La tìglio di De Bernardi ripeterà dopo 5aO anni su un vecchio aereo il volo del padre Torino-Roma di Remo Lugli

La tìglio di De Bernardi ripeterà dopo 5aO anni su un vecchio aereo il volo del padre Torino-Roma La tìglio di De Bernardi ripeterà dopo 5aO anni su un vecchio aereo il volo del padre Torino-Roma Sabato prossimo la giovane signora Fiorenza, partirà dalla capitale piemontese su un biplano monomotore «Tiger Moth » costruito nel 1927 - Incontro con l'aviatrice all'aeroporto di Linate dove sta finendo un corso per diventare pilota di linea - Sarà la prima donna italiana a guidare apparecchi con passeggeri - I ricordi della sua infanzia accanto al padre, asso dell'aviazione La signora Fiorenza De Bernardi intervistata ieri a Linate: anche la figlia del grande aviatore italiano scomparso è una esperta pilota (Telefoto Moisio) (Dai nostro inviato speciale) Milano, 16 maggio Sabato prossimo 20 maggio da Torino si leverà in volo un aereo d'altri tempi, un biplano monomotore Tiger Moth costruito nel 1941. Uno di quegli aerei che si vedono nei musei o che, tutt'al più, mantenuti in efficienza da aviatori appassionati del passato, fanno ancora qualche volo senza perdere di vista il campo di partenza. Questo Tiger Moth invece lascerà alle spalle Torino per un balzo non breve: volerà fino a Roma e sarà pilotato da una donna, Fiorenza De Bernardi, la figlia dell'asso dell'aviazione italiana Mario De Bernardi. E' un volo eccezionale: vuole commemorare il cinquantesimo anniversario dell'emissione del primo francobollo di posta aerea del mondo, emesso dall'Italia, e il primo raid effettuato per portare quella corrispondenza. Quel volo lo fece, da Torino a Roma, Mario De Bernardi, il 22 maggio 1917 con un Pomilio. La rievocazione ha doppio significato: si rifa un volo storico in condizioni quasi analoghe a quelle d'allora (l'ideale sarebbe stato di trovare un Pomilio del 1917, ma non ne esistono più, si è dovuto ripiegare su questo acreo di dieci anni dopo); e chi rifa il volo è la figlia dell'asso, anche lei ormai tutta dedita all'aviazione. Fiorenza De Bernardi l'abbiamo incontrata oggi all'aeroporto di Linate dove sta seguendo un corso con l'Aeralpi per diventare pilota di linea su un turboelica capace di portare venti passeggeri. Sarà la prima donna italiana comandante di aereo. Non per nulla è figlia di Mario De Bernardi: « Ho incominciato a frequentare gli aeroporti da bambina, con mio padre — racconta —. Negli hangar giocavo a nascondiglio con il per¬ sonale che aveva voglia di perdere qualche minuto per farmi divertire. Sono cresciuta nel clima aviatorio, ma senza provare una particolare attrazione per il volo. Ero indifferente e anche mio padre non si curava di sapere se mi 'nteressava o no quell'ambiente. Poi, da ragazza, quando frequentavo l'Accademia di Belle Arti, improvvisamente mi sono sentita attratta dal volo. Un desiderio incontrollabile, non potevo più resistere, volevo a tutti i costi prendere i! brevetto. Mio padre si è visto costretto a concedermi il permesso di frequentare un corso di pilotaggio e lui stesso mi ha fatto da istruttore ». La De Bernardi, raccontando, dà forza alla parola con il gesto di una mano. «Quando si trattò di fare il primo decollo da sola, mio padre aveva paura, non si decideva mai a darmi il permesso, così io a un certo punto, sono montata sull'aereo di nascosto e me ne sono andata a fare un giro». Trentatré anni, bruna, slanciata, ha occhi neri e intensi. Basta parlare con lei pochi minuti per capire che ha un temperamento molto dinamico e non ci si stupisce pensando che guida apparecchi a turboelica e che va a Roma su un velivolo del 19i7. :Anche se non mi fossi messa a volare — dice — mio padre mia madre sarebbero stati in ansia lo stesso per me, perché appena potevo scappavo in montagna con zaino, corda e piccozza, a scalare cime e a volte stavo via venti giorni senza che sapessero dove m'ero cacciata ». Dopo il brevetto di primo grado, conseguito nel 1952, prese quello di secondo, poi fece volo a vela e in questo corso si fidanzò con un compagno, Alessandro Carocci, e lo sposò. Lui adesso è pilota alla Sam. « Ma è stato un matrimonio poco fortunato — dice la De Bernardi —: siamo separati ». Si affretta a tornare all'argomento che le interessa. Racconta della propria attività aerea — già mille ore di volo — svolta come rappresentante di una fabbrica di aeroplani. « Andavo a presentare il velivolo in Italia e all'estero, una attività che mi piaceva molto ». Racconta delle gare di regolarità disputate: «Ho vinto il Giro dell'Umbria in coppia con Giacomella Sartori contro 21 gruppi maschili. Ho gareggiato anche avendo concorrente mio padre. Ma quando era in lizza, vinceva sempre lui ». Del padre ha un'ammirazione sconfinata. Ricorda certe tappe della sua vita: detentore del record d'altezza e di velocità nel 1923 rispettivamente con 7250 metri e 254 chilometri all'ora; due volte vincitore della Coppa Schneider; il primo nel mondo che volò su un aereo a reazione, il «Compiili Caproni», nel 191,0. «Nel dopoguerra — dice — aveva ideato e realizzato un " aeroscooter " che era straordinario ed avevamo già un grande numero di ordinazioni da tutte le parti. Ma ci eravamo impegnati per la costruzione con una ditta che non si decideva a realizzare il piano. Fu quest'amarezza che stroncò mio padre: l'8 aprile 1959, sul campo dell'Urbe, a Roma, si senti male in volo, mentre stava dando una dimo strazione della versatilità del suo aereo; riusci ad atterrare, spense il motore e mori d'infarto sul seggiolino». La tristezza ha ombrato il suo viso, ha fermato la mano, ma lei ritrova subito la sua animazione: «Pensi, mio padre! Cinque chili d'oro, aveva accumulato con tutti i suoi premi. Ora mi sento commuovere al pensiero di andare a fare quel viaggio che lui fece nel '17. Fu un raid fortunoso, in mezzo ai temporali e quando atterrò danneggiò il carrello, dovette rispedire l'aereo in treno. Ma voleva fare il ritorno in volo; tornò di nuovo a Roma più tardi e riparti per Torino. A Lavagna fu costretto ad atterrare sulla spiaggia, ancora per il maltempo, e ri parti il giorno dopo con una manovra acrobatica pei la scarsità dello spazio. 11 sindaco del paese, quel giorno, dette vacanza a tutti gli scolari perché andassero a veder partire l'aereo ». Dall'inizio di quest'anno Fiorenza De Bernardi è stata assunta dall'Aeralpi, una società che per ora fa servizio sulla linea Milano-Venezia-BolzanoCortina, ma che sta ampliando la propria attività ed ha ordinato dicci Twin Otter. «Sono — dice con un certo tono di fierezza — apparecchi da 250 milioni » E' un metro di misura della fiducia che è accordata a questa donna-pilota. Remo Lugli Per celebrare il eiiiquunteiiario del primo «(raid» postale