Muore mentre svolge l'indagine su un grosso traffico di droga

Muore mentre svolge l'indagine su un grosso traffico di droga Il collaboratore di un settimanale milanese Muore mentre svolge l'indagine su un grosso traffico di droga Il cadavere scoperto in un albergo di Milano • L'uomo aveva 40 anni (Dal nostro corrispondente) Milano, 23 luglio. (g. m.) Congestione o avvelenamento? Morte accidentale o delitto? Questi gli inquietanti interrogativi che sembrano avvolgere in un alone di mistero la morte di Salvatore Palazzolo, di 40 anni, nato a Taormina, ma da anni residente a Milano, collaboratore di A.B.C. L'uomo era stato rinvenuto morto nella sua camera, all'albergo Diana, di Porta Venezia nel tardo pomeriggio di giovedì 18 luglio. Sulle cause del decesso la procura della Repubblica di Milano ha ora aperto un'inchiesta a seguito di un esposto presentato dall'avvocato Nicola D'Elia per conto della sorella del morto, Rosa Palazzolo, abitante a Milano in via Volvinio 28, la quale si dice convinta che il fratello è stato assassinato. La donna ha dichiarato che l'uomo aveva confidato ai familiari e ad alcuni amici intimi di essere in possesso di importanti documenti riguardanti traffici di droga e casi di corruzione nei quali sarebbero coinvolte alte personalità. Da questo materiale il Palazzolo che, pur senza essere iscritto all'albo si occupava di giornalismo, contava di ricavarne una serie di articoli « esplosivi » da vendere al settimanale cui collaborava o a qualche altro periodico italiano. «Se gli interessati venissero a conoscenza che sono in possesso di questi documenti — avrebbe confidato qualche tempo fa alla sorella — sono sicuro che cercherebbero di farmi fuori». Ed è proprio sulla scorta di queste affermazioni che la signoria Palazzolo si è decisa a presentare un dettagliato espo- sto alla procura della Repub-blica affinché venga fatta piena luce sulla morte del congiunto. Intanto un voluminoso fascicolo, proveniente dal Belgio, ed indirizzato al Palazzolo, arrivato all'albergo il giorno seguente la morte dell'uo¬ mo, è stato sequestrato dal Procuratore della Repubblica. L'incartamento dovrebbe essere lo stesso di cui si fa cenno nell'esposto presentato alla Magistratura. A spedirlo sarebbe stata la stessa fidanzata dell'uomo, una «hostess» residente a Bruxelles. Il Palazzolo pubblicava di tanto in tanto servizi e inchieste a sfondo sensazionale. Tre anni fa, ad esempio, aveva condotto a Beirut un'indagine sul mondo della droga. Più tardi si occupò anche del caso Sifar, ma le sue rivelazioni non vennero ritenute tali da dover essere pubblicate. Qualche giorno prima della morte, sembra abbia offerto un ennesimo servizio ad « effetto », ma senza incontrare l'approvazione della direzione del settimanale cui collaborava . All'albergo di Porta Venezia, l'uomo era giunto quattro giorni prima della scomparsa. Non era un cliente abituale. Vi alloggiava un paio di volte all'anno e sempre per pochi giorni. La sera del 16 scorso era stato visto rientrare verso le 23. Ritiratosi nella sua stanza non si era fatto più vivo Nel tardo pomeriggio del giorno successivo, il direttore dell'albergo è entrato nella camera del Palazzo- | lo e ha trovato l'uomo ora- mai cadavere nel suo letto. E' stato subito chiamato un medico il quale ha attribuito la morte a seguito di una t'orte congestione, Ora a seguito dell'inchiesta che è stata aperta, sono in corso, da parte degli esperti tossicologi, gli esami per scoprire eventuali tracce di avvelenamento.

Persone citate: Nicola D'elia, Salvatore Palazzolo