Scomparsa la protagonista del processo contro i due cognati-amanti di Imperia

Scomparsa la protagonista del processo contro i due cognati-amanti di Imperia Nuovo sorprendente episodio nella complicata vicenda Scomparsa la protagonista del processo contro i due cognati-amanti di Imperia Caterina Gagliolo (74 anni), che deve rispondere di calunnia, non si è presentata all'udienza di ieri e pare sia sparita dalla sua abitazione fin da sabato scorso - Secondo le recenti dichiarazioni degli imputati, la donna avrebbe sepolto il corpo del bimbo nato dalla relazione dei due amanti: il piccolo sarebbe morto per malattia (Dal nostro- corrispondente) Imperia, 9 maggio. Un nuovo sconcertante episodio ha caratterizzato alla Corte d'Assise d'Imperia la ripresa del processo a carico di Palmira Sibelli e Aldo Aicardi, i cognati-amanti imputati di omicidio volontario aggravato per la scomparsa del piccolo Enrico Alessandro, nato nell'agosto del 1945 dalla loro relazione. La sorpresa è stata la mancata presentazione in aula di Caterina Gagliolo, la settantaquattrenne di Caldcrara (accusata di calunnia) balzata al centro di questa vicenda a conclusione dell'udienza di venerdì scorso, quando fra lo stupore generale i tre imputati affermarono che il bambino non era stato abbandonato in un bosco: secondo le loro dichiarazioni, il piccolo fu affidato alla Gagliolo, in casa della quale morì dopo una quindicina di giorni per malattia, e venne Quindi seppellito dall'anziana donna in un angolo del cimitero di Calderoni. La Gagliolo, che era uscita dalla drammatica udienza di venerdì molto scossa, sembra sia sparita fin da sabato anche dalla propria casetta di Caldcrara. La Corte, dopo avere preso atto della sua assenza, s'è riservata di decidere in merito successivamente. Una lunga e dettagliata esposizione delle indagini che hanno condotto al fermo della Sibelli dopo che l'Ufficio leva del Distretto di Cuneo aveva dichiarato renitente Alessandro Enrico Aicardi, il figlio dei cognati-amanti, è stata fatta dal maresciallo dei carabinieri Domenico Bellacicco, comandante della stazione di Pieve di Teca. Secondo questa deposizione la sibelli, dopo avere in un primo tempo negato la sparizione del bimbo, si decise a confissale la rclnzione col cognato e disse che il piccolo era stato abballilo nato nel bosco di Caldcrara Il sottufficiale ha soggiunto che quando la donna fu oc- Caterina Gagliolo, la settantaquattrenne imputata che non si è presentata in aula ad Imperia (Telefoto) compagnata sul luogo dove era stato presumibilmente lasciato il bambino, essa indicò il punto preciso. Il teste ha ancora riferito alla corte di avere potuto accertare che nel settembre del '45 Caterina Gagliolo era stata vista nei pressi della prò Sibelli, ma d'una sua nipote ». Fu nel corso di questi interrogatori che la Gagliolo, accusando falsamente il proprio compaesano Stefano Magaglio di avere occultato nel settembre del '4.5 il cadaverino d'un neonato, venne denunciata con l'accusa di calunnia, per cui pria abitazione con un bimbo,essa appare ora nel processo in fasce fra le braccia. «La donna — ha detto il maresciallo — sostenne che non si trattava del figlio della come imputata. Il maresciallo Bellacicco ha concluso spiegando come la Gagliolo, nel ritrattare le accuse contro il Magaglio, avesse riconosciuto di avere lei stessa seppellito, nel settembre del '1,5, il cadaverino d'un neonato rinvenuto nel bosco di Calderara. La donno indicò ti punto della sepoltura ma gli scavi che furono compiuti non permisero di trovare nella zona alcun resto umano. Sono stati poi ascoltati come testimoni i due figli gemelli della Sibelli, Sergio e Ottavio, di 27 anni. Durante gli interrogatori sostenuti in istruttoria, essi non avevano esitato a gettare gravissime accuse sullo zio Aldo. Oggi si sono trincerati dietro un «non ricordo». Il più insistente nel non ricordare è stato Sergio: ripreso e ammonito dal presidente, egli ha modificato le sue dichiarazioni rese in istruttoria, affermando di avere parlato soltanto in esecuzione di precisi ordini rhe gli erano stati dati dalla madre. Presidente — E le pare una cosa raccomandabile accusare 10 zio di reati non commessi per cercare di salvare sua madre? Teste — Dopo che mia madre era stata arrestata, se fosse stato necessario, pur di salvarla non avrei neanche più riconosciuto mio zio. La deposizione del giovane ha fatto registrare un altro colpo di scena. Egli, infatti, ha chiarito che il fantomatico cameriere Giuliano che avrebbe accompagnato Palmira Sibelli in auto a Calderara nel giugno del 1965, altri non era che lui, 11 quale si era fatto prestare la «Giulietta» dal suo datore di lavoro. Il presidente ha chiamato ancora una volta la Sibelli e le ha chiesto: « Perché, signora, lei ha detto di essere stata accompagnata da questo cameriere, quando ben sapeva che a Calderara l'aveva condotta suo tiglio? ». Sibelli — Non volevo mette fuori II nome di Giuliano ». .1 questo punto, l'udienza è finn. b. g.

Luoghi citati: Cuneo, Imperia