«Capelloni» e leggi repressive sono antichi di quattro secoli

«Capelloni» e leggi repressive sono antichi di quattro secoli I giovani «beat» non sono dei pionieri «Capelloni» e leggi repressive sono antichi di quattro secoli La moda di portare capelli lunghi e ciuffi spavaldi, come i «bravi» del Manzoni, dilagò alla fine del '500 - I governatori di Milano emanarono «gride» severissime: cento scudi di multa, la pena della corda, la tosatura forzata, il carcere a chi fosse sorpreso con capelli «più lunghi di quello che alla decenza conviene» - Le leggi servirono a poco; ma la brutta moda scomparve presto da sola Ma sono veramente audaci innovatori o eversori del costume, questi giovani che si lasciano crescere i capelli fino a nascondere la scudi di ammenda e di tre tratti di corda) a che nel tosare non lascino ai loro clienti, né treccie, né zuffi,, né capelli più lunghi di pfronte e le orecchie, la-'9Me^0 c^e a^a decenza con- i ì ll ft sciandoli poi sciolti, se non sempre puliti, a scendere sulle spalle? Potrà essere per loro motivo di dispiacere il sapere che la loro innocua trovata è cosi poco nuova e tanto poco rivoluzionaria da trovare precedenti circa quattro secoli fa, cosi da avere provocato provvedimenti legislativi severi per indurre i « capelloni » del tempo a tagliarsi i capelli e a riprendere l'aspetto delle persone normali. Provvedimenti per nulla indulgenti se dobbiamo giudicare dal contenuto di quelle « gride » che il governo spagnolo emanava con tanta frequenza, se pure con scarso successo, nei suoi domini italiani, in Lombardia e Piemonte. Il dilagare dei « capelloni » alla fine del Cinquecento deve essere stato preoccupante negli Stati del cristianissimo re di Spagna, e non è facile giudicare se la malavita del tempo aveva origine fra i giovani che amavano portare i capelli lunghi, o se i malandrini avessero imprudentemente scelto la strana foggia quasi per una ostentazione atta a spaventare i timidi che incontravano. La letteratura del tempo sembra avere una opinione più verosimile e forse più aderente al vero: che quei capelloni fossero per la maggior parte dei giovani gradassi, che amassero farsi ritenere coraggiosi e prepotenti, pronti a darsi a precipitosa fuga quando incontrassero uomini che li mettessero a dovere. Comunque il fenomeno dovette essere vasto e diffuso se tutta una letteratura vi è in argomento, letteratura che spesso confonde i « capelloni » con i « bravi », cioè malviventi che operavano di propria iniziativa o si prestavano di volta in volta a loschi e delittuosi servizi per chi li richiedeva, li pagava e rimaneva nell'ombra. Erano dunque i « bravi » che portavano i capelli lunghi ed il ciuffo che, dice il Manzoni, « si tiravano poi sul volto come una visiera, ■nell'atto di affrontare qualcheduno ne' casi in cui stimassero necessario di travisarsi », oppure erano i « capelloni » del tempo che all'occasione divenivano « bravi » ? I documenti ci fanno propendere per questa ipotesi. Infatti la « grida » contro i « bravi » che Azzeccagarbugli legge a Renzo esterrefatto, è del 22 settembre 1612 e porta la firma del marchese Hynoiosa; ma già una ventina di anni prima (5 dicembre 1594) era stata pubblicata una « grida » « che non si possi' no portar capelli lunghi né zuffi» e in essa di bravi non si fa cenno. Si parla semplicemente di coloro che hanno il « mal uso et costume di portare capelli tanto lunghi et fuori dell'ordinario consueto et politia, che non solo rende la faccia di costoro indeco ro et li fa tenere huomini di mala sorte, ma a chi li vede mette nausea et fastidio ». Vedendo tutto ciò il Go vernatore « previo conforme parere del Consiglio segreto vieta a qualunque per sona di qual grado et con-\ ditura si sia, la portatura dei capelli ne la sudetta maniera, né più lunghi di quello che alla decenza conviene, così nella fronte o zi ffo, come dalle bande, perché dixubidendo ne l'uno e nell'altro dei casi indetti, oltre che sarà reputato infame, scandaloso et degno di essere scacciato fuori dagli altri, irremissibilmente incontrerà la pena di cento scudi e di tre tratti di corda et maggiore ancora corporale all'arbitrio di Sua Eccellenza, la quale di già dichiara che a tali disubedienti non ci sarà luogo di gratia ». 3 vmd(ritgapscdggn gQuattro anni dopo, il 23 maggio 1598, si aggravano le minacce contro i « capelloni » del tempo, perché si ordina * alli barbieri (sotto la medesima pena di cento viene, così nella fronte, co me nelle bande ». Ma se ciò non bastava si dava ordine ai « barricelli » (agenti di polizia) « che arrestino chiunque incontrino in istrada con i capelli non tagliati in conformità alla grida, procedano essi stessi a una radicale tosatura dopo la quale li conducano sotto buona scorta alle carceri ». Queste terribili leggi non devono però aver avuto un grande effetto se alle due gride del 1594 e del 1598, ne seguono altre simili nel 1600 e nel 1602 nelle quali si dispone che i « calvi » o quelli che dovessero nascondere cicatrici, erano autorizzati a portare i capelli lunghi « quanto sia il bisogno per nascondere tali mancamenti e nulla più ». Ma nel 1612 siamo ancora al punto di partenza. Senonché la moda andava sparendo, o i legislatori si erano stancati a emanar leggi inutili e dei « capelloni » non si parla più. Quelli del nostro tempo non sono minacciati da alcuna multa, né da alcuna prigione, ma forse" leggendo queste notizie sui loro lontani precursori, perderanno l'illusione di essere dei coraggiosi innovatori. Eucardio Momigliano

Persone citate: Manzoni, Momigliano

Luoghi citati: Lombardia, Milano, Piemonte, Spagna