Vinse in una serata 14 milioni a scopa

Vinse in una serata 14 milioni a scopa Vinse in una serata 14 milioni a scopa Un impiegato di Roma condannato a un anno e 5 mesi di reclusione - Era accusato di circonvenzione d'incapace (Nostro servizio particolare) ' Roma, 27 maggio. (.17. g.) La Corte d'Appello ha confermato la condanna ad 1 anno e 5 mesi di reclusione dell'impiegato Salvatore De Vivo, che vinse al suo amicc Paolo Biasciucci 14 milioni giocando alcune partite a carte nel corso di una sola serata. Inutilmente, l'Imputato ha sostenuto che il gioco si svolse regolarmente: i giudici sono giunti alla conclusione che Salvatore De Vìvo si è approfittato della ingenuità altrui per cui deve essere considerato responsabile di circonvenzione di incapace. Questa storia, che ha preso origine da una lunga serie di partite a «scopa», si è prolungata attraverso quattro processi penali (e non è ancora terminata in modo definitivo perché Salvatore De Vivo ha presentato ricorso in Cassazione, oggi) dal marzo 1962 quando Paolo Biasciucci si alzò dal tavolo avendo perduto 14 milioni e saldando 11 debito con il vincitore con cento biglietti da 10 mila lire per un totale di 1 milione e con la cessione della proprietà di un appartamento valutato 13 milioni di lire. Quando il fratello di Paolo Biasciucci fu informato di quanto era accaduto si rivolse subito alla magistratura sostenendo che Salvatore De Vivo aveva approfittato di qualcuno che non era in condizione di intendere e volere. Dopo una indagine psichiatrica conclusasi con pareri discordi espressi dai medici che visitarono Paolo Biasciucci, si passò al procedimento penale. Il Tribunale condannò Salvatore De Vivo ad 1 anno e 5 mesi, ma la Corte d'Appello annullò la sentenza e prosciolse il vincitore dei 14 milioni. La Cassazione però ritenne opportuno che si procedesse ad un altro esame, quello compiuto oggi dalla Corte d'Appello che ha confermato il giudizio del Tribunale con la condanna di Salvatore De Vivo.

Persone citate: Paolo Biasciucci, Salvatore De Vivo, Salvatore De Vìvo

Luoghi citati: Roma