Domani De Gaulle a Roma per il «vertice» europeo di Michele Tito
Domani De Gaulle a Roma per il «vertice» europeo I dieci anni della Comunità dei Sei Domani De Gaulle a Roma per il «vertice» europeo Sono già arrivati nel nostro Paese i rappresentanti del Belgio e dell'Olanda - Oggi è atteso il tedesco Brandt, domani Kiesinger - Il discorso celebrativo sarà pronunciato da Saragat che avrà un incontro privato col Presidente francese - Martedì i lavori - Previsti intensi colloqui sull'ingresso dell'Inghilterra nel Mercato comune: sarà difficile superare l'intransigenza di Parigi (Dal nostro corrispondente) Roma, 27 maggio. La grave situazione internazionale non riduce l'importanza del vertice europeo di lunedì e martedì a Roma. Forse dà più risalto all'esigenza che l'Europa risolva con spirito aperto i problemi controversi; e contribuisce a disarmare l'intransigenza nazionalistica che ritarda i progressi della Comunità. Per quanto la Francia lo abbia ripetutamente escluso, un dialogo politico dovrà esserci: si dovrà parlare della situazione mondiale e dei suoi riflessi sull'Europa ; un inizio, un qualcosa che pi ;pari la ripresa di un discorso sull'avvenire della Comunità saranno comunque acquisiti. E' qualcosa di più di ciò che ci si poteva attendere negli ultimi tempi, col significato tutto particolare che il generale De Gaulle voleva dare alla sua presenza a Roma. R resto, stando alle previsioni, è vago e incerto. Le minacce che gravano sulla pace oscurano un poco la solennità delle celebrazioni del decimo anniversario dei trattati di Roma. Ma sono celebrazioni che sanzionano una riuscita prestigiosa. In dieci anni il commercio estero dei Sei è raddoppiato, come sono raddoppiate le riserve in oro e divise. Il Mercato comune è la prima potenza commerciale del mondo. Ora, sarebbe necessario superare altre difficoltà, la prima delle quali riguarda l'ingresso inglese nel Mec. E il vertice aveva appunto lo scopo, anche se non dichiarato, di indurre la Francia a discutere del problema con i suoi cinque associati, misurando, nella cornice delle celebrazioni, ciò che è stato conquistato e ciò che la fedeltà a vecchi schemi può far perdere. Ma sul terreno pratico e immediato si possono attendere, al massimo, decisioni sul problema della fusione dei tre esecutivi della Comunità (Ceca, per il carbone e l'acciaio, Mec, per il Mercato comune, ed Euratom per l'energia atomica) e sulla successione di Hallstein. Si teme invece la ripresa di un vecchio discorso di De Gaulle sulla necessità di un'Europa dei Sei organizzata autarchicamente sul piano economico e sul piano militare, un rinnovato tentativo di fare dell'Euro ■pa una realtà stancata dal l'America e necessariamente sottomessa, senza l'Inghilterra, alla «protezione» atomica francese. Si teme, infine, che il generale De Gaulle faccia dell'accoglimento delle sue idee una condizione per concedere non l'ingresso inglese nel Mec ma l'accettazione d'una associazione tutta particolare, articolata su « legami speciali » da rendere più fitti col passar degli anni. Non sarebbe una proposta accettabile. Nonostante alcune esitazioni, da parte italiana si è preparati a respingere anche la richiesta eventuale di riunioni periodiche, istituzionalizzate, tra i sei ministri della Difesa. Il vertice europeo pone così di fronte la Francia e i suoi cinque associati del Mercato comune. E' un confronto severo, complicato dagli avvenimenti nel mondo, che non può dare risultati immediati e visibili. Ma poiché non è possibile agire senza la Francia, ottiene almeno il risultato di porre la Francia di fronte alla realtà. Vi sono, appunto nel momento attuale, responsabilità gravi cui non si sfugge: ad esse farà riferimento l'Italia, come paese ospitante, attraverso il discorso di Saragat in Campidoglio.Michele Tito
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