Una crisi da evitare

Una crisi da evitare IN CAMPO Una crisi da evitare (La questione del Palermo - Non sì può compromettere il contenuto sportivo del campionato) Il calcio professionistico è sull'orlo di una crisi che potrebbe compromettere in partenza l'andamento dei campionati di serie A e B ormai prossimi all'inizio. La decisione è nelle mani del Consiglio direttivo della Lega, il massimo organo costituito dalle società maggiori per disciplinare il calcio professionistico, sotto il profilo amministrativo, e per salvaguardarne il contenuto sportivo. Lunedì sera, la Lega — come è noto — ha rifiutato di ratificare al Palermo gli acquisti dei giocatori Sgrazzutti, Lancini, Reja, Pasetti, Bercellino II, Rizzato, Maggioni, Causio, Bertuolo, Liguori e Toschi, perché il club siciliano non ha rispettato la lettera di una disposizione assunta dalla Lega il 14 maggio scorso. Tale disposizione impone alle società di garantire il pagamento dei debiti accumulati durante la campagna acquisti con ima fidejussione bancaria irrevocabile, firmata personalmente dai dirigenti. Il fine della disposizione % quello di evitare che le società si indebitino nei confronti delle banche in misura eccedente le rispettive possibilità. Il presidente del Palermo si è presentato in Lega esibendo una, fidejussione della Cassa di Risparmio delle province siciliane. L'istituto si impegnava a pagare direttamente i debiti accumulati dalla società calcistica nella campagna acquisti. Tale fidejussione era tuttavia firmata in via principale dal comm. Pergolizzi, quale presidente del Palermo, ed in via sussidiaria da altri dieci soci azionisti, in proprio. Il Consiglio ha eccepito sulla regolarità della fidejussione, che farebbe gravare l'onere del' debito non direttamente sulle spalle dei soci, ma su quelle del Palermo. Il comm. Pergolizzi e l'aw. Gioia, che lo accompagnava, hanno esibito una documentazione •. che prova come il Palermo non si sia indebitato oltre le sue possibilità, ma soltanto in misura tale da poter far fronte ai propri impegni, nel termine concordato di cinque anni. Il Consiglio della Lega, rifacendosi alla disposizione del 14 maggio, ha concesso unicamente/ al Palermo una proroga di quattro giorni e mezzo. In questo breve periodo, il Palermo molto difficilmente potrà compiere le operazioni burocratiche necessarie per ottenere una nuova fidejussione. La società siciliana corre dunque il rischio di trovarsi al mezzogiorno del 30 agosto (quando scade l'ultimatum) nella identica situazione di lunedì e di dover rinviare alle società d'origine i giocatori i cui contratti non sono stati ratificati. Che cosa succederebbe in tal caso? I dirigenti del Palermo sarebbero costretti a mettere in liquidazione la loro società, imitati subito dopo dalla Reggina. Per una reazione a catena il bilancio del club calabrese verrebbe compromesso in maniera irreparabile. Infatti la Reggina è creditrice nei confronti del Palermo, per la cessione di Toschi, di 160 milioni di lire. In gravi difficoltà economiche verrebbero a trovarsi anche — per analoghi motivi — altri sodalizi come l'Udinese, l'Atalanta, la Ternana e una dozzina di società di serie C. C'è inoltre da dire che nel 1950 le società di A e B avevano debiti contenuti, ma i loro introiti non superavano i 500 o 600 milioni all'anno. Con l'avvento dei «grandi presidenti» e con una coraggiosa politica di investimenti lo sport del pallone si è trasformato in un importantissimo fenomeno sociale ed economico. In un certo senso, quindi, è proprio grazie ai debiti che molte società sono salite in serie A ed hanno triplicato i propri incassi. Sembrerà paradossale ma è cosi, è solo una questione di misura: indebitarsi fino ad un certo punto. Quel certo punto, il Palermo — a nostro avviso — non lo ha ancora superato. David Messina