La morte di padre Mantovani nella testimonianza d'un compagno

La morte di padre Mantovani nella testimonianza d'un compagno Una. emozionante lettera La morte di padre Mantovani nella testimonianza d'un compagno Stroncato da un'emorragia, non giunse vivo all'ospedale - Quando la salma fu riportata alla Missione, l'accolsero duemila poveri disperati - Fu sepolto sotto una pioggia di fiori; tra le corone, una ricordava i lettori de « La Stampa », un'altra era l'omaggio delle autorità indiane - I «suoi» lebbrosi furono gli ultimi a lasciare la tomba dopo il rito funebre Caro Direttore, spero abbia ricevuto il mio telegramma e la mia lettera di ieri riguardo la tanto triste notizia della morte quasi improvvisa di padre Orfeo Mantovani. Aggiungo ora altre notìzie a quelle di ieri. Il padre Mantovani spirò alle 9,20 di sera appena arrivato all'Ospedale Generale, prima ancora che fosse messo sul tavolo per essere esaminato; il medico, dopo il necessario esame, dichiarò la morte dovuta ad un'emorragia interna, causata da un tumore o da un'ulcera. Alle 10 del mattino successivo mi fu concesso di pigliare il corpo. All'Ospedale stesso, aiutato da altri due Sacerdoti, vestimmo il Padre dei paramenti sacri di color rosso, e ordinata un'ambulanza, trasportammo il corpo in Parrocchia a Viyasarpadi. Intanto in Parrocchia la gente si era già allineata vicino alla porta della Chiesa, dove sapevano che il corpo sarebbe stato messo. Erano un duemila persone circa, tutte povere, quasi nessuna di medio ceto, nessunissima di alto ceto. Erano i suoi beneficati, erano i suoi poveri, erano i suoi « gioielli » come li aveva chiamati un mese prima. Vi arrivammo verso le 11. Impossibile descrivere la scena. Fu uno scoppio generale. Piangevano forte con la sincerità dell'umile e del povero. Diversi si buttarono per terra un ragazzo storpio che viveva con D. Mantovani, si rotolava nella sabbia. Tutti lo volevano vedere, tutti lo volevano toccare. Ruppero le file, corsero attorno all'ambulanza; si dovette usare un po' la forza per spingere indietro quella fiumana di gente misera e addolorata. Sapevo quanto avrebbe sofferto il padre Mantovani se avesse visto usare la forza. M appellai pertanto a loro e riuscii a far strada al corpo che venne messo sul catafalco de posto in Chiesa. Si lasciò quindi entrare per la porta maggiore quella fiumana di gente. Li volevano far passare pian pianino, m mi opposi. I banchi della chiesa facevano da corsia. Si lascino stare, gridai; lasciateli venire, lasciateli fare. E' la loro ora. Lascino che si sfoghino come vogliono. E così si fece. Tutti piangevano, tutti gridavano lamentele ad alta voce i più si prostravano a terra, ma poi impietriti dal dolore se ne uscivano, quasi sfiniti, quasi increduli, e senza volerlo, ricadevano nella fila, che aumentava sempre più per i nuovi arrivati; e fu così (ino alle 5.30 pomeridiane. Intanto il povero corpo di padre Mantovani, anche per il caldo della giornata, dava segni di corruzione. Il sangue cominciò di nuovo a venir fuori dalla bocca, dalle narici dalle orecchie, dagli occhi. Si cercò di pulirlo ogni tanto ma poi fu necessario chiuderlo nella cassa. Erano le 4,30. Eccetto due o tre fotografie prese al mattino, ci fu impossibile pigliarne altre della sua faccia... Intanto nel grande cortile della Parrocchia si preparava la S. Messa funebre. Una cinquantina di Sacerdoti, parecchi venuti dal Nord Arrot, anche da 150 km di distanza, si erano messi attorno all'altare. Le Suore di diverse Congregazioni erano presenti in grande numero. La gente cominciò ad accavallarsi, più vicini che potevano all'altare. Ma erano migliaia. Vi erano tutti i suoi beneficati; vi erano I suoi vecchi cristiani che aveva trovato a stento un due anni prima quando prese possesso, alcune centinaia; vi erano i suoi nuovi cristiani di due anni di apostolato, più di 1500; vi erano tutti coloro che erano stati beneficati materialmente, e questi in buona parte indù e maomettani. Vi erano i suoi malati, i suoi storpi e ciechi, raccolti dai pavimenti. Vi erano pure, trasportati da furgoni i lebbrosi della sua Colonia. Vi erano ora anche le autorità civili che avevano deposto una grossa corona di fiori, e persone di medio e alto ceto con cui ebbe da fare per chiedere favori per i suoi poveri. II vecchio Vescovo Ausiliare, oramai cieco, volle pure essere presente, sostenuto da due Sacerdoti. Aveva stimato moltissimo il padre Mantovani, l'aveva sempre incoraggiato ed ora era lì ad aggiungere le sue lacrime a quelle del suoi poveri Alle 5.2(1 la salma usciva dalla Chiesa e veniva deposta su un bel catafalco eretto vicino all'altare all'aperto, e in pochi istanti non si vide più la bara, nò il catafalco Era una montagna di ghirlande e di fiori. Fiori venivano buttaci a manate da tutte le parti. Tutti gli volevano essere vicini almeno con un petalo dei loro fior: Davanti in prominenza, la grossa corona di fiori che feci preparare a nome de « La Stampa» e i suoi lettori infatti vi si leggeva sul nastro nero in caratteri d oro: « La Starnila» ili Torino ed i suoi lettori. Sopra, quella della Munì cipalità. a fianco quella delle ■Suore salesiane di Maria Ausiliatrice. poi innumerevoli al¬ tre. Quelle degli umili, quelle dei poveri, quelle degli amici, quelle dei lebbrosi... L'Ispettore salesiano, padre Luigi Di Fiore, il povero sottoscritto, il padre Ittiyachen ed il padre Pajetta indossarono gli abiti sacerdotali e incominciarono la concelebrazione. Il Coro del Seminario minore eseguì i canti... Un silenzio assoluto, inaspettato per tutto il servizio II cielo incominciava a stellarsi, e sembravano altrettanti esseri silenziosi, che rendevano omaggio all'apostolo della caritàTerminata la S Messa, il padre Agostino, che l'aveva sostituito durante la sua assenza, quando venne in Italia, ne tessè l'elogio funebre. Segui quindi il Consigliere comunale, un hindu, che aveva aiutato così tanto ìi padre Mantovani, incoraggiandolo ad andare avanti e promettendo tutto il suo aiuto per ottenere personale dall'Europa. Parlò più col cuore che con l'eloquenza, che non gli mancava. Capì la carità cristiana così bene — disse — che perdette qualsiasi pregiudizio che aveva prima. Capi l'essenza della cristianità e si sentiva cristiano nell'animo Se la religione cristiana — continuò — può produrre uomini come padre Mantovani, non può che essere divina Ebbe quindi la parola un parrocchiano, ma non aperse la bocca che scoppiò in lacrime. Fu il momento più triste... piansero quindi tutti... e lui continuò tra i singhiozzi a dire quello che lui sentiva, quello che tutti sentivano... disse tutto quello che volle dire e lo disse tutto con singhiozzi... Quindi l'Ispettore salesiano disse: c Ci è morto un apostolo straordinario di carità, diffìcile da so stituire. Ma io, davanti alle sue spoglie, prometto che la sua opera non finirà con la sua morte. La Congregazione salesiana piglia l'eredità la sciata dal suo confratello e la continuerà, così come avrebbe fatto lui a vostro beneficio, nello stesso spirito ». Quindi cominciò a muoversi la processione funebre. Pur stanchi tutti vollero giungere al cimitero, distante circa quattro km. Solo i suoi leb brosi vennero ricaricati su due furgoni e seguirono il corteo su di esso. Il cimitero dove padre Mantovani veniva deposto è quello che lui aveva « rerient«.i » un tre anni prima Era anelato in disuso, profanato epiù nessuna tomba si scorgeva... I lavori orano finiti da poco: la prima 'oinba fu per lui L'Arcivescovo di Madras in vacanza a Coonnnor (Nilgiris), un 40(1 e più km di distanza, arrivava alle 6 di sera e si portava al cimitero immediatamente ad aspettare le spoglie di padre Mantovani Vi rimase lì fino alle 8.15 seduto su una vecchia sedia dopo dieci ore di automobile. Non era solo pernottando la processione funebre arrivò al cimitero vi si trovavano già più di mil-le persone... Dopo le preci fu-nebri ed il discorso dell'arci» e|a1ftgbrsscaptlnppbiccf vescovo, la salma venne deposta nella tomba, mentre i fiori venivano buttati a manale: una pioggia continua di fiori profumati... Erano oramai le nove di sera quando migliaia di persone cominciarono ari andarsene con il cuore pe¬ sante, asciugandosi le lacrime. Ho poi assistito ad una scena ancor più triste. La gente era sfollata... rimaneva a parte un gruppo di gente, uomini, donne, alcuni bambini... Erano i lebbrosi di padre Mantovani, cu' per ragioni d'igiene non erà stato concesso d'accostarsi |alla gente... Ed ora a stento, 1 più per mancanza di dita nei piedi, alcuni sostenuti da più fortunati, si avvicinarono alla tomba, mentre due becchini già la riempivano di terra... si buttarono a bocconi e scoppiarono in pianto... Così padre Mantovani rimase solo, nel nuovo cimiteri, che si era preparato. L'eroe della carità che lavorò come nessun altro forse ha mai fatto, riposa nella sua tomba, ma continuerà a vivere in Madras con le sue opere, nei suoi poveri, nei suoi lebbrosi, per sempre, perché per sempre avremo dei poveri, degli ammalati, dei lebbrosi, in questa povera terra indiana. Caro Direttore, ho scritto certo non come un suo giorna lista, come il caro Giovannini, avrebbe fatto... scrissi con le lacrime sempre negli occhi che mi impedivano di vedere quello che scrivevo; ma l'ho fatto per rendere il mio omaggi1) al mio caro confratello, a cui fui a fianco fino all'ultimo momento. In tutti questi giorni mi disse ancora quanto soffriva per non poter fare di più per 1 suoi poveri, mi parlò di tutto... eccetto del male che già aveva in sé, ed anzi l'aveva ormai logorato completamente. L'arco si spezzò tutto d'un colpo... Gli amministrai proprio io l'Estrema Unzione e gli chiusi proprio io quegli occhi suoi... e fui l'ultimo a baciargli la fronte, prima che il coperchio della cassa ce lo togliesse per sempre... Padre Baracca Economo della Provincia Salesiana di Madras Madras, 21 maggio.

Luoghi citati: Coonnnor, Europa, Italia, Nilgiris, Torino