Si è aperto all'insegna della contestazione il Congresso internazionale di psico-analisi di Gigi Ghirotti

Si è aperto all'insegna della contestazione il Congresso internazionale di psico-analisi A ROMA I DISSIDENTI ORGANIZZANO UN CONTRO-CONGRESSO Si è aperto all'insegna della contestazione il Congresso internazionale di psico-analisi I « maestri » accusati di badare troppo al denaro • Frecciate e ironie per una mancata visita collettiva dei congressisti al Papa (Dal nostro inviato speciale) Roma, 28 luglio. Il ventiseiesimo congresso internazionale di psicanalisi si è aperto con solennità stamane a Monte Mario. E' il più affollato congresso che mai si sia visto nella storia della Società internazionale di psicanalisi, che, fondata nel primo decennio del secolo da Sigmund Freud, conta nel mondo circa tremila iscritti, un buon terzo dei quali (mille, più un gruppo di ospiti d'onore) partecipa ai lavori aperti quest'oggi nelle sale opulente e refrigerate dell'hotel Hiltoh. A pochi passi dall'hotel Hilton, nelle più modeste sale d'un ristorante panoramico, si riunirà domani un anticongresso, promosso da un gruppo di psicanalisti dissenzienti capeggiati dal milanese Elvio Fachinelli e dallo svizzero Berthold Rotschìld. A beffa dei congressisti, i contestatori hanno affisso nelle sale dell'Hilton un manifesto in lingua inglese con l'ultima parola « congress », segnata nella doppia « esse » finale dal simbolo del dollaro ($$). « Tutti i congressi — hanno dichiarato in una conferenza stampa tenuta stamattina i due dissenzienti, Rotschìld e Fachinelli, — tendono ad essere inutili, pletorici e autoritari. Ma questo, organizzato dalla Società internazionale di psicanalisi, è andato oltre il segno: su sette relazioni, quattro sono presentate da relatori statunitensi; su sei " seminari ", quattro sono tenuti eia studiosi americani. Non bono stati accolti contributi né di italiani, né di francesi, né di spagnoli, né di studiosi di molti altri Paesi. Per questo motivo, pur facendo parte della società di psicanalisi, pur non intenden¬ do affatto dar vita ad una scissione, noi abbiamo preso l'iniziativa di aprire una discussione su temi che il congresso ufficiale trascura oppure sui quali già sappiamo che il dibatU'.o in sede ufficiale sarà limitato ». Un episodio d'eresia Il gruppo dei dissenzienti si è dato un nome, « The platform », e un soprannome, più confidenziale: « La formica nell'orecchio ». Stamane nella seduta iiiaugurale del congresso la « formica » ha cominciato a dare le sue prime molestie. « Contestatori nella nostra società? E perché mai? Che cos'hanno da contestare? », si domandava la principessa Alessandria Tornasi di Palma, vedova dell'autore del « Gattopardo », già vicepresidente della Società italiana di psicanalisi. E il prof. Nicola Perrotti, presidente onorario della società: « Contestatori? Organizzano un anticongresso? Ma è un episodio di eresia! Propongo l'espulsione! ». In verità, la formica nell'orecchio del gigante freudiano già ronzala da tempo. Era da un anno che i più giovani adepti della società andavano mormorando intorno alle concezioni, ai metodi, alle « strutture gerarchiche » poste in essere dal sodalizio. Il quale sodalizio, ci è stato fatto sapere dai contestatori, tira a impaludarsi di panni accademici, mozza il fiato ai neofiti prescrivendo duri e lunghi tirocini, e, in un'atmosfera di esasperata devozione al fondatore della psicanalisi, allontana da sé psichiatri, economisti, antropologi, sociologi, filosofi e quanti altri esploratori della psiche umana si dan da fare in questi tempi a dipanarne l'ingarbugliato mistero. « La Società di psicanalisi è diventata una società di "savants " e di potenti che cercano d'isolare la psicanalisi dal contesto delle altre scienze », ha detto stamane il dott. Rotschìld. E Fachinelli gli ha fatto eco: « E' stato creato il tabù del contagio con il mondo esterno. Secondo noi, non si può più agire secondo il modello ottocentesco del nsicoterapeuta che riceve il paziente in uno studiolo appartato. Desideriamo sperimentare nuove terapie di gruppo, aperte al contributo di altri studiosi, e aperte anche a chi tra i pazienti non è in grado di profondere danaro per le cure ». Il rapporto psicanalisi-danaro è uno degli aspetti più delicati della questione; lo stesso Freud, come si sa, annetteva grande importanza al fatto che il paziente pagasse il suo. terapeuta: ciò, a suo giudizio, aveva il potere di renderlo consapevole della serietà del trattamento, e quindi incideva beneficamente sulla cura. Ma i suoi eredi hanno forse interpretato troppo rigidamente questa regola, sicché oggi nel mondo si parla della psicanalisi come di una « scienza di lusso ». Accusa non infondata: basti dire che gli psicanalisti riconosciuti in Italia sono meno di un centinaio, ognuno dei quali potrà curare, nel corso della sua vita professionale, non più di ottanta-cento pazienti (una cura può durare quattro-cinque anni, il terapeuta non può seguire simultaneamente più di quattordiciquindici « casi »). Si capisce, allora, in quale imbarazzo si trovi un terapeuta costretto a scegliere tra psicanalizzare un tranviere e psicanalizzare una grande « vedette » del cinema. La tendenza a distillare Freud a beneficio dei portafogli più consistenti e uno dei punti d'attacco preferiti dal gruppo della « formica nell'orecchio », « Il materiale scientifico su cui la psicanalisi può lavorare, in questo modo, è molto ridotto, perché ne vengono escluse le psicosi di massa, le psicosi da lavoro, le psicosi urbane ». « Noi proponiamo ». hanno detto i contestatori Fachinelli e Rotschild, « di inserire la psicanalisi nel servizio unitario di base, in modo che le cure siano accessibili a chi ne ha bisogno, indipendentemente dalle sue capacità oblative ». « Farete a meno del danaro? », ha chiesto un giornalista dell'Unita. La risposta è stata un po' evasiva: « Vogliamo dire che il danaro non avrà più quel valore assoluto che gli si vuole attribuire, secondo un'interpretazione che poteva valere per Freud ai tempi di Freud, e che non è più accettabile oggi ». Edipo e la protesta Per finire, una frecciata è stata lanciata dagli anticongressisti all'indirizzo degli organizzatori del congresso: nei mesi scorsi, essi hanno rivelato, la Società internazionale di psicanalisi dibatté lungamente l'opportunità di ottenere dal Papa un'udienza speciale per il Congresso. Non si sa, o non è stata resa nota, la ragione per cui l'iniziativa è stata lasciata cadere; ma è probabile che questa ipotesi abbia fatto sobbalzare la figlia del fondatore della psi- j canalisi, Anna Freud, la qua¬ le da Vienna segue l'attività del sodalizio, e a cui certo sarebbe parso strano vedere gli eredi e i depositari dell'insegnamento paterno incamminarsi in colonna verso il capo della Chiesa cattolica che egli giudicava « nemica implacabile della libertà di pensiero e del progresso della conoscenza », e dalla quale, del resto, fu ripagato con la condanna di tutta la sua opera. Proprio nell'ora in cui terminava la conferenza stampa delle « formiche », il congresso dell'Hotel Hilton affrontava uno dei temi più scottanti all'ordine del giorno: « Protesta e rivoluzione ». Da che radici muove la protesta giovanile verso le fondamenta della società adulta, in tutte le parti del mondo? La risposta degli psicanalisti è chiara, e persino ovvia: muove da Edipo. « La protesta verso l'establishment » — si legge in uno dei resoconti ufficiali del congresso — è geneticamente riconoscibile nelle proteste contro le situazioni preedipiche ed edipiche infantili ». Per chiarire il punto di vista della psicanalisi sull'argo mento, almeno in termini generali, abbiamo chiesto aiuto al prof. Nicola Perrotti, presidente onorario della Società italiana. « La nuova generazione, io la chiamo la generazione del biberon — ci ha aetto Perrotti. — Perché? Ma perché questi giovani non hanno preso il latte dal seno materno, ma dal biberon, e sono vittime perciò di una frustrazione avvenuta nei primi mesi della loro vita, durante la fase orale-recettiva. Non trovando affetto, amore, cure adeguate, si sono sviluppati immaturi, aridi, ansiosi. Ogni contestatore cela un angosciato, che si difende dalla angoscia scaricando le sue tensioni contro la società: sia quella borghese, sia quella comunista, perché anche all'Est la contestazione esiste. Ma è un fenomeno reattivo, passerà. Esso è dovuto a persone che hanno ricevuto una cattiva educazione e non sono riuscite a superare i primi stadi del rapporto con la madre e con l'ambiente. Pretendono tutto, e in questo hanno torto. Ma la società non ha dato loro tutto quel che doveva, e in questo ha torto la società ». Il ruolo dei genitori Uno degli interrogativi del congresso è se questa protesta sfocerà in un rinnovamento benefico, oppure se finirà tutto in una pseudorivoluzione destinata a procurare soltanto un sacco di scocciature alla società adulta, o, per essere più esatti, a provocarla per saggiarne i punti di debolezza. Nicola Perrotti, per conto suo, risponde: « Sono 1 genitori che debbono riprendere il loro ruolo di educatori, e questo fin dai primissimi giorni di vita del bambino. E' un errore credere che l'educazione sia compito della scuola. Ciò che ridiventa attuale, e che è uno degli argomenti più interessanti del congresso di psicanalisi, è il modo di comportarsi verso il bambino nei suoi primi tre anni. Molte delle nevrosi del nostro tempo — nevrosi di fallimento, nevrosi di iperlavoro, nevrosi di carattere — hanno la loro origine proprio in questo momento delicatissimo della formazione della personalità». Gigi Ghirotti

Luoghi citati: Alessandria, Italia, Roma, Vienna