Nazionalismi nell'Africa nera di Carlo Cavicchioli

Nazionalismi nell'Africa nera ANALISI Nazionalismi nell'Africa nera (Antiche rivalità tribali si sono riaccese in paesi di nuova indipendenza) Al centro dell'attenzione degli osservatori di cose africane si è posto in questi giorni lo Zambia, fra i massimi produttori mondiali di rame. Il suo presidente, Kenneth Kaunda, ha annunciato, poco più di una settimana ' fa, la nazionalizzazione di fatto delle industrie minerarie quasi completamente in mano a compagnie britanniche ed americane. Kaunda è un moderato che finora aveva scelto sempre le vie più piane. Perché questa decisione? Perché doveva ih qualche modo anticipare o semplicemente soddisfare pressioni che si andavano determinando irresistibili in tal senso all'interno del paese e del suo partito, YUnìted national ìndipendence party. Pure, a dispetto della mossa, la posizione di Kaunda è minacciata. Lo Zambia è un mosaico di tribù: sono, le principali, una trentina, dai Lungu ai Mambwe del Nord, ai Bemba dell'Est e del centro, ai Kololo, Lenje, Luzi e Mbunda del Sud. Nessuna è predominante e nel controllo del partito si procede ih un gioco delicato di alleanze. Kaunda, d'altra parte, è l'unico leader possibile perché è al disopra delle tribù: fu cresciuto in territorio dei Bemba, ma veniva dal Nyasa. La cooperazione fra Luzi e Bemba, dosati in giusta misura nel Gabinetto e in altri incarichi, ha dato a lungo stabilità al movimento. Ma l'equilibrio delle alleanze è divenuto via via più difficile e ora, sebbene le apparenze ancor lo nascondano, si è spezzato.. Gli orgogliósi Bemba, ottocentomila, con molti intellettuali fra loro, e su posizioni radicali e sinistrorse, non sono amati, per rancori antichi, da un gran numero di connazionali e soprattutto dai Tonga, dagli Ila e dai Lenje. L'altro ieri il più autorevole dei Bemba, Simon Kapwepwe, finora seguace e amico fedele di Kaunda,, si è dimesso da vice presidente.del partito di governo affermando di doverlo fare «per evitare un bagno di sangue alla nazione», perché la carica era motivo di persecuzioni a lui e agli altri della sua tribù. Kaunda ha sciolto il direttivo df*1 partito assumendone personaimente il controllo, poi ha pregato Kapwepwe di recedere dalla decisione e questi ha accettato. Ma "non è improbabile che Kapwepwe abbia agito con un fine preciso: molti lo giudicano, oltre che intelligente ed abile, estremamente ambizioso. Egli è su posizioni di estrema sinistra, duro e acceso verso i bianchi e gli « occidentali ». Ma a Kaunda — che lo chiamava il suo «alter ego» — serviva, perché gli conciliava i Bemba. Il conflitto che si delinea, ha scritto il Times, «.deve essere*- pungente e angoscioso per il Presidente: egli sempre ha cercato di seguire la via di messo perché sa che la posizione dello Zambia nel mondo è assediata: assediata economicamente per la sua ricchezza mineraria, e politicamente perché è il punto d'incontro fra potere bianco e nero e quindi l'obbiettivo delle rivalità fra Est ed Ovest. Kaunda. si rende conto che lo Zambia crolla saranno i negri a perdere di più. E sa anche che lo Zambia crollerà se il suo governo sarà travolto dalle lotte tribali o se l'industria del rame verrà sfasciata da conflitti razziali ». Carlo Cavicchioli

Luoghi citati: Africa, Tonga, Zambia