.'Oggi l'ambasciata egiziana a Washington ha denunciato questo progetto come « un complotto » diretto a favorire « i piani d'aggressione israeliani ». Al Dipartimento di Stato oggi si ammette che la missione dell'inviato del governo americano Charles Yost al Cairo finora non sembra aver dato risultati. Il Dipartimento di Stato ha reso noto che Yost ha conferito a lungo con il ministro degli Esteri egiziano Mahmoud Riad. A quanto pare, sulla questione essenziale di cui si è discusso — quella \ael Kolfo di Akaba — gli egi ziani sono rimasti irremovibili. Comunque le conversazioni continuano. Il Washington Post di questa mattina sostiene che se l'intransigenza degli egiziani dovesse rimanere inalterata, entro una decina di giorni il blocco di Akaba verrebbe messo alla prova dagli americani che tenterebbero di far passare attraverso di esso una petroliera. Al Consiglio di sicurezza anche oggi il delegato sovietico Fedorenko è stato estremamente aspro nei confronti degli americani. E' tornato di nuovo a parlare del blocco di Cuba nel 1962 e della gueria nel Vietnam. Il Consiglio, che nemmeno oggi è riuscito a concludere i suoi lavori con il voto di una qualche riso luzione, è stato aggiornato a lunedi. Nicola Caracciolo

Persone citate: Charles Yost, Hitler, Johnson, Mahmoud Riad, Nasser, Rafael Gideon