Il romanzo impegnato di un giurista piemontese

Il romanzo impegnato di un giurista piemontese Il romanzo impegnato di un giurista piemontese In osservazione per ventiquattro ore due maturi cattolici facenti parte — a quanto c'è dato di ricavare dal libro — di quella burocrazia a frange intellettuali che, annidata su vecchi bastioni, porge la mano bene: vola alle novità: Teo e Armonio, avversari coinvolti fino al collo in una matassa di cariche, remunerazioni, do ut des, « giri » tortuosi, ambizioni, invidie, sadismi da ufficio. Tra i due, il più interessante è Teo: quasi sessant'anni, un'aria dolciastra che nasconde energie che si mordono la coda, passa dalla paura alla protervia, dalla vampata mistica al fervore del calcolo. Lavora per la carriera, spasima per la carica di presidente di un ente prestigioso, e — cosa che a primo colpo stupisce — ha fiammate di fede che presentano talvolta l'aspetto di autentiche « chiamate »; ade¬ risce appassionatamente a certa problematica religiosa moderna. Teo avrà dal monsignore la grande notizia che la Camera gialla ha suggerito il suo nome per la presidenza dell'ente (la cui sigla Orni evoca foneticamente accolito antropomorfiche), ma morirà d'infarto la notte stessa della nomina, dopo un'abbondante e raffinata cena consumata in solitudine e il suo decesso sarà, come era prevedibile, un ricostituente dall'efficacia istantanea per il malandato e astioso Armonio. Franco Corderò, piemontese, giurista (l'accuratezza di certe messe a punto sembra rivelarci la sua consuetudine professionale), ha quarant'anni. Rossana Ombre* FRANCO CORDERÒ: Genus ■ Ed. De Donato - pagine 142, lire 1500.

Persone citate: Franco Corderò