Chieste due condanne a 26 e 18 anni per ruccisione di Palazzo Canavese

Chieste due condanne a 26 e 18 anni per ruccisione di Palazzo Canavese Giacomo Franchino, a sinistra, e Romano Gioberto mitato ad accusare il maresciallo Corradlno di avergli teso un tranello, con domande insidiose. Il sottufficiale non sapeva nulla della gita a Palazzo Canavese. del soggiorno dei tre in una cascina di Barbaresco, della " giardinetta " avuta in prestito e di altri particolari riferiti dal Franchino. Non poteva, quindi, né inventarli, né suggerirli. « La verità è che le dichiarazioni del Franchino furono del tutto spontanee ». L'avv. sen. Chabod, che rappresenta la vedova ed i duefigli di Mario Tansini, costituitisi parte civile, ha pure affermato la colpevolezza degli imputati. «Il delitto di Palazzo Canavese è un classico episodio di delinquenza alle prime armi, che si adatta perfettamente a questi due perso naggi. Gioberto. con I suoi complici, andò per rapinare l'incasso e non la benzina, ma si trovò di fronte l'imprevista resistenza del Tansini. Quando vide il benzinaio che si chinava per afferrare 11 secchio della sabbia si lasciò prendere dal panico e agì in stato di " illegittima difesa ". Disse, in dialetto. " Attenzione che sparo" e sparò, con la tragica precipitazione dei principianti ». Il sen. Chabod ha sottolineato la piena validità delle confessioni di Franchino, ricordando che il delitto « fu scoperto per caso», attraverso una confidenza al maresciallo Corradino. «Lo zio del Gioberto, Carlo Suppo. aveva taciuto per 11 anni un'indiscrezione del Franchino, che gli aveva indicato nel nipote l'assassino del benzinaio. Si decise a parlare dopo molte reti cenze, e quando fu convocato dal giudice per la seconda volta preferi impiccarsi. Ave te due morti sulla coscienza ». Il primo difensore del Gioberto è l'avv. Walter De Filippi. « Questo processo — di ce — è ancora avvolto nella nebbia che, quella sera, gravava su Palazzo Canavese L'accusa non ci ha dato le prove della colpevolezza de gli imputati ed ha persino modificato in udienza il capo di imputazione, contestando la "ten.ata rapina dell'incasso" solo perché la figlia del benzinaio, con profonda onestà, ha affermato che nessuna macchina, a quell'ora, si fermò sul piazzale e nessun cliente si presentò per fare rifornimento. « Contro le presunte confessioni del Franchino e del Girardi del resto ritrattate, rimangono le testimonianze della padrona della cascina di Barbaresco e di altre persone che hanno affermato: "I, tre giovani, in quei giorni, non si mossero da casa. Di giorno lavoravano alla costru-i zione di un muro e la sera dormivano nella cascina" ». L'avv. De Filippi ha poi as-l servato che, secondo il perito Vittorino Zan, Tansini fu Iucciso con un proiettile cali-'. \bro 7,65 «probabilmente» spa-\ rato con una pistola « From-1 tner ». Quest'arma, che ha la canna un po' «strozzata», lascia sui proiettili rigature assai accentuate. «Noi sappiamo — ha dello l'avvocato — che una pistola "Frommer" fu rubata in una villa di Vestignè 27 giorni prima del delitto e le indagini indicarono come presunti responsabili due zingari, uno biondo e l'altro bruno, che non furono mai rintracciati». L'aVV. De Filippi ha Quindi concluso chiedendo la assoluzione del suo assistito con formula piena. In difesa del Franchino ha parlato l'avv. Domenico Forchino rilevando, soprattutto, le profonde divergenze tra le «confessioni» del suo cliente e le dichiarazioni obbiettive rese alle autorità inquirenti e. in udienza da Luciana Tan siili, l'unica testimone oculari della tragedia. Al termine dell'udienza Gioberto ha ripetuto: «Siamo innocenti, non abbiamo fatto nulla di male. Ci sentiamo tranquilli perché abbiamo la | coscienza pulita, anche se cor riamo il rischio di essere condannati per errore». Franchi no si è limitalo ad annuire. Gino Apostolo La requisitoria alla Corte di Assise di Ivrea Chieste due condanne a 26 e 18 anni per ruccisione di Palazzo Canavese La pena maggiore proposta per Romano Gioberto: egli (secondo il P. M.) è l'uomo che sparò al benzinaio per rapina - All'altro accusato, Giacomo Franchino, il Pubblico Ministero ha riconosciuto due attenuanti e ha suggerito l'applicazione di un condono - Domani sera la sentenza (Dal nostro inviato siedale) Ivrea, 6 maggio. Due condanne, 26 anni a Romano Gioberto e 18 a Giacomo Franchino: ecco le richieste del p. m. dott. Pulcini formulate oggi all'Assise di Ivrea nel processo per l'uccisione del benzinaio di Palazzo Canavese, avvenuta nell'ottobre 1955. La sentenza, annunciata e prevista per stasera, non c'è. stata. Si avrà soltanto lunedi 8 maggio, quando avrà parlato l'ultimo difensore, l'avvocato Musumeci. Romano Gioberto, secondo il rappresentante della pubblica accusa, è l'uomo che materialmente sparò un colpo di pistola al cuore di Mario Tansini, dopo avere tentato di ra pinare t'incasso del chiosco di benzina gestito dalla figlia della vittima, Luciana. Franchino, invece, insieme con Gioberto e Felice Girardi (il terzo complice, morto pochi mesi fa nel manicomio criminale di Castiglione delle Stivicre), si sarebbe recato a Palazzo Canavese soltanto con l'intenzione di commettere una rapina, rimanendo coinvolto in un omicidio contro la sua volontà. Per questo, oltre le attenuanti generiche, il p. m. gli ha riconosciuto anche l'attenuante del « reato diverso da quello voluto ». Sulle pene proposte possono essere concessi 2 anni di condono a Gioberto e i anni a Franchino, incensurato. Il dott. Pulcini non ha mantenuto l'accusa, prevista dal capo di imputazione, di «rapina d'un quantitativo imprecisato di benzina » ed ha chiesto, per tale reato, l'assoluzione degli imputati. « La prova fondamentale che inchioda i due imputati alle loro responsabilità — 'in affermato il dott. Pulcini — sta nelle dichiarazioni rese dal Franchino al maresciallo Corredino, al Sostituto Procuratore della Repubblica, al giudice istruttore. Sono vere e proprie confessioni, con chiamate di correo, anche se Franchino si è preoccupato di diminuire la sua partecipazione al delitto affermando di essejre rimasto in un'osteria meni' gli altri andavano a far nzina. t Solo in un secondo tempo, durante il confronto con Gioberto, Franchino ritratta, improvvisamente e inspiegabilmente. Del resto, nemmeno In udienza ha saputo giustificare la sua ritrattazione e al è 11-