Chi ha distratto la Liguria? di Filiberto Dani

Chi ha distratto la Liguria? L'inchiesta ministeriale sul caos edilizio Chi ha distratto la Liguria? Nell'euforia del «boom», è andata perduta una ricchezza di valore inestimabile - Il golfo del Tigullio deturpato - A Lavagna i grattacieli hanno cancellato le caratteristiche liguri della piazza centrale - Il viale delle palme a Chiavari è in via di smantellamento ■ In molti casi, come ha detto l'on. Mancini, gli amministratori non hanno saputo resistere alle pressioni degli speculatori (Dal nostro corrispondente) Genova, 21 agosto. Le follie edilizie della Riviera ligure sono sotto inchiesta: Mario Fazio ha anticipato su «La Stampa» di oggi le prime notizie relative alla silenziosa indagine che ispettori del ministero dei Lavori Pubblici stanno svolgendo su tutta la fascia costiera. Alassio è già stata visitata e cosi altri centri rivieraschi. Gli ispettori si muovono con grande cautela evitando, per ovvie ragioni, di dare pubblicità ai loro spostamenti. Un dato certo: l'incbf -ta ministeriale ha suscitato dappertutto scalpore e polemiche. Quanti si battono contro le speculazioni edilizie a danno delle due Riviere, hanno motivo di soddisfazione: «Ancora qualche anno di costruzioni incontrollate, tirate su con il solo miraggio del guadagno immediato — dicono — e la costa ligure si trasformerà in una foresta pietrificata mediterranea ». Altri, e tra essi pubblici amministratori, ribattono semplicisticamente: « Ammettiamo che le cose, in questo dopoguerra, sono state fatte alla svelta e un po' alla carlona. C'erano forse altre possibilità? In mancanza di piani regolatori, chi voleva il permesso di costruire o di lottizzare il proprio terreno doveva rivolgersi ai municipi ed i municipi non avevano a disposizione che vecchi regolamenti, vecchie leggi urbanistiche, spesso non adeguate ai bisogni, spesso insufficienti a bloccare le esigenze dei privati ». Pare siano non meno di 50 mila i vani meritevoli di un serio controllo da parte degli ispettori ministeriali. La cifra può impressionare, ma basta osservare la costa dal mare per avere un'idea esatta della squallida distesa di case con muraglioni e pietraie che hanno le dimensioni e i colori dell'incubo. . Il caso del golfo del Tigullio (che fornirà un importante capitolo all'inchiesta del ministero) è esemplare. E' infatti accaduto che il golfo si è trasformato in una città unica, dilatata su una superficie di 576 chilometri quadrati e con una popolazione di 134 mila abitanti. Una città sottile, dove i centri urbani sono ridotti al rango di quartieri. I danni al paesaggio sono tremendi. Santa Margherita e Rapallo, soprattutto, hanno sacrificato il meglio del loro patrimonio di attrazioni naturali senza ricevere in cambio adeguati compensi. I massicci insediamenti urbani, in pratica, hanno infatti deluso. L'attesa ricchezza non è arrivata che per le pattuglie degli specu■ latori, e gli aspetti negativi delle lottizzazioni a tappeto si manifestano ora con cruda evidenza. I turisti di tipo semiresidenziale offrono scarse possibilità di lavoro e anche la loro influenza sul reddito è minima. Purtroppo, l'esempio di Rapalio e di Santa Margherita è stato imitato e la situazione è quasi dovunque seriamente compromessa. Dice il professor Lorenzo Caselli che, a capo di una équipe di studiosi, ha svolto un'indagine sul Tigullio per conto dell'Ilres, l'Istituto ligure di ricerche economiche e sociali: «Nell'euforia del boom è andata perduta una ricchezza di valore inestimabile. A Lavagna i grattacieli hanno distrutto le caratteristiche liguri della piazza centrale, la anarchia urbanistica ha stritolato Cavi, il cemento ha sepolto le colline di ulivi a Zoagli, il viale delle palme a Chiavari è in via di smantellamento ». Oggi l'attività edilizia di questi comuni è bloccata dalla legge-ponte entrata in vigore nell'agosto dell'anno scorso. Ma in previsione di questa legge, a Chiavari sono stati approvati 500 progetti a tempo di primato per complessivi 24 mila vani. Analoga « corsa » alle licenze edilizie (110 in un mese) è avvenuta a Rapallo, come ha fatto rilevare, in un'intervista di pochi mesi fa, l'allora ministro Mancini che ha citato i due comuni rivieraschi come esempi, insieme con altre località, di a incapacità degli amministratori a resistere alle pressioni e alle interferenze della speculazione, tanto che più di un caso meriterebbe l'attenzione del Procuratore della Repubblica». A Rapallo, oltre tutto, si è determinata una ^ingoiare situazione. Quattro consiglieri comunali democristiani (che formano il gruppo di maggioranza) guidati dal dottor Enrico Caprile hanno recentemente votato con la opposizione un ordine del giorno che impegnava il sindaco « a rilasciare un'autorizzazione ai membri della com¬ missione consiliare d'inchiesta, già nominata in aprile, e ai tecnici di loro fiducia perché possano accedere ai j cantieri edili ». Compito del- ' la commissione, doveva essere quello di accertare se in città erano stati costruiti edifìci in contrasto con le norme edilizie. Inattesamente, il prefetto di Genova ha recentemente annullato con suo decreto la delibera del consiglio comunale di Rapallo che sanciva la costituzione della commissione d'inchiesta. Altro episodio. A Lavagna, un consigliere comunale di minoranza, l'ingegner Francesco Traldi, liberale,, conduce da tempo una sua personale « contestazione » per in¬ j j cessione ' durre il consiglio comunale a discutere su una serie di prej sunte irregolarità nella con• delle licenze edilizie. Risultato: nel corso di un'accesa seduta consiliare, l'ingegner Traldi è stato espulso a viva forza dall'aula (c'è ora, a questo proposito, una denuncia alla magistratura). Il sindaco, prof. Domenico Noceti, smentisce una qualsiasi irregolarità nel rilascio delle licenze: « Le informazioni al riguardo sono false. Il nostro ufficio di edilizia privata è in grado di dare soddisfazioni à chiunque ». Un invito che gli ispettori ministeriali certamente non ricuseranno. Filiberto Dani

Persone citate: Domenico Noceti, Enrico Caprile, Francesco Traldi, Lorenzo Caselli, Mancini, Mario Fazio, Traldi