Avvistati i 5 naufraghi del panfilo Avevano già fatto testamento per radio di Giuseppe Fiori

Avvistati i 5 naufraghi del panfilo Avevano già fatto testamento per radio Al largo delle coste sarde dopo cinquanta ore di ricerche Avvistati i 5 naufraghi del panfilo Avevano già fatto testamento per radio Sono quattro genovesi e una giovane di Zagabria - Alle ore 20 di ieri Punita militare «Bafile» ha raggiunto lo yacht, ma non ha potuto raccogliere i naufraghi - I commoventi appelli seguiti minuto per minuto dalle navi addette alle operazioni di soccorso (Nostro servizio particolare) Cagliari, 26 agosto. L'odissea dei quattro genovesi e della giovane jugoslava in balìa delle onde su un panfilo alla deriva nel mare di Sardegna non è finita. Erano le 17 e stava per compiersi il secondo giorno di ricerche quando un «Grumman » del Centro di soccorso aereo di Ciampino e un «C. 119 » dell'aero-brigata di Pisa hanno avvistato l'imbarcazione in difficoltà cento miglia al largo delle coste di Alghero: via radio l'esatta posizione è stata comunicata alle navi impegnate nelle ricerche e l'unità militare « Bafile » ha finalmente potuto raggiungere il panfilo. Le tenebre e il mare in tempesta hanno però impedito il trasbordo dei naufraghi che, si spera, possa avvenire all'alba. Da ieri mattina il comandante e marconista del panfilo, ing. Guarnerio Agostini, di 38 anni, lanciava appelli disperati e tuttavia non si era riusciti per tutto l'intero giorno a localizzare il punto di partenza del segnale radio: la dubbia efficienza dei dispositivi di salvataggio era rilevata con sfumature polemiche dall'opinione pubblica isolana che anche oggi ha seguito appassionatamente il dramma dei cinque naufraghi. Ci si chiedeva come sia possibile che una radio funzioni per tante ore senza che si arrivi a localizzarla: il fatto è che le navi impegnate nelle ricerche hanno strumenti rudimentali. Il radio-goniometro della corvetta militare « Staffetta » è Un vecchio aggeggio a manovella, del quale non ci si fida, e il « Bafile», piroscafo militare è addirittura privo di radio-goniometro. Le ricerche sono andate avanti perciò in modo avventuroso affidate alla buona volontà degli uomini e al caso. ,.,Solo ieri sul tardi si era conosciuto il nome dei naufraghi: abbiamo già detto quello del comandante, ingegnere Agostini, al timone stava il dott. Sergio Brodasca, motorista Pier Luigi Starnerà; con i tre erano due donne: la dottoressa Maria Adelaide Carrara e la ventenne Jansa Parmack, figlia di un medico di Zagabria. Il « Sahib », lungo trentacinque me tri, era partito sabato da Capa Bougeron in Algeria, ieri all'alba aveva perso la prua per un colpo di mare, soffiava a raffiche impetuose un forte maestrale; un albero del; panfilo,era stata.divelto, T^Tfifl.iorzaX Benché,imr barcasse . acqua attraverso una. falla, il «Sahib»• reggeva alla tempesta, tenendo sempre i contatti radio. Il messaggio più drammatico i delle 9 di stamane, quando l'ing. Agostini ha lanciato via radio il suo testamento: lo hanno raccolto il giornalista Achille D'Amelia sul panfilo «Vaivento» e il marconista della petroliera inglese «Claude Cownley ». Con voce rotta dall'emozione il professionista genovese ha dettato testulamente: « Tutto quello che sarà trovato nella mia cassetta di sicurezza alla Banca Commerciale di Genova deve andare ai miei nipoti; lascio a mio padre i crediti in via di riscossione ». Subito dopo l'ingegnere Agostini s'èra ripreso: «Questo — aveva soggiunto — nel caso che andiamo giù, ma, teniamo duro: trovateci per l'amor di Dio. Faccio appello a tutti voi che mi sentite, che siete marinai: sul vostro onore giurate di cercarci». In realtà le ricerche non erano mai state sospese nem- meno durante la notte. Verso le 3 il transatlantico spagnolo Cabo San Roque in rotta per Istanbul ha dato una prima notizia incoraggiante: ave-, va. individuato: sul,radar il Sahib a settanta miglia da Alghero, le unità impegnate nelle ricerche si sono dirette in quel tratto di mare, L'ing. Agostini, ormai allo stremo delle forze, ha continuato a parlare alla radio, abbiamo sentito i suoi appelli convulsi. L'improvvisato marconista del Sahib ripeteva fino all'estenuazione una data parola; diceva: « Non ce la facciamo più,, più più,... aiutateci, aiutateci..., mandate in forza gli aeroplani. Sono cugino del consigliere di Stato Saporiti, parlate a Saporiti, Saporiti, il consigliere di Stato Saporiti. Siamo alla fine ». Infine poco dopo le 17 l'avvistamento. L'Agostini, ormai spossato dalla lunga veglia e dalla tensione che gli aveva scardinatoci nervi, ha passato il radio-telèfono alla dottoressa Carrara: « Vedo gli aerei che ci volano sopra» ha detto la giovane, poi ha soggiunto che i compagni pensavano di trasbordare dal panfilo a un canotto di gomma: «Non ancora, tenete duro, pazientate'ancora » le è stato risposto dagli aerei di soccorso. La nave Bafile è giunta sul posto poco prima delle 20 e si è immediatamente portata a ridosso del panfilo in modo da proteggerlo dalla tempesta. Le tenebre e il mare grosso hanno però impedito l'operazione di aggancio e di trasbordo dei naufraghi che, si presume potrà avvenire solo all'alba. Giuseppe Fiori Genova. L'indossatrice Anna Ferrari. Era anche lei in crociera a bordo del « Sahib », ma sbarcò a Barcellona prima della drammatica avventura del panfilo (Telefoto Leoni)