La contrastata ascesa socialista dal Risorgimento alla Repubblica di A. Galante Garrone

La contrastata ascesa socialista dal Risorgimento alla Repubblica G. MANACORDA: Il socialismo nella storia d'Italia - Ed. Laterza, Bari - pagine 873, lire 3000. Bis cent*anni di storia italiana* una farsa di libertà La contrastata ascesa socialista dal Risorgimento alla Repubblica Non c'era ancora una storia del socialismo in Italia, dal Risorgimento alla Repubblica. Il libro di Gastone Manacorda è un primo tentativo di colmare la lacuna, tanto più notevole in quanto raccoglie una larga messe di documenti, inquadrati e coni mentati uno per uno. La scelta documentaria ci pare singolarmente felice, perché lascia da parte i testi ufficiali, come i programmi dei partiti o le mozioni del congressi, e insiste invece su quelli più personali e problematici: lettere, opuscoli polemici, difese processuali, articoli, testimonianze. Cosi, è dato cogliere il pensiero politico nel momento stesso in cui si fa azione, e tal¬ volta anche i la storia umile che viene dal basso », come nell'interrogatorio dell'ing Sartori, amico dei contadini della Bassa padana, o nel resoconto dell'incendio della Casa del popolo di Torino ari opera degli squadristi. | Nei capitoletti lucidi e sucI cosi premessi a ogni testo I dall'autore (uno specialista | della storia del movimento operaio in Italia) è notevole il continuo connettersi del socialismo italiano con quello europeo e con la nostra storia nazionale; evidente, ancho. l'impegno politico, il senso problematico delle scelte che oggi si pongono alla sinistra italiana. E qui si potrà anche dissentire, per talune impostazioni, da Gasto¬ ne Manacorda; ma non disconoscere l'efficacia stimolante e il valore istruttivo del suo libro. Il quale parte dal 1848, dall' aggirarsi per l'Europa dello c spettro del comunismo », e si apre con significativi scritti dei due Cavour, il grande Camillo e il fratello Gustavo, e passa a Ferrari e Pisacane, finemente interpretati nelle loro opposte ispirazioni; a Mazzini, di cui è rilevata bene la comprensione realistica del movimento operaio (nata a contatto del mondo britannico); a Osvaldo Gnocchi-Viani, che scorge tra i primi l'importanza delle società per arti e mestieri, delle società di resistenza. Si passa quindi al progressivo distacco dell'incipiente socialismo dall'anarchismo, dall'esclusivo operaismo, dal radicalismo; alle alleanze con democratici e repubblicani propugnate da Turati nella crisi reazionaria di fine secolo; al nuovo corso inaugurato da Giolitti verso le forze operaie e socialiste Notevole al riguardo, il giudizio che nella Critica sociale del 1898-99 Claudio Treves dà di Giolitti, « montanaro avido e astuto,... rustico personaggio di Balzac »: «C'è dall'altra riva un uomo che ci ha capito ». Su un piano generale, è messa in risalto la tendenza del socialismo di non rinchiudersi mai, neppure negli anni del trionfo della linea c riformistica », in rivendicazioni puramente economiche, di classe. Di qui il suo costante carattere di movimento politico, la sua continua lotta in difesa della libertà. E; anche ciò spiega l'attrazione da esso ripetutamente esercitata sui giovani e sugli intellettuali nei momenti di reazione, come nella crisi crispina del 1894 o in quella, ben più grave, degli ultimi anni del fascismo. Naturalmente, più diffìcili si fanno la raccolta e il commento dei testi per il socialismo italiano di questo secolo, man mano che ci si avvicina alla nostra inquieta età. L'autore non nasconde i suoi orientamenti e le sue predilezioni di comunista, di uomo politicamente impegnato nel presente. E non diciamo certo che ciò sia un male Ma, al di là di questa angolazione critica, c'è qualche punto che, in sede storica, può lasciarci insoddisfatti. Ad esempio, riguardo la mancata adesione dei comunisti alla Concentrazione antifascista del 1927, non si dice che questo atteggiamento dipese in gran parte da Mosca. Queste sono solo osservazioni marginali. In realtà, nel libro lo storico equilibrato e sagace ha quasi sempre il sopravvento. Si vedano, ad esempio, i riconoscimenti sugli errori della politica del Comintern per il 1930-1933. Acuti i giudizi su Eugenio Curiel e Giaime Pintor; e oltremodo significative le pagine di Carlo Rosselli, Ruggero Grieco, Rodolfo Moratidi, Umberto Massola. In effetti, con Rosselli e con gli stessi riformisti, era nato l'antifascismo; e per un ventennio la storia del socialismo italiano si identifica con la storia della lotta contro il fascismo. E' questa la conclusione più sicura che emerge dal bel libro di Gastone Manacorda. A. Galante Garrone

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