Gli sperperi e gli abusi dell'Inps documentati nell'inchiesta del Senato di Fausto De Luca

Gli sperperi e gli abusi dell'Inps documentati nell'inchiesta del Senato La relazione discassa in aula a metà giugno Gli sperperi e gli abusi dell'Inps documentati nell'inchiesta del Senato Denunciati lo sfruttamento dei bimbi tbc, finanziamenti a privati, il deposito in una sola banca di migliaia di miliardi a basso interesse e altre decine di scandali - In queste operazioni l'Istituto ha perso un numero incalcolabile di miliardi - Il grottesco sistema per esaminare i ricorsi dei pensionati - La principale responsabilità attribuita alla classe politica, che ha concesso per 18 anni all'ex presidente Corsi (deceduto) poteri vastissimi (Nostro servigio particolare) Roma, 1 giugno. L'inchiesta senatoriale sull'Inps (Istituto nazionale previdenza sociale) decisa il 21 luglio dell'anno scorso, è terminata e le sue conclusioni sono state rese pubbliche oggi. Esse integrano, confermandole, le notizie sullo sfruttamento dei bambini tbc da parte del dott. Aliotta e sul sanatorio napoletano « Principe di Piemonte », sul quale è pure in corso un'inchiesta giudiziaria; confermano anche, come già aveva fatto il ministro Bosco in Parlamento, le perdite subite dall'Istituto per errati investimenti o per favoritismi verso gruppi di funzionari; forniscono un impressionante quadro della confusione e del burocratismo che caratterizzano il funzionamento dell'Istituto; propongono una serie di misure per porre su nuove basi le strutture e le attività dell'Inps. A giudizio della Commissione senatoriale presieduta dal prof. Giraudo, la prima e fondamentale responsabilità va attribuita al potere politico che ha mantenuto il dott. Angelo Corsi (deceduto) alla presidenza dell'Inps per 18 anni, in violazione di una precisa norma di legge. Se si tiene conto di questa lunga permanenza, dei poteri vastissimi attribuiti al presidente dalla legge istitutiva del 1935 (elaborata quindi in epoca fascista) e della passività del Consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo, si comprende anche perché, assieme alle deficienze della vecchia legge, ci sia stata anche una larga inosservanza delle altre norme legislative. Gravi responsabilità vengono riconosciute al consiglio di amministrazione, al comitato esecutivo e al collegio sindacale, quest'ultimo per l'inefficienza della vigilanza e del controllo ad esso affidati. La relazione dice che 11 presidente Corsi esercitava un dominio autocratico sull'Inps e che tutti i rapporti di lavoro erano tanto personalizzati da degenerare spesso in scontri ai più alti livelli, come tra il presidente e il direttore generale. Come esempio viene citato uno scambio di lettere. Corsi scrive a Cattabriga: «Giudico assurda la sua lettera sugli accertamenti tecnici dell'azienda agraria di San Giovanni Suergiu, e degne soltanto di disprezzo le esplicazioni che lei ha dato verbalmente al dottor Nanni... Lei s'inganna, a partito, se crede di darmi noie su questo punto, dopo essere stato ad escogitare inverosimili meschine cose contro il presidente dell'Istituto, suscitando l'ilarità generale». E Cattabriga: «Se lei avesse sempre tenuto una condotta spoglia da personalismi, certe situazioni che deteriorano le strutture burocratiche dell'Istituto e ne danneggiano la funzionalità, non si sarebbero verificate». In questo clima matura anche il caso Aliotta. Il padre di questo, prof. Vincenzo, era consigliere dell'Istituto e capo della commissione per l'avanzamento del personale. Quindi nessuno aveva interesse a mostrare zelo. Cosi il sistema del subappalto dei bambini tuber colotici, conosciuto fin dal '58, non venne alla luce che diversi anni dopo per iniziativa dei Padri Trinitari. (Aliotta, com'è noto, creava società fasulle per ottenere, nelle zone prive di sanatori Inps, la cura dei tubercolotici, ma poi subappaltava ad istituti religiosi tali cure, ad una retta inferiore a quella da lui percepita secondo la convenzione con l'Istituto. Pertanto, i religiosi avrebbero dovuto figurare come dipendenti, ma poiché questo non sarebbe stato creduto dagli ispettori, i religiosi stessi erano invitati da Aliotta a non farsi vedere dagli ispettori). Ad una ispettrice che visitò uno di questi istituti, il sen. Chalind ha domandato: « Ma. lei non vide che avevano la barba?». «Si che lo vidi, e mi dissero anche che erano loro quelli che provvedevano ni malati». «Perché allora non denunziò il fatto?». «Non spettava a me farlo. Io ero incaricata soltanto di una ispezione sanitaria ». Più in generale, 1 senatori hanno constatato la cattiva utilizzazione delle 60 case di cura per tbc di proprietà dell'Inps: alcune sovraffollate, altre semivuote. Sulla gestione del patrimonio, cioè sugli investimenti, altrettanto gravi le risultanze. A Roma, per la mancata rivalutazione degli alloggi e l'aggiornamento dei prezzi dal 1959, l'Inps ha perduto due o tre miliardi. Nell'acquisto e nel ripristino, non ultimato, della Galleria Margherita è stato perso un miliardo e mezzo. Con lo scopo dichiarato di perseguire un fine sociale l'Inps ha finanziato cooperative edilizie tra gii alti funzionari, facendo un pessimo affare e consentendo grosse speculazioni. Senza preventivare né 1 costi né i rischi, ma solo per « l'ambizione pio¬ ncèlvnmtès nieristica del presidente Corsi c di alcuni amministratori», è stato preso un impegno nell'azienda agraria di San Giovanni Suergiu (Sardegna) e nell'Ammi (Azienda minerali metallici) con una perdita di tre miliardi. Ma il fatto più clamoroso è nei rapporti fra l'Inps e la Banca Nazionale del Lavoro. Le entrate dell'Inps sono passate da 83 miliardi nel 1945 (valuta 1945) a 3361 miliardi, mentre le uscite sono salite da 98 a 3100 miliardi. La media del deposito presso, la Banca è di cinquanta miliardi al mese. La trattativa sia sul tasso di interesse sia sulla valuta e i diritti di commissione è sempre stata fatta dal presidente. Non è stato possibile alla commissione andare a fondo, per 11 muro del «segreto bancario ». Nella contabilità dell'Inps risulta rispettato il cartello bancario che impone alle banche associate di non derogare da determinati saggi di interesse. Ma, osserva la commissione, sono le banche stesse che hanno denunciato una prassi di costante violazione del cartello, che si manifesta ovviamente, per la concorrenza tra gli istituti, nel riconoscere al cliente saggi di interesse più elevati. Su grandi somme, anche un piccolo scarto si esprime in cifre consistenti. Manifestando le sue * perplessità » su questo punto, la Commissione riferisce anche che « doni » delle banche per oltre 300 milioni venivano distribuiti dal presidente e dal direttore generale dell'Inps sia all'interno dell'Istituto che all'esterno, fra l'altro a sezioni di quasi tutti i partiti, ma per somme assai modeste. Per modificare 1 il sistema degli investimenti, la Commissione propone che si tolga all'Inps questa responsabilità, che non è sembrato in grado di assolvere bene, e di affidarla « ad altri organi specificamente competenti ». Per quanto riguarda i depositi bancari, si suggerisce che l'Inps non abbia rapporti con una sola banca, ma con tutte le banche di Stato. Il terzo settore esaminato è stato quello dell'amministrazione delle « gestioni > (pensioni, disoccupazione, assegni familiari, ecc.). Qui viene documentata la burocratizzazione' dell'attività che mette i lavoratori in condizioni di assoluta impotenza di fronte all'istituto. La commissione osserva che la prevalenza di troppe preoccupazioni « non istituzionali:» ha distratto l'Inps dai suol veri compiti. L'Inps dice che per la concessione di una pensione occorrono quattro mesi dal momento della domanda. In realtà ci vuole un anno, quando tutto va bene. Da notare che l'Inps non è tenuta a rispettare nessun limite di tempo per cui, in teoria, - potrebbe far durare una pratica anche due o dieci anni. Situazione addirittura grottesca per l'esame dei ricorsi per le pensioni in seconda istanza, cioè nella sede romana. Riferisce il sen. Giraudo: «Ci sono solo 4-5 persone che si trovano davanti mille pratiche in ogni seduta. Le pratiche sono suddivise, cosi come vengono dalle commissioni provinciali, in tre pile: giudicate in modo positivo, giudicate in modo negativo, con giudizio incerto. I commissari lavorano col metodo del campione: prendono tre o quattro pratiche a caso nelle tre pile, si formano un giudizio e poi liquidano, uniformemente, tutte le altre ». Per questo settore la Commissione suggerisce un decentramento dell'esame dei ricorsi a livello regionale e provinciale. Come criteri generali, la Commissione propone una serie di misure di carattere legislativo che dovrebbero limitare e disciplinare i poteri del presidente, dare responsabilità al consiglio di amministrazione e al comitato esecutivo, ridare vitalità ed incisività ai controlli del collegio del sindaci (garantendo la sua democratioità ed indipendenza dall'Inps), assicurare serietà ai controlli ispettivi Opinioni diverse sono state manifestate dalle correnti po litiche presenti nella Commissione d'inchiesta sul modo di strutturare gli organi direttivi. Unanime l'accordo nel prospettare l'unificazione della riscossione delle contribuzioni assicurative. La relazione sarà discussa dal Senato alla ripresa dei lavori dopo le elezioni siciliane dell'll giugno. Fausto De Luca

Persone citate: Aliotta, Angelo Corsi, Cattabriga, Giraudo

Luoghi citati: Piemonte, Roma, San Giovanni Suergiu, Sardegna