Più della velocità conta la ripresa

Più della velocità conta la ripresa Più della velocità conta la ripresa II traffico ralle strade normali impone frequenti rallentamenti e sorpassi - Una pronta accelerazione è fattore di sicurezza - Sui più recenti modelli italiani questa dote è in piena evidenza I nuovi modelli italiani usciti negli ultimi mesi sono perfettamente aderenti alle tendenze tecniche suggerite dalle condizioni obiettive del crescente traffico. Punti base di tale orientamento sono l'incremento delle cilindrate e quindi delle potenze, con particolare evidenza sulle vetture che potremmo definire di ispirazione sportiva. E' evidente che a maggiori potenze disponibili corrispondono più elevate velocità massime: a parità di cilindrata si è verificato, rispetto all'anteguerra, un aumento medio del 45-50 per cento nelle potenze, e superiore al 25 per cento nelle velocità. Trent'anni fa, una buona berlina europea di 1500 cmc disponeva di non più di 45 CV e raggiungeva i 115-120 chilometri orari; oggi di cavalli ne ha almeno 70 e supera largamente i 140. Com'è naturale, l'aumento della velocità massima è stato accompagnato da un parallelo miglioramento delle doti generali del veicolo: tenuta di strada, maneggevolezza, pneumatici, freni, per cui gli incrementi appaiono particolarmente evidenti nelle velocità medie o di crociera, che sono in definitiva quelle che veramente contano nel traffico odierno. La cosiddetta velocità di punta è utile sui percorsi autostradali, assai meno nella circolazione normale, dove i tempi necessari ai sorpassi (e per ipotesi ai rallentamenti e alle riprese) costituiscono una buona percentuale della durata del viaggio. In queste condizioni, i limiti velocistici sono praticamente irraggiungibili — specie sulle vetture di maggior potenza — e sempre a prezzo di rischi. Molto più importanti sono dunque le doti di ripresa dell'automobile, cioè la possibilità di variare nel minor tempo possibile, e in senso positivo, la velocità. Una ripresa vivace è molto utile, ai fini della sicurezza di marcia, in fase di sorpasso dei veicoli più lenti, manovra che deriva la sua pericolosità dallo spazio e dal tempo in cui viene effettuata, spazio e tempo inversamente proporzionali alla differenza di velocità istantanea tra il veicolo che sorpassa e quello che si sta superando. La ripresa (il termine esatto è « accelerazione », che la fisica definisce come la variazione della velocità divisa per l'intervallo di tempo in cui essa avviene) dipende da svariati fattori tecnici, in primo luogo dalla possibilità di disporre di una riserva di potenza. Al massimo della velocità, questa riserva non esiste, perché la potenza erogata dal motore è totalmente impiegata ; marciando invece, poniamo, a tre quarti della velocità consentita dal veicolo, accelerando a fondo si avrà disponibile quel tanto di energia che consentirà di compiere la manovra di sorpasso in un tempo più breve. Esiste una vecchia legge che trova rispondenza pratica nella maggior parte delle vetture di serie. Questa legge dice che le potenze necessarie per trascinare la stessa macchina variano con il cubo della velocità. Ad esempio, se a una determinata automobile occorrono 50 cavalli per raggiungere i 130 chilometri orari, ne saranno necessari 75 per arrivare ai 150. Inversamente, se ci si accontenta, con la stessa vettura, di marciare a 110, saranno sufficienti all'incirca 30 CV: si avrà pertanto una riserva di 20 CV per facilitare le eventuali accelerazioni. Sulle strade sovraffollate di veicoli, è proprio la ripresa, più che la velocità massima, a consentire medie elevate. La brevità del tempo occorrente per passare da 60 a 100 km orari è sicuramente più importante che essere in grado di superare, dopo lungo lan¬ cio, i 130, anche se una moderna vettura da turismo è in grado di raggiungere il suo plafond velocistico in tempi ridottissimi. La sicurezza dell'automobile di cui tanto si parla, è in non poca parte affidata proprio alle possibilità di accelerazione, cui contribuiscono il valore della « coppia motrice » del motore, il basso peso e in parte anche la forma aerodinamica del veicolo. La coppia motrice (o momento motore) è uno dei dati caratteristici più importanti, perché — in termini molto elementari — definisce il grado di elasticità del motore, e di conseguenza la sua attitudine a « riprendere » dai medi regimi quando la vettura marcia in presa diretta. Essa dipende dalla cilindrata e da altri fattori; si esprime in metri-chilogrammi, ed è tanto più interessante quanto più il suo valore è elevato in corrispondenza di un basso numero di giri del motore. Sulle automobili moderne, come abbiamo accennato, a parte la velocità massima che è in costante aumento, i costruttori danno particolare importanza appunto alle attitudini di accelerazione e ripresa, e da qualche tempo hanno preso l'abitudine di inserire i relativi dati tra le caratteristiche di catalogo di ciascun modello. Ferruccio Bernabò Orientamenti della tecnica costruttiva

Persone citate: Ferruccio Bernabò