L'America sollecita alle Nazioni Unite che sia tolto il blocco al Golfo di Akaba di Nicola Caracciolo

L'America sollecita alle Nazioni Unite che sia tolto il blocco al Golfo di Akaba Riunito d'urgenza ii Consiglio «fi Sicureiexa L'America sollecita alle Nazioni Unite che sia tolto il blocco al Golfo di Akaba L'ambasciatore Goldberg afferma: « Riteniamo che la situazione nella zona sia particolarmente diffìcile » - Appello ad Egitto ed Israele perché concedano « respiro » alle trattative diplomatiche Il delegato egiziano conferma che II Cairo non lascerà passare le navi di Tel Aviv per Akaba l o o (Dal nostro corrispondente) Washington, 29 maggio. Questo pomeriggio il Consiglio di Sicurezza, delle Nazioni Unite ha ricominciato a discutere della crisi nel Medio Oriente. I problema da risolvere si dividono in due que- sifoni essenziali, legate stret-, tornente tra di loro: 1) evita-] re una prova di forza tra le gtruppe egiziane e quelle israe-iliane; ì) trovare una formulai prr risolvere la questione dell golfo di Akaba che gli egiziani hanno bloccato chiudendo così il porto israeliano di Eilath. decisione che per gli israeliani rappresenta un vero e proprio atto di guerra. L'ambasciatore americano Arthur Goldberg ha detto che sarebbe un «triste errore» ritenere risolta la situazione. Egli ha proposto che entrambe le parti accettino il suggerimento di Thant, il quale' aveva chiesto sabato scorso una moratoria a ogni atto violento, moratoria destinata a dare alla diplomazia mondiale un periodo di respiro sufficiente alla ricerca di una qualche soluzione ' Riteniamo — ha detto Goldberg — che la situazione sia particolarmente difficile nel golfo di Akaba ». Per ciò è necessario che. mentre continua la ricerca di un terreno d'intesa tra le parti, venga levato il blocca al golfo di Akaba, che appunto rappresenta una di quelle azioni precipitose capaci di provocare la guerra. L'atteggiamento americano, ha spiegato Goldberg. non significa prendere posizione per una parte o per l'altra ma riflette una politica t fermamente impegnata a di fendere l'indipendenza e l'in tegrità territoriale di tutte le nazioni della zona ». Il delegalo egiziano Mohammed Aicnd Ke Kong, pur pronunciando un discorso di tono tutto sommato più moderato delie sue prese di posizione nei giorni precedenti, non ha accettato il piano di Titani. Gli egiziani non limino nessuna intenzione di lasciar passare liberamente attraverso il golfo di Al.abu il traffico marti timo diretto verso il porto israeliano di Eilath. « II solfo di Akaba - ha detto l'ambasciatore Kong — è stato dominato dagli arabi per più di mille anni > La presenza israeliana a Eilath non modifica la sostanza di questa situazione, dato che si tratta di una presenza illegittima. \ Oltre a ciò l'Egitto resta in ' stato di guerra contro Israele, ha diritto quindi a impedire olle il porto di Eilath venga] utilizzato per il trasporto di] materiali strategici che possono servire alle truppe isrne-l liane per attaccare gli arabi.', Il discorso di Kony è statoI iungo e diffuso. Israele, secondo il suo punto di vista,) non c altro che una testa dil ponte del colonialismo nei i Medio Oriente L'attuale tcn- | sione, ha detto a più riprese Kony, e stata causata da una . serie di atti aggressivi da parte degli israeliani. Gli egiziani non hanno fatto nessuna concessione. Il blocco del Golfo di Akaba non verrà sospeso. Gli elementi di fondo della crisi in Medio Oriente restano inalterati. Tut-\ to ciò che si è finora riuscito, ad ottenere è « il breve perio- | do di respiro» di cui aveva] parlato sabato Thant. Il rappresentante israeliano. Gideon Rafael, ha invece cìiie-' sto chi le truppe egiziane ven-gana allontanate dalla frontiera e che il Golfo di Akabu\ sia aperto senza nessuna di- scrimtnazione al traffico marittimo. L'ultimo oratore della gioì-, nata è stato il rappresentante] sovietico Fedorenko che ha' accusato «le provocatorie ag-! pressioni» ili Israele di essere] alla base dell'attuale tensione nel Medio Oriente e ha attac-^ caio con estrema asprezza la\ politica americana in Viet-', nani. La cosa potrebbe avere] un'importanza maggiore di] quanto potrebbe apparire a\ prima vista: il parlare deh Vietnam nel corso di una di-i scussione dedicata al Medio' Oriente — e il parlarne a fim-j go - potrebbe essere un segno nione Sovietica infe»lde|tenere legate le due questioni, che l'appoggio dato a Nasser rappresenterebbe una forma ili rappresaglia contro la politica americana in Vietnam. La questione è d'importanza fondamentale. Per valutare le intenzioni di Nasser sarebbe infatti necessario sapere fino a che punto e con quali fini l'Unione Sovietica si è impegnata a sostenerlo. Il problema i lontano dall'essere consi- derato risalto a Washington. IBasta constatare che oggi Fe-1darenliO, al Consìglio di sica rezza, è stillili alo persino più\he non il itele intransigente i qato egiziano. Nicola Caracciolo Zona di confine con l'Egitto nel deserto del Negev: una ragazza israeliana mangia il rancio con i compagni di reparto. Nell'esercito di Tel Aviv le donne arruolate non combattono ma hanno funzioni logistiche e di assistenza (Telefoto Ansa)