Neonazisti in Germania

Neonazisti in Germania Base aerea di Andrews. La folla ha sfidato la pioggia per salutare Nixon al ritorno dal suo viaggio in Asia ed in Europa (Telefoto U.P.I.) HiiiHimiMiiiininiiimimmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiim ANALISI Neonazisti in Germania (Polemiche per le dichiarazioni di Von Hassel e Kiesinger sulla Npd) Due dichiarazioni sul partito nazionaldemocratico tedesco (Npd) hanno provocato in Germania accese polemiche all'interno della «grande coalizione». Secondo agenzie di stampa americane, il 29 luglio Uwe von Hacsel, presidente della Camera dei deputati, democristiano, avrebbe affermato, nel corso di una conferenza a Monaco: « II partito nazionaldemocratico non è un partito nazista. Molti suoi dirigenti furono convinti nazisti, ma i tedeschi che votano per la Npd sono cittadini che sentono il richiamo dei partiti che si battono per il rispetto delle leggi». Successivamente von Hassel ha attenuato questa versione delle sue parole, senza smentirne però la sostanza. Due giorni dopo il Fuenf Vhr Blatt è uscito con un clamoroso titolo: « Anche Kiesinger dà una patente di democraticità alla Npd. Per il Cancelliere federale i nazionaldemocratici non sono neonazisti ». In un'intervista il Cancelliere, ricalcando la dichiarazione di von Hassel, sosteneva che forze neonaziste «esistono certamente nella Npd» ma che il partito, nel suo insieme, «'non è neonazista». Secondo il giornale, Kiesinger avrebbe detto di temere che la Npd possa ottenere una rappresentanza in Parlamento (per averla, è indispensabile raggiungere il 5 per cento dei voti) alle elezioni del 28 settembre. In tal caso « l'immagine della Germania Occidentale all'estero sarebbe compromessa». Subito dopo, il Cancelliere avrebbe deplorato la « politica morbida » degli alleati socialisti e dell'opposizione liberale verso la Germania di Pankow, politica che porta voti alla Npd. Di fronte alle immediate reazioni dei socialisti, il portavoce dei-governo, Gunter Diehl, ha smentito che Kiesinger abbia concesso un'intervista sull'argomento al Fuenf Vhr Blatt, affermando: « Il Cancelliere pensa che il partito nazionaldemocratico di Adolf von Thadden sia un movimento estremista di destra, il cui rispetto per la Costituzione è dubbio. Egli pensa tuttavia che la qualifica globale di neonazismo sia abusiva». I socialisti hanno replicato che la smentita era insufficiente e che il partito di Kiesinger dava l'impressione di volere scavalcare a destra i neonazisti. I democristiani sono accusati di cercare alleati a destra perché temono di essere messi in minoranza alle prossime elezioni da una coalizione di liberali e socialisti, i quali stanno cercando di stabilire nuovi rapporti con i Paesi del blocco orientale sul problema di Berlino e delle frontiere tedesche. Inoltre, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Unione Sovietica stanno esaminando la possibilità di un accordo definitivo per le vie di accesso all'ex capitale tedesca. I democristiani temono che eventuali concessioni rafforzino liberali e socialisti. Secondo ì socialdemocratici, dalle dichiarazioni di von Hassel e Kiesinger « la Npd ha ricevuto una patente di immunità» che potrebbe indurre molti elettori, fino ad oggi esitanti, a dare il loro voto al partito di von Thadden. «Questa presa di posizione — scrive Le Monde — che tende a far ricadere sulla politica dei socialisti e dei liberali verso i Paesi dell'Est gli eventuali successi della Npd, obbedisce chiaramente a preoccupazioni elettorali ». II timore dell'impopolarità è presente però anche fra i democristiani. In una intervista alla Siiddeutsche Zeitung, il capo del gruppo parlamentare della CduCsu, Rainer Barzel, ha affermato che il partito di von Thadden è una formazione « pericolosa e dannosa » e ha definito il comportamento delle guardie nazionaldemocratiche in un recente comizio a Fi ancoforte « metodi da SS». Barzel ha ag giunto che se la Npd, con trariamente alle aspettati ve, entreri in Parlamento, « la Cdu-Csu non potrà mai accettare coalizioni con essa, né dirette né indirette ». Roberto Franchini