La Russia sostiene che una sorda lotta è in corso a Pechino tra Mao e Lin Piao di Ennio Caretto
La Russia sostiene che una sorda lotta è in corso a Pechino tra Mao e Lin Piao La Cina, scrive un giornale russo, è "un paese in sfacelo,, La Russia sostiene che una sorda lotta è in corso a Pechino tra Mao e Lin Piao Il primo (secondo la « Literaturnaja Gazeta ») rappresenta gli interessi dei burocrati ; il secondo, dei militari - Attorno ai due capi « si agiterebbero centinaia di cortigiani » (Dal nostro corrispondente) Mosca, 27 agosto. Preparativi di guerra, deportazioni in massa della popolazione ribelle, lotte al vertice per il potere, repressione degli intellettuali: questo è il tragico quadro della Cina tracciato oggi dalla « Literaturnaja Gazeta ». In otto pagine di saggi e testimonianze dirette sulla rivoluzione culturale ( metà della rivista), essa descrive un Paese in sfacelo, in preda alla fame, in cui il dis- senso politico porta alla morte. « A causa di Pechino » — scrive la Literaturnaja Gazeta — potrebbe scoppiare il terzo conflitto mondiale ». I giornali cinesi incitano il popolo « a odiare e combattere i revisionisti ». Le radio, anche nelle trasmissioni de¬ stinate all'estero, chiedono agli ascoltatori di « abbandonare le illusioni e correre alle armi ». La vittoria ultima per la Cina « apparterrà al maotsetunghismo », cioè al- I a o n a e l s n e i0 , a n . la dottrina elaborata da Mao sui testi di Marx e di Lenin. La situazione interna del paese, afferma la Literaturnaja Gazeta, potrebbe sfociare nella guerra civile. Tra il 1955 e il 1965, « sono stati annientati 25 milioni di cinesi » (donde venga questa cifra, non è precisato). Nei prossimi mesi, dalle città in rivolta 30 milioni di persone dovrebbero essere deportate nei deserti o nelle montagne, a far lavoro di pionieri, o rinchiusi nei campi di concentramento. « Hanno già lasciato Shensi 46 mila giovani, Honan 220 mila... ». * Si rinnova la storia crudele dei despoti feudali che governavano solo con la spada e col fuoco » dice la rivista. Essa pubblica la lettera di una donna uigura, passata dal Sinkiang nell'Unione So| vietica per sfuggire alla po' litica cinese di oppressione delle minoranze. « Nel campo di concentramento del deserto di Takla Makan — racconta la donna — ci sono 32 mila prigionieri. Tra di essi il marito di mia sorella, che fu tanto imprudente da chiedere quante volte Mao Tse-tung si era sposato ». In alcune province scoppiano pogroms antimaoisti. Sono soprattutto i giovani a lottare. La Literaturnaja Gazeta parla di « tragedia generazionale ». In una « lettera dall'ai di là» uno studente cinese riferisce: « Come tutii i miei amici, fui anch'io una guardia rossa. Credevamo di fare una rivoluzione e di realizzare qualche cosa di buono. Ma ora gli occhi di molti di noi si sono aperti. Purtroppo, qualcuno crede ancora in Mao Tse-tung e non si rende conto che egli è la radice di tutti i mali della Cina ». Più o meno apertamente, incominciano a ribellarsi a Mao i « fedelissimi ». La rivista sostiene che una sorda lotta è in corso tra « il grande timoniere e Lin Piao, ciascuno appoggiato dalle rispettive consorti, Ciang . Cing e le Ci-ciun ». L'uno rappresenterebbe gli inte! ressi dei « burocrati », l'ai| tro dei « militari ». Intorno a loro si agiterebbero le contrastanti passioni dei cortigiani. Proprio questo fa pensare che alla morte di Mao una guerra civile sia possibile. Nella rivista, gli argomenti sono divisi- secondo uno schema preciso: « La Cina sotto il tallone di Mao », « Le porte della Città Celeste so?io chiuse », « Isteria antisovietica », '« Gli eredi non aspettano », « Gli inquisitori di Pechino », « La tragedia generazionale », « Come nel secolo diciottesimo », « La grave crisi delle scuole », « Ignoranti invece di medici », « Il rancio da lame », « Al mercato di Fen Un », « Un Paese dove si mangia riso », « Il g. i. si diverte e Pechino ci guadagna » (il g.i. è il soldato americano), «L'importanza di Hong Kong » Tra le accuse mosse alla Cina, vi è quella di « collu sione con gli Stati Uniti ». Mao aiuta gli imperialisti americani contro il movimento comunista. Egli si serve dei loro soldi, ricavati con le vendite di prodotti di lus¬ so a Hong Kong e Singapore, per i suoi fini imperialistici. La rivista sottolinea anche che Mao viene praticamente deificato in Cina: tra il '66 e il '68, per esempio, sarebbero stati pubblicati oltre 3 milioni di copie delle sue opere, cioè il 90 per cento di tutti i libri. Ennio Caretto mSngd| ' Pechino. Mao Tse-tung e il « delfino » Lin Piao al IX Congresso del partito comunista cinese (Foto « Cina »)
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