Pronto il decreto che fissa le linee dei piani ospedalieri

Pronto il decreto che fissa le linee dei piani ospedalieri Sarà emanato in settimana dal ministro Pronto il decreto che fissa le linee dei piani ospedalieri Ad esso dovranno attenersi i comitati regionali della programmazione - Dodici posti-letto ogni mille abitanti - Saranno migliorati i servizi di pronto soccorso Roma, 12 agosto. Gli obiettivi e i criteri cui devono ispirarsi i comitati regionali per la programmazione ospedaliera sono indicati dal ministro della Sanità, Ripamonti, in un decreto che sarà emanato nei prossimi giorni. Il Comitato nazionale di programmazione ospedaliera (Cnpo) ha tenuto ieri, sotto la presidenza del ministro, una lunga seduta, nel corso della quale sono stati dibattuti soprattutto gli indici relativi alla disponibilità dei posti-letto, e la conseguente ripartizione. Ripamonti ha avvertito che «nello schema di decreto si tracciano le linee fondamentali cui la programmazione ospedaliera dovrà ispirarsi, al fine di conseguire risultati che soddisfino le esigenze basilari di una corretta assistenza ospedaliera». «Non bisogna però dimenticare — ha aggiunto — che si tratta di una materia in continua evoluzione, condizionata, da un lato, dal tumultuoso sviluppo delle conoscenze mediche, e dall'altro, dalla richiesta di prestazioni sempre più qualificate e meglio distribuite sul territorio nazionale. Pertanto, il compito di stabilire degli "standards", sia pure minimi e flessibili, è apparso di non facile soluzione». Il decreto assume, come base, l'indicazione fornita dal piano economico quindicennale, secondo cui la rete dei presìdi ospedalieri di ciascuna regione deve raggiungere una disponibilità di circa 12 posti-letto per mille abitanti, così ripartiti: cinque-sei per mille, per ammalati acuti; tre per mille, per lungodegenti e convalescenti; 0,50 per mille, per tubercolotici; tre per mille, per ammalati psichiatrici e per minorati psichici. Su questi dati aveva già concordato nei giorni scorsi la terza sezione del Consiglio Superiore di Sanità: " Il documento rileva che, di fronte ad una disponibilità di oltre 300 mila posti-letto, per ammalati acuti, vi è una mancanza quasi assoluta di ospedali per lungodegenti e per convalescenti; e afferma poi che « i piani regionali ospedalieri devono tendere alla realizzazione di una rete di unità ospedaliere, a diversi livelli strutturali, coordinate tra loro, da inserire nel contesto delle istituende unità sanitarie locali, in modo da costituire un tutt'uno organico ». La rete delle unità ospedaliere dovrà essere articolata in: ospedali generali (di zona, provinciali e regionali); ospedali specializzati (regionali e provinciali); ospedali per lun go-degenti e convalescenti (provinciali e di zona). La rete ospedaliera è comprensiva anche degli ospedali psichiatrici e degli altri presidi per la prevenzione, la cura e il recupero dei malati mentali. Gli obiettivi prioritari, cui i piani ospedalieri regionali devono mirare sono numerosi. Tra i più importanti, quelli che si riferiscono: alla utilizzazione o istituzione di ospedali di zona in numero tale da assicurare una disponibilità complessiva, per le quattro branche fondamentali della medicina, di circa tre posti-letto per ogni mille abitanti; alla utilizzazione o istituzione di un ospedale generale regionale, che dovrà servire una popolazione di almeno un milione di abitanti. In tutto il territorio della ragione deve essere assicurata un'equa ripartizione dei s^-vizi assistenziali di base Le prestazioni specialistiche devono essere erogate in ospedali ubicati in località facilmente accessibili dai nuclei di popolazione a cui sono destinati: di conseguenza non bisognerà istituire più ospedali provinciali in località limitrofe. Deve essere assicurata, inoltre, un'equa ripartizione dei servizi di pronto soccorso, prevedendo l'istituzione in ogni ospedale provinciale ai idonei servizi di rianimazione e di locali idoneamente attrezzati per interventi di urgenza, sia di natura medica, sia chirurgici!. Anche i servizi poliambulatoriali, gestiti sia da enti ospedalieri sia mutuo-previdenziali devono essere equamente distribuiti. Per quanto riguarda la programmazione edilizio-ospedaliera, il decreto ha confermato la precedenza alle opere già programmate e in corso di realizzazione. La precedenza viene anche accordata all'ampliamento di quegli ospedali già esistenti che mancano di ambienti idonei per ospitare divisioni e servizi ritenuti indispensabili dalla legge. (Ansa) +

Persone citate: Ripamonti

Luoghi citati: Roma