Senza attrezzature razionali l'Italia rischia di perdere i turisti tedeschi di Massimo Conti

Senza attrezzature razionali l'Italia rischia di perdere i turisti tedeschi L'ORGANIZZAZIONE DELLE VACANZE E' DIVENTATA UNA GRANDE INDUSTRIA Senza attrezzature razionali l'Italia rischia di perdere i turisti tedeschi Malgrado le difficoltà economiche, metà dei cittadini tedeschi passeranno le ferie all'estero - Non sono disposti a rinunciare a questa «conquista»; però chiedono sempre di più - La severa concorrenza tra le compagnie turistiche ha fatto ribassare i prezzi; i viaggi su aerei speciali hanno messo persino l'India e le Bahama alla portata del turista medio - L'Italia è sempre il paese che più attrae gli abitanti del Settentrione; tuttavia essi chiedono viaggi più rapidi, mezzi di comunicazione meno costosi, catene di alberghi «sicuri» (Dal no3tro inviato speciale) Colonia, maggio. I primi, compatti scaglioni di turisti tedeschi che da parecchi mesi meditavano la vacanza all'estero hanno lasciato la Germania fra il sabato e la - domenica di Pentecoste, festa che corrisponde un po' al Ferragosto italiano, ma anche al bank holiday degli inglesi. La Germania, in quei giorni, era flagellata dai nubifragi, con treni in ritardo ed aeroporti chiusi al traffico. Eppure la grande stagione del turismo è cominciata con la consueta, inesorabile puntualità. I tedeschi che per questa estate progettano il viaggio all'estero non sono meno di trenta milioni, secondo i calcoli degli uffici per il turismo. La cifra che essi spenderanno non sarà inferiore a quella dell'anno passato che superò i dieci miliardi di marchi. Il boom ad onta della bassa congiuntura, perché le vacanze rientrano fra le spese irrinunciabili della famiglia tedesca, poste in bilancio con mesi di anticipo, anche a prezzo di sacrifici. Poi la Repubblica Federale che ha eccessive riserve valutarie, fonte di squilibri nella sua bilancia dei pagamenti, ha ora bisogno di esportare moneta. Il governo quindi reputa utile, tuttora, incoraggiare il turismo; e le agenzie di viaggi, che paventavano qualche contraccolpo per via della congiuntura, hanno ribassato i prezzi, offrendo combinazioni oltremodo vantaggiose. Siamo arrivati, ormai, ai limiti della concorrenza. Per centoventimila lire, una agenzia di Colonia assicura « quattordici giorni di sole a Palma de Majorca»: quattordici giorni effettivi, dato che si va e si torna in aereo senza sovrapprezzo. La misura della concorrenza, sul mercato turistico della Germania, è data anche dalla varietà delle offerte. Il ribasso delle tariffe aeree ho. allargato gli orizzonti del turismo di massa, i sogni sono più a portata di mano, curiosità e capricci possono trovare appagamento. Fra le curiosità dei tedeschi c'è ancora qualche paese del mondo comunista, ma queste tendenze sono chiaramente in declino. Ora che un viaggio a Sofia o a Bucarest non sa più d'avventura, pesano sulla scelta dei turisti le scomodità e i disagi che nei paesi dell'Est sono sempre inevitabili. Fra i capricci di stagione possono esservi ancora, a seconda delle capacità finanziarie, le vacanze alle Bahama o le eccitanti scorribande in india e in Afganistan. Però nel mezzo di queste fluttuazioni si consolidano tendenze precise. Parliamo degli itinerari ormai consueti per i tedeschi e i pòpoli deì~*n#rd--Jv^j}enere: l'Austria, la Svizzera, "TÒT Spagna e, naturalmente, l'Italia. Ci fu, fra il '63 ed il '64, un periodo poco favorevole per l'Italia, riflesso di incerte condizioni politiche e psicologiche. Erano i tempi in cui i giornali erano impegnati in una veemente campagna contro l'Italia che prendeva le mosse, fra le altre cose, dalla vertenza alto atesina. L'intervento del ministro Corona, responsabile per il turismo, contribuì a sciogliere tempestivamente molte difficoltà, tanto che negli ultimi due anni le correnti turistiche tedesche hanno potuto riprendere il loro corso. Furono 5 milioni e 448.000 i tedeschi che visitarono l'Italia nel 1965, 5 milioni e 507.000 nella scorsa stagione. Siamo Quindi attestati su un livello che viene giudicato soddisfacente e che rappresenta, tuttora, un fattore essenziale nella bilancia dei pagamenti italo-tedcsca. L'Italia resta il paese prediletto dai tedeschi e dai popoli nordici in genere, e per il clima, e per le suggestioni della natura e dell'arte, e per la cortesia dei suoi abitatori: cortesia nel senso filologico, che è più di gentilezza ed è anche qualcosa di diverso dalle buone ma¬ niere. Ora però sembra venuto il momento di domandarci: possiamo riposare per lungo tempo sui nostri successi senza preoccuparci più di nulla? Al pari di altri fenomeni sociali ed economici, il turismo va considerato in prospettiva; e gli esperti della materia cominciano a valutare, per quanto ci riguarda, le nuove tendenze del turismo di massa che si evolvono in fretta, di conserva coi tempi. Ormai il turista moderno, sollecito del suo tempo libero e del suo denaro, inclina alla vacanza perfettamente organizzata, che lo libera da ogni cura e lo sottrae agli imprevisti. E' un fatto che la più gran parte dei tedeschi e delle genti nordiche preferiscono affidarsi alle previdenze degli uffici di viaggio che programmano le vacanze senza margini di rischio. Ricorrono a uffici e agenzie anche coloro che disdegnano i viaggi in comitiva, dato che la programmazione non esclude la privacySi impone cosi un turismo di tipo industriale, studiato e trattato come una merce, e capace, a sua volta, di influire sui gusti del consumatore, di condizionarne i desideri. A noi interessa soprattutto il fatto che i « persuasori occulti » del mercato tedesco stanno conuogliando correnti sempre più cospicue verso i paesi che offrono i presupposti per un turismo di tipo industriale: in grado cioè di assecondare, dal punto di vista organizzativo, i piani degli imprenditori impostati sul principio del piccolo margine di profitto in rapporto alla « quantità ». La Spagna, in primo luogo, ma anche la Grecia e il Portogallo sono fra i paesi prèsi di mira dagli industriali del turismo germanico e scandinavo. Così l'Italia si trova esposta, per la prima volta, a un genere di concorrenza tuffaitro che trascurabile. 71 baizo- -empiuto dalla Spagna è stato fra le'novità—della scorsa stagione ed anche quest'anno le correnti turistiche verso quel paese sembrano assai promettenti. Per l'industria delle vacanze, la Spagna è il paese ideale: i prezzi sono bassi, perché bassi sono il livello di vita e i salari, e questa, naturalmente, è la circostanza più favorevole ai fini del profitto. Ad assecondare la « programmazione » vi sono poi, laggiù, catene di alberghi statali che si distendono da Barcellona a Torremolinos, collegamenti aerei rapidi col sistema dei charters, buoni servizi ausiliari fra gli aeroporti e i centri di villeggiatura. La vacanza in Spagna, a giudizio di molti tedeschi, non implica né rischi né sorprese. Quelli che hanno visitato altri paesi, oltre alla Spagna, sono poi in grado di fare dei paragoni. « Con 1 aereo si può andare dal centro di Colonia al centro di Malaga in quattro ore », ha scritto in questi giorni su un giornale cittadino il signor Kurt Weiler, «Ma perché ne occorrono quattordici per recarsi, sempre con l'aereo, ad Ischia? ». Assicura il signor Weiler che per raggiungere Ischia bisogna cambiare tre aerei, at¬ tt tendere per ore le coincidenze e infine rassegnarsi a costose, folli corse in taxi senza neanche la certezza di raggiungere in tempo il vaporetto in partenza per l'isola. « Quattordici ore, commenta il lettore con severità, bastano per raggiungere New York e tornare indietro ». Viaggiare in aereo, insistono gli slogans degli uffici turistici, significa allungare le vacanze, evitare gli strapazzi dei percorsi in auto e in treno, infine risparmiar soldi. A questo punto ci accorgiamo d'essere impreparati ad alcune esigenze imposte dal turismo industriale. Dicono per esempio che i charters, da noi, rappresentano ancora un esperimento rispetto ad altri paesi; e che molta altra gente verrebbe a visitare la penisola, specie le zone più splendide e remote, se non mancasse la comodità di voli rapidi e diretti; se i charters, insomma, potessero sostituire in molti casi gli aerei di linea. Neanche il miraggio della Sicilia, paese fiabesco per i viaggiatori del Nord, può giustificare viaggi aerei che durano giornate, costosi e aleatori. Su questo aspetto della nostra organizzazione turistica si insiste molto in Germania. A che serve, per esempio, arrivare in fretta a Pisa o a Rimini, quando poi i suddetti aeroporti non dispongono di rapidi e poco costosi servizi di collegamento con i centri di villeggiatura sparsi nei dintorni e frequentati, ogni estate, da centinaia di migliaia di turisti? « Ho speso settemila lire di taxi per andare dall'aeroporto di Rimini a Cesenatico », lamenta su un quotidiano di Colonia un altro viaggiatore che non ama gli imprevisti. «Non c'era neanche un autobus ». L'aereo e i mezzi che devono servirlo sono fra i presupposti del turismo industriale (quello che conta per l'avvenire) al pari dei buoni alberghi. Sempre di più l'industria delle vacanze esige sicuri, impeccabili meccanismi organizzativi. Per l'improvvisazione resta poco margine, per gli imprevisti scarsa comprensione. Anche in questo campo l'industria finirà col prevalere sull'artigianato. Dicono gli esperti della materia che a questi problemi bisogna pensarci in tempo. Massimo Conti

Persone citate: Kurt Weiler, Majorca, Weiler