Colombo: solo una politica dei redditi può assicurare la stabilità monetaria di Arturo Barone

Colombo: solo una politica dei redditi può assicurare la stabilità monetaria Dichiarazioni del ministro dei Tesoro al convegno promosso dalla Cisl Colombo: solo una politica dei redditi può assicurare la stabilità monetaria Governo, industriali e sindacati devono assumersi le loro responsabilità - E' necessario superare gli squilibri, tra Nord e Mezzogiorno, tra industria e agricoltura - Entro il 1980 dovranno essere creati 5 milioni di nuovi posti di lavoro «efficienti» - Questo implica per la classe dirigente un impegno non meno faticoso di quello sopportato dal 1951 ad oggi (Nostro servizio particolare) Roma, 27 maggio. Non esistono ricette taumaturgiche per difendere o riconquistare la stabilità monetaria: questa potrebbe essere, in sintesi, la conclusione del settimo convegno di studi promosso dalla Cisl; Il prof. Vito, riassumendo' i lavori del convegno, ha infatti riconosciuto che, se i « vecchi strumenti » non bastano, i « nuovi » sono ancora da definire in sede teorica, specie quelli di politica salariale, che puntano sui collegamento fra retribuzione e produttività. Le difficoltà di questa politica sono oggi illustrate dalie accese polemiche in corso in Inghilterra intorno al « blocco dei salari e dei prezzi » disposto dal governo laburista. Su questi problemi un'efiìcace testimonianza è stata resa stamane dal ministro del Tesoro Colombo in un discorso in parte retrospettivo ma nella parte tinaie tutto proiettato verso il futuro. Egli ha anzitutto lodato la Cisl per il tema prescelto, affermando che se la nostra società va maturando sempre più sul piano democratico, malgrado il diverso parere di molti, ciò accado zanche per il fatto che i sindacati più moderni abbandonano le posizioni protestatarie ed assumono lineile della corresponsabilità nella guida della evoluzione economica, sociale e civile della società. Colombo ha quindi rievocato « l'esperienza dura e faticosa » della lotta contro l'inflazione nei 1963-'64. Si partì con i «vecchi» strumenti della politica monetaria, controllando le due fonti interne di creazione di liquidità (spesa statale e credito bancario), ma s'integrò la manovra con misure fiscali «abbastanza efficienti». Ma i mezzi monetari così sottratti ai consumi, ha affermato il ministro, «non furono destinati, secondo le regole classiche, alla riduzione del deficit del bilancio dello Stato, bensì al finanziamento degli in vestimenti -proqiiijt^iv^ cfi correva realizzare sia por accrescere l'offerta globale e dare un contributo al suo equi librio con la domanda, sia per non compromettere alcuni programmi di sviluppo, settoriali e territoriali, già in parte finanziati ed il cui arresto avrebbe significato da una parte distruzione dei mezzi già utilizzati per quei programmi, " 33B atti ii immcdiutii Gteseìtn della disoccupazione ». Le difficoltà, incontrate al lora, per riconquistare la stabilità monetaria convinsero il governo che «prevenire fosse assai meglio che reprime re» e a questo convincimento s'ispira l'adozione, nel programma quinquennale, della tanto discussa « politica dei redditi». Secondo Colombo, dobbiamo « imparare ad usare lo strumento della politica dei redditi nella sua integrale concezione. Nel senso che i principi che la contraddistinguono vanno applicati a qualsiasi tipo di reddito, e non certamente ai soli redditi di lavoro. Naturalmente, accettare e praticare un'efficiente politica dei redditi (usare cioè lo strumento più moderno della stabilità monetaria) implica l'assunzione di severe ed incisive responsabilità della classe dirigente del paese: dei politici, dei lavoratori, degli imprenditori. Specialmente di fronte alla situazione italiana degli aimi auueiiirc ». A questo punto il ministro ha illustrato i motivi (esodo agricolo, progresso tecnologico, nuove leve giovanili) che fanno stimare in circa 5 milioni i nuovi « efficienti » posti di lavoro da creare entro il 1980. Se realizzato, tale obiettivo renderebbe « più matura e più libera la nostra società, più effettiva la partecipazione dei lavoratori italiani alla vita democratica ». Si tratta però di un impegno, per la classe dirigente del paese, c non meno faticoso di quello sopportato dal IDòt ad oggi». Dopo avere affermato che il primo e più urgente compito è quello dell'ammodernamento e del riordino del settore pubblico, nelle sue strutture centrali e periferiche, Colombo ha sostenuto la possibilità di utilizzare questo scorcio della legislatura per gettare le basi per l'attività di quella successiva. Egli ha fatto esplicito accenno a tre problemi: com pletamento, col voto del Sena to, dell'iter legislativo del pio grarania; delega al governo per la riforma tributaria; predisposizione di quanto è necessario per l'attuazione di un « efficiente ordinamento regionale ». Cosi — lia proseguito il ministro del Tesoro — la prossima legislatura, libera dagli impegni per riconquistare la perduta stabilità monetaria potrà essere «essenzialmente dedicata a risolvere in via definitiva i problemi dell'adegua mento dell'otre vecchio al vino nuovo (riordinamento dello Stato e delle sue strutture territoriali con l'istituzione delle Regioni, attuazione delle leggi delegate di riforma tributaria, completamento degli impegni per la scuola). Contestualmente, nel solco del programma quinquennale di sviluppo, sollecitazione della crescita economica del paese, badando bene a perseguire non un qualsiasi sviluppo ma uno sviluppo die. insieme con la crescita del reddito, assicuri il superamento degli squilibri settoriali e territoriali ». « Uno sviluppo — si è affrettato a precisare — che tenga anche conto della distribuzione territoriale delle forze di lavoro e che eviti il dramma degli spostamenti di massa, delle forti migrazioni interne che, inizialmente dolorose sul piano umano, possono] essere pericolose, in un secondo momento, anche sul piano economico. Non piccola parte di quel che è avvenuto nel LOfi.! 6 infatti dovuto all'alta concentrazione degli investimenti in aree territoriali troppo ristrette: uno sviluppo più equilibrato territorialmente deve essere impegno politico di tutta la classe dirigente italiana ». Arturo Barone i

Persone citate: Tesoro Colombo

Luoghi citati: Roma