I giornali di Praga lanciano una campagna contro l'Occidente

I giornali di Praga lanciano una campagna contro l'Occidente Per i disordini anti-sovietici dei giorni scorsi I giornali di Praga lanciano una campagna contro l'Occidente «Turisti» stranieri (scrivono) pagavano venti dollari gli studenti perché attaccassero le forze dell'ordine - Imminente il Comitato centrale del pc: Dubcek sarebbe destituito da tutte le cariche (Dal nostro inviato speciale) s Vienna, 30 agosto. « La quarta crisi del 1969 può considerarsi conclusa. Quante settimane o quanti giorni dovranno passare perché cominci la quinta? ». Con questo stato d'animo la maggioranza dei cecoslovacchi ha preso conoscenza del testo completo del discorso di Husak a Banska Bystrica — giustificazione dell'aggressione sovietica, necessità assoluta dell'alleanza fra Cecoslovacchia e Urss — ed ha salutato la conclusione delle solenni cerimonie celebratesi nei giorni scorsi nella cittadina slovacca. Quarta crisi, i conti tornano. La prima fu quella di gennaio quando il presidente dell'Assemblea nazionale Smrkovskt fu costretto ad abbandonare la sua carica; la seconda scoppiò poco dopo con l'allucinante suicidio di Jan Palach; la terza esplose dopo la vittoria della nazionale cecoslovacca di hockey su ghiaccio sulla squadra sovietica, culminò con la devastazione degli uffici della Aeroflot e sfociò nella sostituzione di Dubcek; la quarta è stata quella di queste ultime settimane conclusasi con le leggi eccezionali, il «voltafaccia» di Cernik e il discorso di Husak. Di gradino in gradino, un giro di vite dopo l'altro, la Cecoslovacchia è ormai prossima alla totale «normalizzazione». A rivelarlo basterebbe il numero odierno di Obrana Lidu, settimanale delle Forze armate, che riassume e storicizza i moti dell'ultima decade di agosto. Nell'impossibilità di minimizzarli, il settimanale delle Forze armate ha scelto la strada opposta: li gonfia, li drammatizza, lì distorce, li mette in relazione con oscure trame straniere. Mentre la maggioranza dei testimoni oculari ha sempre sostenuto che le manifestazioni popolari d'agosto ebbero inizialmente un carattere spontaneo e pacìfico — astensioni dal lavoro, rifiuto di servirsi dei mezzi pubblici, cortei muti t- e che divennero drammatiche e violente soltanto dopo il<massiccio intervento dei carri armati, le testimonianze di poliziotti e di soldati raccolte dall'Obiana Lidu affermano al contrario die nei giorni caldi e soprattutto il 18 e il 20 fu la folla ad attaccare per prima le forze dell'ordine servendosi di quanto le capitava sotomano: pietre, cubetti di porfido, tegole, barre d'acciaio, bottiglie Molotov. Queste schiere, sempre secondo il settimanale, erano guidate dagli huligani, «teppisti » di diciotto-vent'anni spesso al soldo degli occidentali. Un poliziotto, nella sua dichiarazione, arriva ad affermare di aver visto con i suoi occhi turisti occidentali distribuire somme notevoli — anche trecento corone a testa, venti e più dollari — ai ragazzi che incontrava, affinché si slanciassero contro l'esercito e contro la polizia. Dopo questo preambolo drammatico il settimanale passa alla seconda fase: quella trionfalistica in cui esalta la vittoria dell'ordine socialista. « I piani oscuri della reazione e della controrivoluzione sono falliti — scrìve — la linea decisa del partito e dello Stato ha avuto il sopravvento ». Lo stesso stile si ritrova nelle critiche con cui Rude Pravo, l'organo del partito comunista, nel suo numero odierno, commenta le critiche mosse da Pechino ai nuovi governanti cecoslovacchi. « La politica cinese ha perduto ogni suo carattere internazionale di classe dive nendo strumento di sciovint smo imperialista ». E ancora: « I responsabili cinesi sono schierati definitivamente con tutti i reazionari e con tutti ginc«ztbnutNdo•aiiiiiiiniiiiimiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii gli anticomunisti degli Stati | imperialisti ». Contemporaneamente continua e si.intensifica l'attacco contro gli intellettuali del « nuovo corso » e la riabilitazione degli stalinisti. Il redattore capo del settimanale Tribuna parlando alla televisione, ha reso ampio omaggio a un piccolo manipolo di scrittori capeggiato da Ladislav Novonasku, che nel maggio del '68 «ebbe il coraggio di opporsi alla corrente malsana che tentava di trasformare la democratizzazione del socialismo nello smantellamento totale del sistema socialista». Purtroppo i giri di vite non si limitano alle parole. Si è appreso oggi, da fonte sicura che, contrariamente alle attese generali, il giornalista francese Georges Penchemìer, arrestato il 22 agosto, non sarà rilasciato. Le autorità hanno aperto contro di lui un procedimento formale senza per ora specificare l'imputazione. Penchemìer è rinchiuso nella \ prigione di Panrak tristemente famosa perché ai \empi di Gottwald e di Novotny vi venivano rinchiusi e sottoposti a torture i comunisti dissidenti. Nonostante gli sforzi del suo ambasciatore e nonostante il fatto che una delegazione di partigiani francesi — unica di tutto il mondo occidentale — abbia partecipato alle celebrazioni di Banska Bystrica, a nessun diploma- tico francese è stato finora concesso di mettersi in contatto col recluso. Tempi duri, quelli portati dalla « quarta crisi». E il fondo non è stato ancora toccato. A Praga si parla già della quinta crisi: quella che dovrebbe coincidere con la prossima riunione del Comitato Centrale prevista per la fine dì settembre. Segnerà l'allontanamento di Dubcek da ogni carica politica? Gaetano Tumiati

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Pechino, Praga, Urss, Vienna