I terremoti che hanno colpito l'Italia nei primi sessantanni del nostro secolo

I terremoti che hanno colpito l'Italia nei primi sessantanni del nostro secolo ?* iv«i alaziox lì r»i i-11: k i uth,i Le zone più soggette a scosse telluriche: lo stretto di Messina, l'Appennino centrale e, in grado minore, la Liguria occidentale - Quanto poco si sa dell'interno del pianeta Terra - Un trattato sulle costruzioni antisismiche Questa carta testimonicrebbe che certe Provincie (Asti, Vercelli, Novara, Alessandria, Sondrio, Bolzano, Udine!, e poi la Maremma, buona parte della Puglia, la Sicilia Occidentale, praticamente tutta la Sardegna, non conoscono terremoti importanti. Nei sessantatré anni considerati in questa in- di grado settimo (con danni alle murature e ciminiere spezzate) si è manifestato nel periodo suddetto a Parma, Cremona, Treviso, Macerata, Terni, Napoli, Catania. Sismi di grado ottavo | (caduta di divisori, fessure nel suolo) hanno subito Benevento, A ncona, Pesaro, L'Aquila, Fresinone e vaste zone dell'Appennino. Fenomeni catastrofici i sono proriotti in ristrei e aree appenniniche, nonché intor7to allo Stretto di Messina, come è noto. L'altro documento è il trattato di Emilio Perri, Ingegneria antisismica (Utet, Torino, 1966): un'opera che ben poco tralascia di quanto concerne la difficilissima scienza dei terremoti. Vi sono cercate le cause di essi, le forze che li producono, le energie in gioco; nonché l'indicazione dei criteri da seguire per la progettazione delle costruzioni in zone sismiche. I capitoli del libro destinati alla descrizione della crosta terrestre e delle sottostanti strutture possono essere rivelatori, per chi non ne sia gùà informato, della incertezza che regna sulla reale costituzione del nostro pianeta, appena si voglia discendere idealmente alle maggiori profondità. Nell'impossibilità di seguire l'Autore davvicino nella sua esposizione, ci limitiamo a segnalare alcune nozioni marginali: il fatio che non esistano focolai di terremoti a profondità maggiori di settecento chilometri; e la statistica che dà per la Terra una media di trentamila scosse all'anno (secondo altre fonti, sono assai di più). Anche questo volume porta una carta sismica per la Penisola italiana, che per qualche aspetto si discosta dalla precedente, di cui abbiamo sopra fatto menzione: indicando questa, tra l'altro, una sismicità piuttosto elevata per la Liguria Occidentale: a vi sono segnate | inoltre le coste soggette a maremoti (la Liguria Occidentale appunto; i litorali livornese, napoletano, Calabro; tutto quello della Sicilia Orientale, e in più quello palermitano; e inoltre il Gargano, e le coste presso Ancona e Rimini). Nel volume è data, insieme con una varia documentazione fotografica degli effetti dei terremoti, la distribuzione mondiale delle zonesismiche. Non nasconderemo una impressione: che le diffuse trattazioni analitiche sui moti ondosi, l'elasticità, le vibrazioni nei mezzi solidi, trattazioni nelle quali, l'ingegnere troverà sviluppati concetti che egli ha già incontrato in parte nello studio dell'elasticità e della resistenza dei materiali, leghino solo fino a un certo punto con le condizioni oggettive con cui si svolgono i fenomeni corrispondenti nell'interno del nostro pianeta: data la disformità, l'anisotropia dei materiali di cui questo è costituito, ' le discontinuità ch'esso presenta (di cui alcune soltanto forse sono note). Una trattazione matematica, che poi risulta macchinosa negli sviluppi, vuole comunque che si parlg. da ipotesi semplificatile di una realtà in sé molto più complessa. Si emerge verso concetti più sieuri là dove l'Autore descrive i vari tipi di sismografi e offre chiavi concettuali e matematiche per l'interpretazione dei sismogrammi. L'ingegnere trova il suo alimento più prezioso verso la fine del volume, dove si tratta d'Ita progettazione nelle zone sismiche: chiude l'opera una raccolta delle norme legislative italiane in materia. Didimo I terremoti che hanno colpito l'Italia nei primi sessantanni del nostro secolo Segnaliamo insieme, per uniformità della materia, due documenti sui terremoti. L'uno è una carta sismica d'Italia (comparsa nel Notiziario del Cnen, marzo 1967), disegnata in base ai fenomeni prodottisi nel periodo 1899-1961. Il Comitato per l'Energia Nucleare si è assunta questa indagine. perché certi impianti, desti- \ dagine, almeno un terremoto di grado sesto della scala Mercalli (scossa avvertita da tutti, vetri rotti, quadri staccati dai muri, mobili smossi, .suono di campane) s'è avuto in alcune delle maggiori città italiane (Torino, Milano, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Roma). Un terremoto almeno nati alle industrie o sperimentazioni nucleari, siano essi acceleratori di particelle (come il prospettato enorme protosincrotrone (lei Cent) o depositi di rifiuti radioattivi o centrali elettronucleari, è bene che sorgano in terreni ben saldi, poco « ballerini ». nati alle industrie o sperimentazioni nucleari, siano essi acceleratori di particelle (come il prospettato enorme protosincrotrone (lei Cent) o depositi di rifiuti radioattivi o centrali elettronucleari, è bene che sorgano in terreni ben saldi, poco « ballerini ».

Persone citate: Calabro, Emilio Perri, Gargano, Mercalli, Pesaro