Continuano Gran lavoro gli arresti in Grecia per le Corti speciali di Igor Man

Continuano Gran lavoro gli arresti in Grecia per le Corti speciali Cià iniiitte condanne per 100 anni di carcere Continuano Gran lavoro gli arresti in Grecia per le Corti speciali Dure sentenze per «offese al re e all'esercito» - I militari annunciano una «nuova Costituzione» che sarà sottoposta a referendum - Poi si terranno le elezioni: ma potranno partecipare soltanto candidati ritenuti « idonei » da un'apposita commissione (Dal nostro inviato speciale) Atene, 12 maggio Un secolo di carcere hanno finora comminato i tribunali speciali istituiti in Grecia dal governo dei colonnelli. Questa cifra è possibile ricavarla dalle notizie pubblicate quotidianamente, ormai da quindici giorni, dai giornali di Atene. Mancando la possibilità di spulciare tutti i quotidiani che si stampano in Grecia, e tenuto conto del fatto che non di tutte le sentenze si dà notizia, è lecito concludere come questo totale degli anni di galera fin qui erogati, pecchi per difetto. Impressionante la sproporzione tra il reato e la pena: cinque anni per « offese all'onore del re », due anni e mezzo per « diffusione di notizie false e tendenziose », tre anni per « detenzione abusiva di armi », quattro anni per « offese alle forze armate e al re », due anni per * offese al re ». Due fratelli sono stati condannati rispettivamente a cinque anni e a due anni e mezzo per essersi rifiutati di seguire i gendarmi al posto di polizia. Continuano gli arresti in tutto il paese di persone « sospette», ovvero colpevoli di avere dato ospitalità a « pericolosi comunisti », ma anche per molto meno. I giornali portano la notizia di un operaio arrestato perché, all'annuncio di una trasmissione radio di marce militari (la musica «yé-yé» è stata bandita), se ne uscì nell'esclamazione: cArrivano gli eroi!...». I militari annunciano che «a suo tempo», quando la revisione dei testi costituzionali sarà stata compiuta, la nuova Costituzione verrà sottoposta a referendum. Poi si avranno le elezioni generali. Vi parteciperanno, tuttavia, solo quei candidati che un'apposita commissione avrà ritenuto degni di rappresentare il popolo in seguito ad un esame-inchiesta sullo « spirito nazionale » dell'aspirante deputato, sulla sua moralità, sulle sue risorse economiche. Abbiamo domandato al generale Patakos quando, press'a poco, prevede che egli e 1 suoi compagni potranno passare la mano a quel «governo ecumenico», formato da civili, che è uno dei punti base dell'« accordo » intervenuto fra il re e i militari. Come si ricorderà, solo dopo la formale garanzia di un ritorno al regime costituzionale « al più presto possibile », il Sovrano si decise, sei giorni appresso il putsch, a presiedere un consiglio del ministri e a posare per la fotografia ufficiale con i membri del governo militare. Alla domanda Patakos ha avuto un moto di insofferenza: «Siamo appena da venti giorni al potere e già volete che ce ne andiamo?!,), ha esclamato. « ATon c'è fretta, quando la commissione per la revisione della Costituzione avrà fluito, quando noi avremo compiuto il nostro difficile intervento chirurgico, decideremo sul da farsi ». Ma questa commissione è stata realmente insediata, o esiste solo sulla carta? Si osserva qui come sia per lo meno strano che i nomi dei suoi componenti non figurino da nessuna parte Si sa, peraltro, che l'ex-presidente del Consiglio Novas ha rifiutato di presiedere la commissione, adducendo motivi di saluto. La giunta controlla il paese con pugno di ferro, i tribunali speciali lavorano senza tregua, i soldati sono tuttora consegnati in caserma, J'isola di Giaros (per la quale è partito oggi il rappresentante della C.R.I. incaricato di rendersi conto delle condizioni del prigionieri) è diventata un grande campo di concentramento, seguitano gli arresti, ma al di fuori di queste « dimostrazioni di forza ) e d! decreti contro 1 capelloni, di demagogici aumenti delle pensioni ai contadini, del controllo assunto sull'elezione dei vescovi, il governo di più non ha fatto. A venti giorni dal golpe manca tuttora la benché minima traccia dell'azione poli tico-amministrativa che interi de svolgere questo governo di « salute pubblica » e al tempo stesso di « unione e risanamento nazionale ». Noi par liamo e scriviamo di « regime militare », « rivoluzione », In realtà nessun regime si è an enra affermato In Grecia: per ora ci sono soltanto del triumviri che, a nome di una mi steriosa giunta, controllano il paese ma in effetti non lo governano. Come dice un vec ch'io uomo politico greco: 1 colonnelli e il paese girano in orbite differenti: nel mezzo c'è il vuoto. Piuttosto che di rivoluzio ne, poi,' è più giusto parlare di « reazione » di una parte delle forze armate al « pericolo » rappresentato dalle eie zioni preventivate per il 28 maggio. Le rivoluzioni pre suppongono una motivazione ideologica, si conducono con cui effetti dovranno prolungarsi nel tempo fino al conseguimento del nuovo cordine sociale » programmato dai rivoluzionari. In Grecia, a parte la buona volontà del colonnelli e il loro c staracismo », non c'è ombra di programma né di « idee ». Ci sono, se mai. sintomi che autorizzano speculazioni su possibili divergenze fra I tre uomini che sono la « faccia » della giunta. Or è qualche giorno, il giornale ufficiale del nuovo governo ammoniva in un editoriale i « promotori della rivoluzione a conservare la loro unità. Ogni rivoluziono comporta purtroppo anche divergenze. Un intervento rivoluzionario può spesso fallire a causa della discordia fra i suoi protagonisti », A proposito di questo intrigante scritto, c'è stata una secca smentita di Patakos, che ha protestato l'unità indissolubile della giunta. Se non che, si ha proprio l'impressione che, nella migliore delle ipotesi, 1 tre uomini più rappresentativi del golpe marcino ognuno per la propria strada, senza curarsi degli al¬ tri. La situazione è ancora da decantare, in Grecia c'è un effettivo vuoto di potere. Non si vede, peraltro, chi possa riempirlo, dal momento che la vecchia classe politica sembra irrimediabilmente fuori dal gioco, perché squalificata di fronte al paese nei suoi elementi peggiori, e impedita in quelli migliori. Igor Man

Luoghi citati: Atene, Grecia