Tra Scopigno e Nereo Rocco la differenza sta nello stile di Paolo Bertoldi

Tra Scopigno e Nereo Rocco la differenza sta nello stile Due tecnici di successo parlano delle loro squadre Tra Scopigno e Nereo Rocco la differenza sta nello stile (Dal nostro inviato speciale) Cesenatico, 26 agosto. Che cosa fa domattina? «Che cosa vuole che faccia? Dormo», risponde Scopigno, socchiudendo gli occhi infossati da viveur. Fissa un appuntamento a Milano Marittima per mezzogiorno. Il trainer del Cagliari è diventato un tipo leggendario, e sa di esserlo. E al suo ruolo ci tiene. In realtà Scopigno, si è alzato stamane alle 8,30 poiché rientravano i giocatori dai permessi. Doveva parlare con il presidente Marras e con il suo vice, Artica, per gli ingaggi di Riva, Nené, Manciù, Brugnera e Natasio (questi due ultimi sistemati). A mezzogiorno però l'allenatore era dal barbiere come se si fosse svegliato da poco. E' abituato a recitare la sua parte, ma difende la fama di «scettico blu» del calcio in modo trasparente. « Hanno scritto che lei odia le tattiche, però un giocatore del Cagliari ci ha confidato rlte a pochi giorni da una partita importante anche lei imbottisce la testa dei suoi atleti con mille disposizioni. E' vero? ». Scopigno alza appena la testa. Se rientrasse nelle sue abitudini scoppierebbe in una risata. Si limita ad un sogghigno. «Non stiamo a svelare 1 segreti della società — dice —, il Cagliari è uno strano squadrone che vive in un ambiente ris retto e questo è tutt'altro che uno svantaggio. Metà del campionato, cioè il periodo delle lunghe trasferte, lo passa in ritiro obbligatorio. L'altra metà In un centro dove ogni atleta è sempre sotto controllo. Mangiamo nello stesso ristorante. Guardi che io non obbligo nessuno. Ci troviamo 11 perché stiamo bene insieme ». «Giusto. Ma che c'entra questo con le tattiche?». « Arriva il problema. I giocatori d'oggi hanno un senso del professionismo esasperato. Sentono la responsabilità, fin troppq, forse perché una vittoria si traduce in grosse somme di denaro. Alla vigilia di un incontro importante diventano nervosi. Non posso riunirli al venerdì o al sabato per far cadere su di loro una pioggia di ordini: tu marca il tale, tu stai di mezza punta e cosi via. Finirei più che altro per creare una confusione. Giro l'ostacolo. Approfitto del lungo tempo a disposizione e lascio cadere una parola qui, una là durante tutta la settimana. Le mie lezioni praticamente vengono impartite a rate. Gli interessati quasi non se ne accorgono ». / risultati finora sono stati buoni. Scopigno cerca di non far pesare la sua guida, ma è molto meno distratto di quanto sembr* o si dica. «Greatti e Brugnera, Domenghini e Nenè verranno a costituire dei doppioni; non sarà un danno?» gli si chiede. « Sanno giocare in più ruoli e sono consapevoli del fatto che tocca ad ognuno conquistare la maglia di titolare. Tutto sommato questi doppioni costituiscono un vantaggio ». Sarà blasé, tuttavia alla sua carriera Scopigno tiene come tiene all'eleganza. Oggi a Milano Marittima girava con un golf trasandato, un paio di calzoni siazzonatì, le scarpe malcurate. Ma bisogna guardarlo bene. Il golf è di classe, il foulard è di Hermes, intonato tutto il resto. Questo è il vero Scopigno. Nel gioco delle parti del mondo calcistico a Rocco è toccato un compito facile, quello del sempliciotto che conquista le grandi città avvalendosi del buonsenso contadino. A questo ruolo il trainer del Milan si adegua nascondendo con la schietta parlata veneta e le battute scherzose una intelligenza acuta. Scopigno detto il «filosofo » non ha mai visto una aula universitaria; Rocco che viene dipinto come una persona priva di cultura ha la licenza liceale. Ha la comunicativa e l'umanità dell'uomo semplice. «Che ne pensi di giocare nella tal posizione, tu che hai tanto scatto? », domanda con finta indifferenza ad un rossonero. Il calciatore lusingato accetta. Ad un altro: « Con la tua esperienza bloccare quell'ala sarà uno scherzo; non credi?». L'altro natural¬ mente crede. Alla fine undici titolari giocano come vuole Rocco credendo di avere dato essi stessi i suggerimenti indispensabili. « Ora che è campione d'Europa dei clubs — gli chiediamo — non le pesa la responsabilità? ». «Mi pesano gli anni» tenta di scherzare; poi aggiunge: «La squadra di Genk ci ha dato una lezione. Farsi battere da un serie B belga è una vergogna. L'ho proclamato ai giocatori. Per me la Fiorentina è la favorita, poi tutte le altre, Cagliari, Inter, Juve e cosi via. Noi faremo quello che potremo ». Intanto, questa sera a Cesenatico, si è svolto il «processo» ai due tecnici Rocco e Scopigno accusati dì non avere lottato abbastanza per la conquista del titolo italiano. Rocco era difeso dai giornalisti Arpino e Brera; Scopigno da Ghirelli e Bordelli: i due «imputati» sono stati assolti, non hanno colpe. Paolo Bertoldi

Luoghi citati: Cagliari, Cesenatico, Europa, Milano