Due ragazzi come quelli di una volta sognavano un cavallo vero tutto per loro

Due ragazzi come quelli di una volta sognavano un cavallo vero tutto per loro Di nascosto ai genitori sono andati da Bra a Cinzano a piedi Due ragazzi come quelli di una volta sognavano un cavallo vero tutto per loro Sono un maschietto di 7 anni e la sorellina di 11 - Con tremila lire risparmiate nei gelati volevano acquistare un pony - Se i soldi non fossero stati sufficienti si sarebbero accontentati di un somarello (Dal nostro inviato speciale) Bra, 19 agosto. Questa è la storia di due bambini che sono andati a piedi da Bra a Cimano per comprare un cavallo con i loro risparmi: tremila lire. Un'avventura ingenua, senza risvolti drammatici, ma die ha tenuto in ansia genitori, polizia e carabinieri per tutto un giorno. Si temeva una disgrazia, un rapimento. Nessuno ha pensato ai cavalli: l'idea della gita era un segreto, custodito gelosamente perché, hanno spiegato, doveva essere una sorpresa anche per papà e mamma. I protagonisti: Fabrizio e Donatella Prati, di 7 e 11 anni. La famiglia è di Trieste. Si sono trasferiti a Bra nel 1960. Il padre, Vittorio, 47 anni, è modellista in una fabbrica di confezioni; abitano in via Marconi 3, casa nuova, elegante. C'è un terrazzo dove i figli hanno tutto lo spazio per giocare. Dice la mamma: «A volte scendono in cortile, ma non si sono mai allontanati. Scappatelle? Nemmeno a parlarne ». Sono bambini vivaci, curiosi, « naturalmente, come noi quand'eravamo giovani»; Donatella, molto graziosa, bionda, occhi azzurri, è stata promossa in quinta: « E' brava in tutte le materie, un po' meno in italiano, ha troppa fantasia». Fabrizio ha fatto la prima elementare: «E* il più piccolo della famiglia, ma chi comanda è lui. La sorella chiacchiera, Fabrizio organizza e decide». Quando giocano, la sorella dice: « Vorrei una casetta, un vestito nuovo per la bambola». Il fratello costruisce, disegna. I cavalli. L'anno scorso il Prati ha portato i figli a Cin\zano: c'è un maneggio e un pìccolo zoo circondato da boschi; hanno visto animali strani, gazzelle, fagiani variopinti e poi, in un recinto, un pony marrone, la criniera lunga, ricciuta. Donatella si è innamorata del pony, il padre ha promesso: « Quando avre- mo una casa col giardino te lo comprerò ». Da allora i due fratelli hanno cominciato a sognare il cavallo. Fabrizio ha deciso che il garage è una stalla idea- le, bastano pochi cambiamen i ti. E per acquistarlo? Rispari miano i soldi del gelato. Così, approfittando delle vacanze, quando i genitori concedono ai figli qualche vizio in più, Donatella e Fabrizio sono riusciti a mettere da parte tremila lire. Secondo il bambino, somma più che sufficiente. Le vacanze sono finite l'altro ieri. Durante il viaggio, in auto, i fratelli hanno messo a punto il piano. Hanno passato la notte con gli occhi aperti. Donatella diceva: « Lo voglio bianco, con la criniera a trecce ». Fabrizio si sarebbe accontentato di un asino: « Prima chiediamo il prezzo. Se costano poco compriamo il cavallo per te e l'asino per me ». Le dieci del mattino. La madre sta disfacendo le valigie. Arriva Donatella: « E' caduto un giocattolo in cortile, scendiamo a prenderlo ». Il fratello è già sulla porta con i soldi. Partono felici. « Ci metteremo mezz'ora », dice Fabrizio. In realtà sono otto chilometri, c'è il sole a picco. Donatella si preoccupa: «Non arriviamo mai ». « Stai tranquilla, è proprio vicino ». Parlano del cavallo per distrarsi. Si fermano sotto un albero. C'è un campo di pomodori e ne raccolgono due « rossi rossi », chiedono la strada a un contadino: « Sempre avanti ». Nessuno si stupisce a vedere i due bambini soli, nel traffico delle auto. A mezzogiorno sono a Cinzano. Entrano in un bar e mangiano due panini, poi comprano panettone, acqua minerale, coca cola e « una scatola di biscotti che piaccia ai cavalli ». Al maneggio guardano i pony, scelgono quello più carino. Fabrizio si rivolge a uno stalliere, Ernesto Leone, 62 anni: « Quanto costa quel pony? ». L'uomo guarda il bambino divertito: « Almeno cinquemila lire. E Fabrizio: « Io ne ho tremila ». «Troppo poco, vuol dire che lo comprerai un'altra volta ». Ma Fabrizio non si arrende: « Torneremo ». Va dalla sorella e le comunica che i soldi non bastano: « Andiamo a Bra a prendere gli altri ». Tornano nella strada piena di sole. Intanto sono cominciate le ricerche. Il padre in auto, la madre nei negozi, i carabinieri a frugare nei fossi e nei prati, macchine con altoparlanti girano la zona chiedendo notizie. Ma nessuno ha visto ì fratellini che intanto sono arrivati sotto casa. Ma non hanno il coraggio di salire. Restano qualche minuto incerti, poi Fabrizio ha un'idea: « Forse l'asino costa meno. Andiamo a chiedere ». Altri otto chilometri, ormai stanchi. Donatella è preoccupata. Il fratello finge di essere allegro, ma ha gli occhi pieni di lacrime. Sporchi, impolverati. Si riposano nelle macchie d'ombra. Lei dice: « Torniamo a casa ». Alla periferia di Cinzano li vede un automobilista. Ha sentito gli altoparlanti. Si ferma: « Còme vi chiamate? » « Patrizio e Donatella Prati». Dieci minuti dopo sono a Bra, tra le braccia dei genitori. « Volevamo farvi una sorpresa » dicono i ragazzi. Ma chi ha avuto l'idea? « E' stato Patrizio ». « No, Donatella ». E il pony? « Era così bello: volevamo regalarlo alla mam- ma. Ma costano troppo cari e i soldi li abbiamo spesi per comprargli biscotti ». Pietro Squillerò Fabrizio e Donatella Prati, gli avventurosi ragazzini di Bra

Persone citate: Donatella Prati, Ernesto Leone

Luoghi citati: Bra, Trieste