Pubblica sui giornali la necrologia per il gatto morto in un incidente

Pubblica sui giornali la necrologia per il gatto morto in un incidente Il barone siciliano Agostino La Lomìa di Canicattì Pubblica sui giornali la necrologia per il gatto morto in un incidente «Investito da mano pirata è perito tragicamente... Paolo Annarino Gatto» Palermo, 12 agosto. «Investito da mano pirata è deceduto tragicamente il 5 agosto del 1969 in Canicatti S. E. il referendario Paolo Annarino Gatto. Ne danno il triste annunzio Don Turiddu Capra, duca di Santa Flavia e Merlo che lo ebbe padre, fratello ed amico. I resti mortali saranno tumulati di fronte al mare Jonìo, nell'isola di Capo della Croce in quel di Taormina»: questo necrologio è stato pubblicato da alcuni quotidiani italiani. Lo ha redatto — e naturalmente pagato — il barone Agostino La Lomia di Canicattì, venerabile nobile di stampo settecentesco. Il defunto, un bel soriano che il barone aveva ospitato nella sua bellissima casa quando la bestiola era rimasta « priva dì ogni sostentamento — racconta La Lomia —in seguito alla morte del suo padrone, il molto reverendo sacerdote Paolo, mio confessore ». Appena entrato in casa del nobile siciliano il gatto ricevette il nome di Paolo ed ebbe il suo bel da fare per stabilire rapporti di buon vicinato con « don Turiddu Capra », merlo acquatico, inseparabile del barone che, per ricompersarlo della buona e discreta compagnia datagli, gli aveva imposto, in virtù di antichi privilegi conferiti alla sua famiglia, il titolo di «duca di Santa Flavia ». « Paolo era però d'indole buona — ricorda il barone — e riuscì subito a trovare un'intesa con quel tipaccio borioso e testardo che è don Turiddu Capra ». Gatto, merlo e barone formavano cosi un trio inseparabile, più volte fotografato nei locali alla moda di Taormina o del lido di Venezia, festeggiato da Gina Lellobrigida che per il barone La Lomia ha sempre nutrito sentimenti di amicizia. Ora un pirata della strada ha falciato ed abbandonato moribondo sull'asfalto il buon gatto. Per la piccola corte del barone l'incidente è stato doloroso. « Don Turiddu Capra, duca di Santa Flavia — dice il nobile — mi ha fatto chiaramente intendere la sua costernazione ed il suo dolore ed ho compre¬ so il suo bisogno di partecipare a tut*' i nostri amici la grave j. .illazione della nostra famiglia. Così ho pensato di far pubblicare una necrologia. In fondo il buon Paolo vale bene le poche parole di commossa doglianza ». « Sono l'ultimo re del Regno delle due Sicilie », aggiunge. E dice la verità, perché nei ricevimenti dati annualmente attorno a quella che sarà la sua. tomba,-nelle « feste della primavera » affollate da centinaia di invitati, che lo vedono giungere su una carrozza tirata da sei bellissimi cavalli, torna a rivivere la Sicilia dei Borboni. Ma il barone Agostino La Lomia sostiene di essere il più vecchio contestatore: « Di fronte alle pazzie della nostra società — dice — le mie bizzarre occupazioni ' vengono inghiottite e scompaiono del tutto ». Il gatto è acato tumulato nell'isola di Capo La Croce, davanti a Taormina, che il barone ha acquistato recentemente per potersi definire, con tranquillità e sicurezza, « sovrano ». (Ansa) Agostino La Lomia (Tel.)

Persone citate: Borboni, Gina Lellobrigida, Paolo Annarino Gatto, Turiddu Capra

Luoghi citati: Canicattì, Palermo, Santa Flavia, Sicilia, Taormina, Venezia