Importazioni: 1488 miliardi di lire Esportazioni: 1327 miliardi in 3 mesi
Importazioni: 1488 miliardi di lire Esportazioni: 1327 miliardi in 3 mesi (Nostro servizio particolare) Roma, 23 maggio. Gli scambi commerciali dell'Italia col resto del mondo proseguono su livelli assai elevati. In marzo, abbiamo esportato merci per un valore di 483 miliardi (circa una decina » in più del massimo precedente, registrato nell'ottobre 1966) e ne abbiamo importate per 496 miliardi (una ventina meno del primato stabilito nel gennaio 1967). A differenza dei mesi precedenti, le importazioni risultano cresciute (4-8,4 per cento rispetto al marzo 1966) a ritmo più rapido delle esportazioni (4-7,8 per cento). Se si considera l'intero trimestre, i due fenomeni presentano andamenti quasi paralleli: le importazioni sono ammontate a 1488 miliardi (4-12,7 per cento) e le esportazioni a 1327 miliardi (4-12,4 per cento), con una dilatazione del deficit (da 140 a 161 miliardi) relativamente trascurabile. Come già si era verificato lo scorso anno, per motivi chiaramente stagionali, il grosso disavanzo di gennaio si è più che dimezzato in febbraio e quasi annullato in marzo. Tredici miliardi di deficit, su di un interscambio complessivo che si avvicina ormai ai 1000 miliardi mensili, è davvero poca cosa. In ogni caso è un disavanzo che sarà ampiamente colmato, nel quadro della bilancia dei pagamenti, dalle voci tradizionalmente attive per l'Italia: turismo e rimesse degli emigrati. Questi risultati appaiono tanto più soddisfacenti ove si consideri che, col passare dei mesi, si avvertono sempre più chiaramente gli effetti della bassa congiuntura di alcuni paesi che hanno notevole importanza per il nostro commercio estero. Le esportazioni verso tali paesi, fra il primo trimestre 1966 e il primo trimestre 1967, risultano infatti stazionarie (Gran Bretagna ed Olanda) o addirittura in diminuzione (—5,2 per cento verso la Germania). La bilancia commerciale italotedesca ha segnato cosi un netto capovolgimento di tendenza: da attiva per oltre 37 miliardi, è divenuta passiva, quest'anno, per quasi 32 miliardi. Si sono cercati e trovati compensi in altre direzioni, soprattutto nei traffici con paesi extraeuropei; ed altri se ne troveranno, con l'attento studio dei mercati intrapreso dal ministero del Commercio estero e dall'Ice negli ultimi mesi. ar. ba. CU scambi commerciali dell'Italia con il resto del mondo Importazioni: 1488 miliardi di lire Esportazioni: 1327 miliardi in 3 mesi L'incremento per le due correnti di traffico è quasi identico: gli acquisti dall'estero sono saliti del 12,7 %; le vendite del 12,4 rispetto allo stesso periodo del 1966 - Il disavanzo, di 161 miliardi, è ampiamente colmato dalle altre voci attive della bilancia dei pagamenti: in particolare, turismo e rimesse degli emigrati IL COMMERCIO CON L'ESTERO NEI PRIM! TRE MESI '66 E '67 (In mlliardl di lire) - . IMPORTAZIONI 1966 I 1967 j Varlaz. % 1* trimeatre . 1320 1488 i 4 12,7 ESPORTAZIONI j 1966 | 1967 | Varlaz. % 1' trlmestre 1180 1327 4- 12.4 diti dilazionati, l'Italia dovrebbe puntare soprattutto sulla collaborazione tecnica che può prestare ai paesi in via di sviluppo. Purtroppo, questo è stato 11 filo conduttore del discorso conclusivo di Petrilli, in Italia non si è ancora affer- problema. I paesi industriali più maturi: Germania, Francia, Inghilterra, « /minio già posto in atto legislazioni, procedure e meccanismi che li pongono in netto vantaggio nei nostri confronti, mentre la strutturale dipendenza del nostro sviluppo economico dalle esportazioni esige imperiosamente una nostra sempre più agguerrita presenza anche in tale campo f. Se si vuole abbandonare l'attuale «posizione di retroguardia *, è necessaria — ha detto ancora il presidente dcll'Iri — « un'azione concertata tra industria, pubblica amministrazione e classe dirigente politica. Occorre infatti procedere a un esame sistematico delle zone geografiche e dei settori merceologici, al fine di reperire, attraverso la collaborazione fra tutti gli interessati, una linea di azione che consenta di conciliare le esigenze di sviluppo dei paesi arretrati con gli interessi a medio e lungo termine della nostra stessa economia».
Persone citate: Petrilli
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