La Romania chiederà a Nixon più ampi rapporti economici di Paolo Garimberti

La Romania chiederà a Nixon più ampi rapporti economici IL " SATELLITE " PIÙ INSOFFERENTE DEL BLOCCO COMUNISTA La Romania chiederà a Nixon più ampi rapporti economici Il Paese sì sta rapidamente industrializzando - Già oggi quasi metà del commercio estero si svolge con l'Occidente - Ma gli Stati Uniti figurano soltanto al 14° posto tra i clienti e i fornitori - Ceausescu solleciterà l'applicazione della clausola di «nazione più favorita» Dal Mar Nero al Danubio, la Romania si arricchisce, a ritmo costante, di nuovi impiantì industriali. « Provate a fare il nome di un'industria che un Paese moderno deve avere; e troverete che i romeni vi stanno pensando e, magari, stanno già creandola », ha detto recentemente a Business Week un esperto economico occidentale. Il tasso annuo di espansione dell'industria pesante romena è del 12-13 per cento. Le importazioni, negli ultimi anni, sono rapidamente aumentate, fino a raggiungere, nel 1968, un totale di 1 miliardo e 600 milioni di dollari: poco meno della metà del commercio estero romeno si svolge con Paesi occidentali: nessun altro Paese del blocco comunista ha una percentuale così alta di rapporti commerciali con il mondo « capitalista ». Tra il 1960 e il 1965, la Romania ha importato macchinari ed impianti da Paesi non comunisti per un valore globale di 630 milioni di dollari; il piano quinquennale, che scade il prossimo anno, prevede nuovi acquisti per 1 miliardo di dollari. Dal 1962. quando il settimanale di Bucarest Viata economica contestò, per la prima volta, il satellitismo im¬ posto da Mosca attraverso il Comecon (il « Afec rosso »), il revisionismo economico romeno è passato rapidamente dalla fase teorica a quella pratica. La via nazionale al socialismo, secondo i romeni, passa innanzitutto attraverso l'autosufficienza economica e la libera scelta dei partners commerciali. A Galati, vicino al confine russo, è entrato in funzione un grande complesso per la produzione di acciaio e ferro; quando sarà ultimato, sarà in grado di produrne 4 milioni di tonnellate all'anno, una quantità sufficiente a coprire quasi l'intero fabbisogno romeno. Un'industria petrolchimica è in costruzione a Ploesti, nei cui dintorni si trovano i principali pozzi petroliferi romeni. A Pitesti stanno sorgendo impianti per la produzione di macchinari e fibre sintetiche. La maggior parte delle forniture per queste nuove industrie provengono dai Paesi occidentali. Il laminatoio a freddo di Galati, della capacità di 450 mila tonnellate annue, è stato costruito au un consorzio di industrie tedesche capeggiate dalla Demag. La stessa Demag, l'Aeg, la Brown Boveri e la Siemens hanno fornito per l'acciaieria beni e servizi per un valore di 40 milioni di dollari. A Ploesti e a Floresti, la Pirelli ha costruito un impianto, completo di macchinari, per la produzione di scarpe e altri articoli di gomma; il contratto stipulato tra il governo romeno e la Società italiana prevede forniture per un valore superiore agli 80 milioni di dollari. Inquadrato in questo contesto, l'incontro tra Nixon e Ceausescu assume anche un significato economico, oltre che politico. Gli Stati Uniti sono soltanto al quattordicesimo posto nella lista dei partners commerciali della Romania. Nel 1968, le esportazioni americane sono state pari a 19 milioni di dollari; ma l'importazione di prodotti romeni negli Stati Uniti non ha superato i 6 milioni e mezzo di dollari. Quattro anni fa la Firestone Tire & Rubber Co. fu costretta, dalle pressioni de' gruppi anti-comunisti americani, a rinunciare ad una serie di progetti industriali in Romania. Da allora le compagnie americane sono state riluttanti a stringere rapporti commerciali con il governo di Bucarest; ora, però, come ha notato Business Week, «la visita di Nixon conferirà un marchio di rispettabilità al commercio con la Romania ». E' probabile che il leader romeno' Nicolae Ceausescu chieda a Nixon la concessione alla Romania dello status di «nazione più favorita»; i prodotti romeni, cioè, al loro ingresso negli Stati Uniti, sarebbero assoggettati a tariffe pari a quelle dei beni dei Paesi occidentali. Attualmente, soltanto due Paesi dell'Est europeo godono di questa condizione: la Jugoslavia e la Polonia. Da parte sua, Nixon — secondo quanto affermano gli esperti economici americani — intende stringere più stretti rapporti commerciali con la Romania per favorirne l'indipendenza economica dall'Unione Sovietica. Al suo ritorno, il Presidente americano chiederebbe al Congresso di ratificare la concessione dello status di «nazione più favorita » alla Romania e solleciterebbe l'Export ■ Import Bank a concedere più larghi crediti per sostenere l'interscambio commerciale con Bucarest. Paolo Garimberti Dal 5,50 al 6 per cento