Il produttore cerca di spiegare il film di Gigi Ghirotti
Il produttore cerca di spiegare il film La "prima" contesa tra Grado e Venezia Il produttore cerca di spiegare il film « E' contro la società che punisce i figli » (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 30 agosto. Dopo lo scambio di cortesie tra Venezia e Grado, per la doppia anteprima di Porcile, la direzione della Mostra cinematografica internazionale veneziana dev'essersi resa conto ch'era necessaria una stretta di freni. Guai se si stabilisse un precedente. Che rimarrebbe del prestigio internazionale del Festival se, dopo Grado, accettasse film già proiettati iti contemporanea con Chioggia, Malamocco, Trevaseleghe? Fatto sta che oggi — giornata di Porcile — la Mostra ha lavorato a rialzare il suo prestigio preparando un colpo a sensazione. E vi è riuscita: lunedì prossimo sarà proiettato al Lido, fuori Mostra, ma sotto i suoi auspici, il film più imbarazzante della stagione, II, dell'inglese Lindsay Anderson, che, premiato a Cannes, da allora non s'è più rivisto in circolazione. Con fermezza le censure francese ed italiana l'han bloccato perché lo ritengono «un inno alla violenza». Per l'anteprima veneziana di Porcile, erano presenti al Palazzo del Cinema il produttore Gian Vittorio Baldi e l'attore Pierre Clementi, il bello-perfido della cinematografia d'oggi, uno degli attori più strepitosamente pagati del mondo. «Ci può spiegare, signor Baldi, come mai e in guai misura, Pier Paolo Pasolini si senta divorato dalla società, luì che in questa società vive, opera e felicemente prospera? », è stato chiesto al produttore. «Lo dovreste chiede ce a Pasolini. Io sono un regista libero, e personalmente gli ho offerto la possibilità di fare questo film ». «Come mai ha finanziato un film così ermetico?». «Per me il film è chiarissimo ». «La morte del giovane mangiato dai maiali — si insiste — è ingiusta, immeritata. Perché quel personaggio viene mangiato dai maiali?». « Giusto o no, la società lo mangia lo stesso — risponde il produttore —. Il film — aggiunge — è una favola contro la società che punisce sia i figli disobbedienti, sia i figli né obbedienti né disobbedienti. I figli debbono obbedire, e basta: questa è la tesi». Nel film, Pierre Clementi incarna la parte del figlio disobbediente, che cerca di opporsi alla società. Per una istintiva necessità di vita, si ciba, in un deserto di lava, di farfalle, di vìpere, e anche dì nemici uccisi. Pierre Clementi viene interrogato su questo truce apologo. L'attore porta capelli lunghissimi, che gli ricadono sulle, spalle, ha uno sguardo scuro e dolcissimo, in contrasto con la maschera malvagia che lo ha reso celebre sullo schermo. « Pier Paolo — dice — non mi ha raccontato il film. Mi ha solo spiegato il personaggio che avrei dovuto interpretare. Mi sono immaginato di essere una sorta di cavaliere dell'Apocalisse, che uccide per mangiare, per difendersi, per sfamare la famiglia, ma senza una precisa coscienza del male; anzi, se avessi avuto le ali, avrei dovuto volare nelle braccia del buon Dio, se il buon Dio esiste. Ma il personaggio acquista via via la consapevolezza del danno che provoca ai propri simili. Tuttavia continua sempre a mangiare, e mangia con gioia: farfalle, spaghetti, uomini, è sempre mangiare ». Gigi Ghirotti
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