Proprio tutta colpa dell 'Europa i problemi dei Paesi africani?

Proprio tutta colpa dell 'Europa i problemi dei Paesi africani? Due libri sull'Uganda prima della visita di Paolo VI Proprio tutta colpa dell 'Europa i problemi dei Paesi africani? Hosea [affé ha scritto una storia della nazione africana, attribuendo la responsabilità all'Inghilterra - Il libro di un gruppo di giovani cattolici: la missione come strumento di potere Il viaggio in Uganda di Paolo VI ripropone al mondo la presenza del cristianesimo in Africa, comprendendo in questo termine cattolici, protestanti, ortodossi e copti, fino a ieri cosi divisi e spesso in aperta lotta fra di loro, da favorire involontariamente la penetrazione musulmana nel continente aero, anche in regioni come 11 Mozambico, dove forte era la presenza cattolica, o in Kenia, in Congo, in Tanganlka e, in generale, in tutta l'Africa Equatoriale che pure erano colonie europee, con la presenza di missioni cattoliche e protestanti. L'attualità del viaggio papale ha invogliato l'editoria, ed ecco un paio di volumi, entrambi pubblicati dalla Jaca Book, dedicati all'Uganda. Il primo di questi volumetti, autore Hosea Jaffe, ha intenzioni esclusivamente politiche, analizza cioè la storia dell'Uganda in chiave anti razzista ed anti colonialista. Questo suo volumetto, Uganda, la perdita e la riconquista della perla del Nilo Bianco (Jaca Book, par gine 120, L. 1000) attribuisce all'Inghilterra tutti 1 malanni sociali di cui soffre il paese che il Papa visiterà. La storia dell'Uganda è in sé stessa appassionante; la vita dei kabaka, 1 re locali, i riti religiosi pagani, la corruzione dei sovrani e dei lóro funzionari interessati a vendere al miglior offerente l'avorio ed i giovani più robusti dei villaggi come schiavi, sono capitoli da meditare. Ma ciò che lascia perplessi, ed anche increduli, è che tutte le turpitudini del kabaka e dèi più alti funzionari delle varie tribù siano state opera esclusiva degli inglesi durante la loro lotta per sottomettere l'Uganda. Hosea Jaffe, ad esemplo, dimentica l'ignobile attività, dei mercanti arabi nell'Africa Centrale, non tanto per acquistare proseliti alla fede di Maometto, quanto per mettere insieme mandrie di Uomini giovani e validi da inviare ai mercati di schiavi di Zanzibar. L'odio dell'africano nero per l'arabo nasce proprio da questo ricordo del passato negriero degli arabi; ricordo che continua nella sanguinosa Guerra di Secessione fica 11 Sudan meridionale, cristiano e pagano, contro il Sudan settentrionale, musulmano ed a suo tempo schiavista. Si nota, cioè,, la. solita tendenza ad addossare alle potenze coloniali europee tutti i guai di cui soffre oggi l'Africa nera, dimenticando che un nuovo colonialismo, di stampo arabo-islamico, sta sostituendosi a quello europeo, in Nigeria, in Congo, in Sudan. Più aderente all'avvenimento religioso del viaggio di Paolo VI in Africa è l'altro volume: Dove va la missione? La lezione dell'Uganda (Jaca, Book, pag. 176, Lire 1200) scritto da un gruppo di giovani cattolici riuniti nel movimento U3M, una sigla che pare misteriosa e significa soltanto «Uganda Terzo Mondo». Il volume, frutto d'un'indagine di gruppo su una vastissima bibliografia, traccia la storia delle missioni in Uganda (ma potrebbe essere la storia delle missioni in tutta l'Africa) con una visione rigidamente critica di quanto ha prodotto lo spirito missionario. Persino scuole ed ospedali sono considerati strumenti non tanto per l'evangelizzazione degli afri¬ cani, quanto per conquistare una fetta' di potere nella primitiva società africàna. '[ Il gruppo di U3M opera a Varese, ed è composto da giovani universitari e da recènti laureati. Alcuni di essi partiranno entro l'anno per l'Uganda, dove intendono sperimentare nuovi metodi di missione. La loro critica alle passate e recenti esperienze . missionarie non manca di fondamento, la missione come strumento della potenza coloniale dominante per meglio controllare i sudditi africani, esigere le pesanti tasse, operare un'azione discriminatoria per dividere africani da africani,' è una realtà innegabile. Ma le intenzioni missionarie di questi giovani hanno, mi pare, un difetto fondamentale: l'astrattezza del pensiero. f m r> Luciano Bianbardi , DAGHE LA AVANTI UN PASSO! Bianciardi racconta ai ra Bianciardi racconta ai ragazzi, ma anche agli adulti, una storia del Risorgimento dopo le Cinque Giornate

Persone citate: Bianciardi, Jaffe, Luciano Bianbardi, Paolo Vi