Il prof. Teich-AIasia : «Cosi ho visto Lorenzo sul suo letto di dolore»

Il prof. Teich-AIasia : «Cosi ho visto Lorenzo sul suo letto di dolore» Il prof. Teich-AIasia : «Cosi ho visto Lorenzo sul suo letto di dolore» E' tornato a Torino dopo il consulto col prof. Chatelain Il prof. Simone Teich-Alasia — primario di chirurgia pia stica e del reparto « grandi ustionati » del Oentro traumatologico Inail — è rientrato ieri a Torino da Monaco, dove era stato chiamato a consulto al capezzale di Lorenzo Bandini. Lo abbiamo pregato di esporci l'esatta situazione de) giovane corridore, le probabilità di salvezza e le successive cure che dovrà affrontare. Il prof. Teich-Alasia ci ha spiegato: « Ero tornato domenica dal congresso francese di chirurgia plastica u Montpellier. Durante il viaggio in auto avevo appreso dalla radio che Bandini era rimasto vittima di un'agghiacciante disgrazia. Lunedi mattina, qui in clinica, mi ha telefonato il prof. Chatelain, che conosco da tempo. Mi pregava di partire subito per Monaco, allo scopo di esaminare l'opportunità di un eventuale trasferimento del ferito in un "centro ustionati". — Qual è stata la sua prima impressione, sulle conseguenze della sciagura? « Il prof. Chatelain mi ha descritto le gravissime lesioni riportate dal povero Bandini, a prescindere dalle ustioni. Una vasta lacerazione toraco-addominale provocata dalle lamiere della "Ferrari", con preoccupanti ripercussioni sulla milza. Parecchie costole fratturate, ampia apertura della cavità pleurica. Un quadro disastroso, che soltanto un organismo sano e robusto come quello di Bandini poteva sopportare. Dopo aver preso visione dei referti, sono entrato nella camera del corridore. Era cosciente, la tracheotomia gli impediva di esprimersi a voce. Ma a cenni rivelava di comprendere le domande". — E' prevedibile, professore, un prossimo trasferimento del ferito? « D'accordo con il prof. Chatelain, abbiamo deciso che nelle attuali condizioni rimuovere Bandini sarebbe troppo rischioso. Si spegnerebbe l'equilibrio così meticolosamente stabilito in sala operatoria. Per le lesioni cutanee prodotte dalle fiamme per ora non si può fare nulla di particolare. Abbiamo quindi ritenuto opportuno non esporlo ai pericoli di un trasferimento. Lo stato generale del ferito è ancora allarmante, inutile nasconderlo * — Tn che cosa consiste la terapia più progredita, di fronte alle ustioni di estrema gravità? « Nelle gravi ustioni tipo quelle subite da Bandini — di terzo grado, e che coprono il 70 per cento dell'epidermide —, si cerca in primo luogo di ristabilire le condizioni generali, fino ad un livello che consenta poi di intervenire mille zone colpite. Se le ustioni sono molto profonde, tentiamo di ottenere il più rapidamente possibile il distacco della cute necrotizzata, per sostituirla mediante innesti. Normalmente si tratta di innesti autoplastici, cioè di lembi di pelle prelevati dalle parti del corpo risparmiate dalle ustioni. Quando questo procedimentr non è possibile o troppo difficile, si ripiega sugli innesti omoplastici, vale a dire con lembi prelevati da altre persone. « Inoltre, nelle ustioni cosi estese, la ricostruzione della superficie cutanea richiede lunghi mesi. Gli eventuali esiti cicatriziali si correggono con interventi di chirurgia plastica. Nel caso di Lorenzo Bandini si dovranno "ricostruire" le braccia, te gambe, parte del volto e dell'addome. E' tuttavia un problema non insolubile. Ciò che preoccupa, è il fatto che in questi casi di estrema gravità la prognosi permane riservata talvolta per mesi, nonostante l'impiego dei mezzi più efficaci che abbiamo a disposizione ». 1.

Luoghi citati: Monaco, Torino