Troppi infortuni sul lavoro

Troppi infortuni sul lavoro II e la sicurezza sociale Troppi infortuni sul lavoro Il loro costo supera i 1300 miliardi l'anno - Industria e agricoltura i settori più colpiti - In aumento anche gli infortuni tra le mura di casa - Propaganda dell'Enpi nelle scuole elementari Il progresso tecnologico ha enormemente aumentato la capacità produttiva che in cèrti settori dell'industria non ha ormai altri limiti fuorché quelli ad essa imposti dalla programmazione aziendale. Ma nel frattempo sono cresciuti anche i rischi di infortunio: nell'industria e nell'agricoltura. Persino nelle case dove gli elettrodomestici hanno alleggerito il lavoro delle massaie ma insidiano . quel clima di sicurezza che ; una volta caratterizzava l'ambiente familiare. Gli infortuni si verificano , dappertutto, benché la statistica si soffermi di preferen- . za su quelli che avvengono sui posti di lavoro, perché protetti di assicurazione obbligatoria e quindi valutabili anche nei loro riflessi econòmici. Nel 1968 l'incidenza de- ' gli infortuni sul numero complessivo dei lavoratori assicurati dell'industria ha sfiorato il 200 per mille, mentre quella degli infortuni mortali è stata dello 0,42 per mille: j indici notevoli, anche. se in- ; feriori a quelli degli anni passati. Nel settore agricolo —dove gli addetti superano di poco i 4 milioni di unità — il numero degli infortuni è ovviamente inferiore, sia nel complesso sia per quanto si riferisce ai casi di morte. Mancano dati precisi per gli infortuni tra le mura di casa, ma a questo riguardo possiamo dire soltanto che in Inghilterra (dove la mortalità per questa categoria di infortuni ha un andamento non troppo diverso da quello che si registra in Italia) circa un milione e mezzo di persone vengono annualmente ricoverate per infortuni domestici. La gravità del problema è evidente anche nei suoi riflessi, economici. L'Enpi (Ente nazionale prevenzione infortuni) calcola infatti che nel 1965 il costo degli infortuni (compreso quello derivante dagli oneri assicurativi) aveva raggiuntò 1300 miliardi e da allora esso è certamente cresciuto in seguito alle migliorie successivamente disposte per le rendite temporanee e permanenti. L'integrità fisica del lavoratore è quindi non soltanto indispensabile preméssa i di produttività, ma rappresenta un' patrimonio :che non • deve essere sottovalutato per la sua incidenza sul costo della sicurezza sociale. Del resto, è inammissibile che l'uomo sia vittima del progresso che egli stesso promuove e sollecita con il suo lavoro, quando basterebbe l'osservanza di poche norme di prevenzione per ridurre l'ampiezza del fenomeno. ' Ecco perché bisogna diffondere dovunque e a tutti i livelli quelle norme di prevenzione che l'Enpi propaganda da un pezzo anche nel le scuole elementari per creare nei bambini quella coscienza antinfortunistica che gli adulti non hanno sempre potuto avere o stentano ad acquisire. Soltanto in questo modo, e con l'adozione di tutti i mezzi di prevenzione previsti dalla legge, sarà possibile ridurre le dimensioni del' fenomeno infortunistico. RISPOSTE AI LETTORI — Un ragioniere di Alessandria ci scrive: « Apprendo da La Stampa che la pensione degli avvocati sarà aumentata e penso ai commercialisti che da tempo immemorabile attendono riapertura ili termini per nizio del diritto di riscatto all'artìcolo 43 della leggt. obraio 1963 n. 100. Intanto molti commercialisti che hanno raggiunto o superato i 70 anni non percepiscono ancora la pensione. Sono sicuro che un accenno su La Stampa sveglìerebbe i dormienti». I commercialisti hanno troppa confidenza con l numeri per non valutare le spiacevoli ripercussioni che può avere sul colleghi ultrasettantenni il tardivo riscatto del periodi di lavoro scoperti di contribuzione pensionistica. Si deve supporre perciò che all'esercizio di tale facoltà si oppongano ostacoli di natura legislativa e quindi estranei alla volontà del dirigenti deUa Ck--9 di previdenza della categoii-.. * * La signora P. M. di Torino ci scrive: « Dopo aver lavorato in proprio per circa 24 annt, mi impiegai alle dipendènze di una ditta -dove ho prestato servizio fino all'anno scorso. Il mio rapporto di lavoro è venuto ad tnterrumperst in seguito a licenziamento, perché l'azienda da cui dipendevo aveva cessato l'attività settoriale alla quale mi dedicavo. Dai conti fatti risulterebbe che mi manca ancora circa un anno dt marche assicurative per raggiungere la contribuzione minima per ti pensionamento dt vecchiaia. Non volendo utilizzare l'assicurazione volontaria per un periodo ctsi kieuc, mi sono nuovamente impiegata presso uno studio commerciale con uno stipendio che è poco più della metà dt quello che percepivo prima. Poiché sono ormai prossima al pensionamento, potrei farlo conteggiare in rapporto al precedente stipendio? Vorrei sapere infine se l'indennità di licenziamento viene conteggiata agli effetti della pensione ». Con 15 anni di contriouti la sua pensione dovrebbe corrispondere al 27,75 per cento della retribuzione media da lei percepita nel tre anni più favorevoli del l'ultimo quinquennio di lavoro. Ma iti conseguenza della brevità del suo ciclo contributivo è probabile che le convenga di più optare per le norme in vigore fino al 30 aprile 1968 e fruire, cioè, della pensione contributiva anziché dt quella retributiva. In ogni caso l'Inps le corrisponderà. 11 trattamento più favorevole, à meno che non le spetti soltanto il trattamento minimo dì legge. L'indennità di licenziamento non è soggetta a contributo e quindi non è utile per stabilire la retribuzione da prendere a base, del pensionamento. " i h m : ! 11 : [ 111 <i n 11 m 1111 u il 11111 n i : 11 < 1111 ] 11K1111111 « Per far celebrare una Messa avevo mcluso 2000 lire tn un espresso diretto • a mia cugina Che è suora presso l'Ospizio Cortolengo di Ptnasca. L'espresso è giunto alla destinataria, ma quasi aperto e senza le 2000 lire che conteneva quando t'ho spedito ». Firmato C. M. Torino. Ha fatto male ad includere le 2000 lire nell'espresso, perché l'Amministrazione delle Poste ri¬ 1111 m il u ! i n 11 n 11 n i : il i 1111 u 111 ! 11 u 111 [ i n sponde soltanto del valori contenuti nelle assicurate, ammonendo implicitamente gli utenti che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio. Non le resta quindi che dolersi della disonestà degli uo mini, già vecchia, del resto, ai tempi di Ciro re di Persia che fu il primo ad Istituire un sistema di scambi postali. Osvaldo Paita 1NDUSTR1A AGRICOLTURA Numero Frequenza Numero , \ ANN!' lnfortunl „°L „ °gnl 1000 operal infortunl Infortunl denunciati mortaii infortunl Mortall denunciatl mortali 1964 1.242.756 2.933 228,97 0,54 241.585 1.000 1965 1.056.001 2.557 197,59 0,47 241.413 966 1966 1.086.092 2.408 195,33 0,43 275.115 1100 1967 1.184.207 2.595 198,67 0,43 285.104 1024 1968 1.208.232 - 2.528 199,08 ^.42 287.200 1.023

Persone citate: Osvaldo Paita

Luoghi citati: Alessandria, Inghilterra, Italia, Persia, Torino