Londra spera ancora in un compromesso di Mario Ciriello

Londra spera ancora in un compromesso Londra spera ancora in un compromesso Il « premier » Wilson segue lo svolgersi della situazione ora per ora (Dal nostro corrìsiiomlente) Lonrira, 27 maggio. Le ultime 24 ore sembrano aver attenuato, sia pur di po-co, il cupo pessimismo che pe-dava ieri su Londra. Il premierWilson segue ora per ora gli sviluppi della crisi. Dalla somma delle informazioni eindiscrezioni tiiii pervenute datutto il mondo, diplomazia estampa britannica traggono l'impressione che il pericolo di un conflitto arabo-israeliano sia adesso meno immediato, incalzante. L'atmosfera è tuttora elettrica, un incidente di frontiera potrebbe accendere un incendio dalle conseguenze imprevedibili: ma alcuni sviluppi diplomatici hanno rianimato le speranze di Londra. Il ministro israeliano degli Esteri Abba Eban sembra aver ricevuto da Johnson nuovi inviti al. la cautela ma anche nuove assicurazioni: Kossighin ha inviato a Nasser un messaggio personale, esortandolo — pare — a non eccedere nel suo rischioso giuoco: Mosca, infine, non ha ancora respinto ufficialmente la proposta francese per discussioni tra i « quattro Grandi ». Purtroppo, la crisi è divenuta di tale complessità che non è facile, neppure per gli esperti, individuarvi i motivi di ottimismo o pessimismo. Fattori locali s'intrecciano con gli internazionali, e su tutto questo vortice di odi, di timori, di ambizioni, di demagogia, di false o vere minacce, di speranze e d'iniziative di pace vi è il punto interrogativo dei rapporti fra le due super-potenze, Russia e Stati Uniti. Cosa voglia esattamente Mosca non è chiaro: ma forse non si erra se s'afferma chedesidera trarre il massimovantaggio da questo perturba-mento senza correre il rischiodi un conflitto con gli StatiUniti, e neppure quello diun conflitto arabo-israeliano,Questo almeno a giudizio diLondra. E' difficile sapere — diconogir inglesi — se Nasser, nonostante i suoi bellicosi discorsi, avesse, ed ha, l'intenzione di «distruggere» Israele. Ma, quale che sia la verità, non v'è dubbio che i severi avvertimenti americani e i consigli russi alla prudenza hanno contribuito a frenarne l'impeto. Come ricordano vari commentatori, < la sola presenza nel Mediterraneo orientale della poderosa sesta squadra navale americana induce alla rifles-sione anche il più focoso lea-der ». Ma, ciò premesso, nes-suno prevede una rapida e faci le soluzione della disputaAnche perché — ed è un pinito vitale — ogni soluzione dipenderà dalia buona volontàdi Nasser, e il Presidente egizìano negozia adesso ila pòjsizione di altissima forza Nasser - insiste la stampa(inglese - ha in mano tutte le carte. Regola a suo piaci mento l'accesso al golfo di Akaba; ha allontanato i « casnhi blu» dell'Orni; ha acqui stato, con tale azione, un prestigio panarabo riconosciuto pubblicamente dal suo stesso avversario nello Yemen, l'Arabia Saudita; ha l'appoggio sovietico e. sapendo che Wash ington non vuole un secondo Vietnam, si può permettere una buona dose di anti-americanismo. L'« Ohserver » di do mani affermerà che Nasser, con queste sue ultime iniziative, vuole finalmente costringere gli occidentali a riconoscere che * nulla di decisivo » — quindi anche un eventuale accordo con Israele — può essere conseguito nel mondo arabo senza il suo consenso e sostegno: * Chi conta è, Nnssr,r non Hussein di Giordania o Feisal dell' Arabia Saudita ». Tenuto conto di questi elementi, gli osservatori inglesi non escludono che s'arrivi a un « compromesso » fra II Cairo e Tel Aviv. L'Egitto s'impegnerebbe a non imporre, per lo meno rigorosamente, il «blocco» navale; Israele, a ridurre la pressione militare sulla frontiera con la Siria. Tale « compromesso » potrebbe essere irrobustito da una « presenza » dell'Orni sullo stretto di Tiran e lungo il confine fra fsraele e la Siria. E, se tutto andrà bene, la «lezione» dovrebbe sollecitare le super-potenze a operare meglio che in passato per una duratura intesa fra Tel Aviv e tutte le nazioni arabe. Mario Ciriello

Persone citate: Abba Eban, Johnson, Kossighin, Nasser